Primavera, Trasciani: "Sono cresciuto con il calcio nel sangue grazie a mio padre. Ogni volta che arrivo a Trigoria c'è sempre emozione. L'obiettivo ora è vincere lo scudetto"
Daniele Trasciani, difensore della Roma Primavera, è stato intervistato da Roma Tv per la rubrica Next Generation. Queste le sue parole: "Ogni volta che arrivo al campo c'è sempre emozione, non ci si abitua mai a leggere la scritta AS Roma. Calcio nel DNA? Sì, mio padre è stato un calciatore dilettante e le ha affrontate tutte le categorie. Grazie a lui ho questa passione. Passaggio dalla Romulea alla Roma? In realtà non avevo capito bene cosa fosse successo, ero molto piccolo. I primi giorni venivo per fare i provini ma c'erano circa altri 50 bambini, e pensavo che mai mi avrebbero scelto. Poi facevo la punta, e appena arrivato qui mi hanno spostato dietro. Mio padre era difensore centrale, mi piaceva l'idea di essere come lui. Da quel giorno sono sempre stato difensore centrale, a volte terzino, in rarissimi casi sono stato buttato nella mischia in attacco, quando c'era da recuperare. Perché i classe 2000 si sono persi per strada? Bella domanda. Eravamo forse un gruppo troppo gioioso, volevamo divertirci troppo. È giusto divertirsi, ma quando vieni qui c'è bisogno anche di dedizione. Forse quel gruppo non aveva la giusta serietà. Ammetto che con molti ragazzi ancora mi sento, eravamo molto legati anche se litigavamo spesso.
Era più un amore e odio. La fascia da capitano? Ho avuto la fortuna di indossare la fascia per molto tempo. Il primo fu Baroni che mi diede la fascia in un derby. Da quel giorno l'ho portata per due anni, non l'ho avuta nei giovanissimi e l'ho ripresa negli allievi nazionali. Perché il trasferimento a Cesena? Dovevo rimanere, poi mi sono reso conto che avrei giocato poco, è normale il primo anno in Primavera. Abbiamo deciso insieme con la società e l'allenatore di farmi partire per fare esperienza. Cesena mi è rimasta nel cuore, lì sono cresciuto come uomo, senza i miei giocatori: era la prima volta che lasciavo casa. Perché non segno più di testa? Non sono riuscito a trovare la porta quest'anno, mi manca. Anche mia mamma me lo dice spesso. Il ritorno nel gruppo? È stato strano, sono andato via che ero il più piccolo e sono tornato che ero il più grande. Poi molti del mio gruppo non c'erano più, ma i 2001 sono tutti ragazzi simpatici ed educati, mi sono trovato subito bene. Siamo un bel gruppo, siamo affiatati e non abbiamo mai alcun battibecco. Obiettivo del finale di stagione? Abbastanza scontato, lo scudetto, abbiamo le carte in regola per conquistarlo. Voglio andare via dalla Roma avendo vinto qualcosa, lo scudetto con la Primavera sarebbe la ciliegina della torta di quest'anno".