Deludono Stekelenburg e De Rossi, bene Lamela. Sabato contro la Juve per salvare la stagione
Per la Roma è un tunnel senza fine. La scossa del cambio allenatore non basta e per Aurelio Andreazzoli l’esordio di Marassi contro la Sampdoria è amarissimo. I giallorossi collezionano la decima sconfitta stagionale in campionato, con ancora tre gol al passivo che portano il conto a -45.
Complessivamente la gara non è proprio da buttare, ma gli episodi condannano Totti e compagni, ancora a secco di successi nel 2013 con due soli punti in 6 partite, superati dall’Udinese, relegati ora al nono posto in classifica, sempre più lontani da sogni europei.
Ai numeri disastrosi si aggiunge anche il caso Osvaldo, che strappa dalle mani del capitano il rigore del possibile pareggio per poi calciarlo nel peggiore dei modi, mandando così in tilt il già fragile equilibrio della squadra. L’italo argentino litiga anche con un tifoso all’aeroporto, a dimostrazione della delicata situazione in casa romanista.
Andreazzoli stupisce tutti con un 3-5-2 ricco di qualità e il primo tempo sembra dargli ragione: la Roma comanda il gioco, ma spreca troppo e nella ripresa, quando cresce anche la Sampdoria, riescono fuori i soliti difetti, comprese le amnesie difensive e la poca compattezza dei giocatori.
Deludono i rientranti Stekelenburg - non certo impeccabile sulla punizione di Sansone - e soprattutto De Rossi, l’uomo guida secondo Andreazzoli, che però appare decisamente fuori forma e contribuisce alla sconfitta, protagonista in negativo sul primo sul terzo gol dei doriani.
Nell’ennesima giornata storta (c’è anche l’infortunio di Castan) uno dei pochi a sorridere è Lamela. Schierato prima sulla fascia e poi trequartista, è il più pericoloso. L’argentino mette segno il suo undicesimo centro in campionato e potevano essere due se sullo 0-0 non fosse stato annullato un gol regolare che forse poteva cambiare la storia della partita.
Ma tant’è, la Roma deve già guardare avanti. Dopo l’esonero di Zeman, Andreazzoli non poteva avere la bacchetta magica, ma sabato all’Olimpico arriva la capolista Juventus. Una sfida da cuori forti, se non per salvare la stagione, almeno l’onore di una squadra che, citando lo stesso neo tecnico giallorosso, doveva imparare il dolore della sconfitta e sicuramente a Genova non poteva trovare modo migliore per farlo.