Amelia: "Mourinho l'identikit perfetto. A Totti consiglio la prudenza"

05.04.2019 13:52 di  Marco Cervino   vedi letture
Amelia: "Mourinho l'identikit perfetto. A Totti consiglio la prudenza"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico De Luca

Marco Amelia, campione d'Italia con la Roma nel 2001 e grande tifoso romanista, ha rilasciato una lunga intervista a Il Romanista. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni: «Non ho mai fatto mistero di essere tifoso della Roma. E nel corso della mia carriera più di una volta ho provato a tornare in maglia giallorossa. Purtroppo non è mai stato possibile».

L'ultima volta quando è successo?
«Con Monchi. Era appena arrivato alla Roma, gli dissi che ero pronto a fare il terzo portiere. Cosa mi rispose? In realtà niente, era solo un mio sogno, ormai non avrei più potuto tornare in campo avendo già fatto il corso allenatori che ti obbliga a smettere».

Ti aspettavi una stagione così al di sotto delle attese?
«No. Ero convinto che potesse fare meglio. Non dico al livello della Juventus, forse neppure del Napoli, ma questa Roma secondo me vale parecchio di più rispetto a quello che ha ottenuto in campo».

Certo però che Monchi di errori ne ha fatti parecchi...
«Ma io non sono così negativo sul lavoro che ha fatto».

Questa forse è una cosa difficile da capire
«È indubbio che le cose non siano andate come si sperava. Alcuni giocatori, penso a Nzonzi e Pastore soprattutto, che avevano un mercato importante, non hanno avuto il rendimento che si pensava nel momento in cui sono stati acquistati. Io credo che non sia stato capito e forse pure lui non ha capito tante cose di Roma. Non va neppure dimenticato che doveva anche rimettere a posto i conti».

Quali sono i problemi?
«Uno su tutti: la problematica degli infortuni. Ce ne sono stati tanti, troppi muscolari. E sai questo che cosa può scatenare nella testa dei giocatori? Che quando manca la fiducia dal lato fisico, un giocatore non riesce a giocare come sa e può. Se ti fai prendere dall'ansia che, scattando, ti fai male, quello scatto non lo fai mai perché temi di infortunarti. Questa cosa nella testa di un giocatore può essere devastante. Lo dico perché nella mia carriera mi è capitato».

A proposito di Totti. C'è chi lo vorrebbe come capo di questa Roma.
«Per il bene che gli voglio, gli dico di scegliere la strada della prudenza».

Si parla anche di De Rossi come possibile futuro allenatore.
«Daniele è un altro mio amico vero, ma domando: ha deciso di smettere di giocare?».

La Roma quest'anno ha avuto un problema anche in porta. Olsen non è stato il massimo.
«Quando si parla di un portiere non va mai dimenticato il resto della squadra. Se è in difficoltà la squadra quello a risentirne di più è il portiere che quando sbaglia si trasforma in colpevole. Savorani, che è il top come preparatore dei portieri, mi ha parlato bene di lui, spero possa riprendersi e diventare decisivo».

Hai vinto con Capello alla Roma, Allegri al Milan, hai lavorato con Mourinho: ci fai l'identikit del tecnico che prenderesti?
«Un tecnico con un carattere forte, la mente aperta, maniacale nella cura dei dettagli, comunicatore di prima qualità all'interno e all'esterno dello spogliatoio».

Ci sembra l'identikit più di Mourinho, con cui hai lavorato al Chelsea, che di Conte.
«L'hai detto te, ma è così. Special One è un fenomeno. Se un giocatore vale cento, lui lo fa andare a duecento. E questo vale non solo per i giocatori, ma per tutti quelli che lavorano per un club, dal giardiniere al magazziniere. E poi è uno che sa calarsi nell'ambiente dove va a lavorare, prima lo studia, poi si presenta. Ricordate quando andò all'Inter e fece la battuta «mica sono un pirla?». Dovesse arrivare qui ce ne farebbe una in romanesco. Potrebbe essere l'uomo giusto. Potrebbe essere l'uomo giusto per l'immediato».