Penso positivo
"Finché son vivo, finché son vivo". Se dovessimo scegliere una colonna sonora per la Roma del momento, potremmo scegliere tranquillamente la hit evergreen di Jovanotti. Da Di Francesco, passando per il campionato, finendo con la Champions League. Perché se è vero che "al momento, ci preoccupa anche l'Entella" come ha dichiarato il DG Baldissoni, in fondo, si può provare a pensare positivo. L'ombra di Paulo Sousa incombe sulla panchina occupata dal tecnico pescarese, che continua con il suo lavoro e le sue idee, arrivato quasi a un punto di non ritorno per cui meglio, in caso, avere rimorsi che rimpianti. Il 3-2 contro il Genoa, sofferto, fortunato per le decisioni arbitrali, voluto e alla fine ottenuto, nel gol di Cristante, ha scagliato in porta quella rabbia e quel senso di liberazione da un peso troppo pesante da portarsi addosso, da troppo tempo. La Roma attuale è questa d'altronde: il lampo e la giocata di Kluivert, l'errore a porta vuota di Ünder, l'ingresso di Santon per il turco (un difensore per un attaccante) per difendere il 3-2 in casa contro il Genoa.
Nonostante tutto la squadra è ancora lì, in piena lotta per la Champions League. Il demerito di essere arrivato allo scontro contro la Juventus con 22 punti di svantaggio resta (anche il -14 dal Napoli), ma l'obiettivo stagionale (in attesa di poter lottare per lo scudetto) è ancora a portata di mano. Aiutati che talisman Totti torna a casa con il miglior ottavo di finale possibile. In prospettiva. Al momento considerare la Roma favorita contro il Porto significherebbe fare il solito discorso, semplicistico, da Roma caput mundi, che ha portato a più delusioni che gioie. Febbraio però è lontano e il "Penso positivo" giallorosso, con un mercato di riparazione per completare una squadra dimostratasi troppo fragile, fa sì che lo spauracchio dell'Allianz Stadium possa essere intravisto come una tappa intermedia, per continuare verso il ritorno "della Roma che vogliamo". Rivoluzioni tecniche, permettendo.