Prove tattiche, prove di Schick?
Con il Chelsea aveva bisogno di più fisicità e ha messo Gerson. Con il Torino voleva mettere più uomini tra le linee e più fisicità e ha messo Nainggolan. Eusebio Di Francesco ha cambiato leggermente spartito nelle ultime due gare, rinunciando al classico esterno destro e schierando un centrocampista al suo posto. Se poi pensiamo che, quando giocherà Schick, il tecnico dovrà “cambiare qualcosa”, come da lui stesso ammesso, chissà se questi cambiamenti tattici non possano in qualche modo essere collegati. L'ex Samp può certamente partire largo (e l'anno scorso spesso ha decentrato il suo gioco) ma il meglio di sé lo dà poi stringendo verso il centro. Contro il Torino sia Nainggolan che El Shaarawy sono partiti larghi ma poi, con il possesso del pallone, il primo si è accentrato e il secondo si è avvicinato a Dzeko, proprio come potrebbe accadere con Schick in campo.
PAZIENZA – Di Francesco aveva chiesto una vittoria sporca e così è stato. Dopo la dura trasferta di Londra, era preventivabile un calo sia al livello fisico che mentale. Da sottolineare, però, la pazienza con cui la Roma ha aspettato il gol che, prima o poi, sarebbe arrivato. La consapevolezza con cui la grande squadra sa aspettare senza frenesia, sapendo che prima o poi troverà il varco giusto o la giocata del campione. Ecco, la Roma è stata brava a pazientare, subendo pochissimo.
KOLAROV – La giocata del campione, dicevamo. L'Italia 7 anni fa salutò un giovane Kolarov, in procinto di entrare negli anni della maturità calcistica, e adesso ha ritrovato un giocatore estremamente cresciuto. Il piede è rimasto lo stesso ma la personalità che emana è straordinaria. Catalizza il gioco e i compagni si affidano a lui nei momenti peggiori. Sicuramente il miglior acquisto, fino a questo momento, considerando anche la cifra irrisoria pagata (circa 5 milioni). Aspettando Schick, aspettando Karsdorp e aspettando di capire cosa potrà diventare Ünder.