Morabito: "Io terrei De Rossi ma la Roma potrebbe lasciarlo partire. Assurdo l'acquisto di Kjaer"
Vincenzo Morabito, agente Fifa, è stato intervistato da imperoromanista.it in merito a molte situazioni di mercato riguardanti la Roma:
Che idea si è fatto della vicenda legata al rinnovo di De Rossi?
"Penso che più passa il tempo e più la situazione diventa delicata; c’è un procuratore che non ha mai parlato. Berti è un tipo all’antica e nell’ambiente non è mister simpatia. Ad oggi sul rinnovo non c’è un punto di incontro, serve un’accelerazione perché dal 1 gennaio De Rossi può firmare un contratto che partirebbe dal 1 luglio. Se fossi la Roma lo terrei, dipende dalla cifra, guardate cosa accadde alla Lazio con Stankovic. Il serbo era in scadenza e i biancocelesti lo hanno in pratica regalato all’Inter in cambio di Pandev: anche il centrocampista di Ostia potrebbe accasarsi da un’altra parte. Io preferirei fare una rosa ridotta, avere sette-otto attaccanti, e tenermi De Rossi".
Il Manchester City sarebbe pronto a offrire a De Rossi 9 milioni di euro…
"La Roma non deve arrivare a fargli una proposta simile; il giocatore deve decidere se restare nella Capitale con la famiglia e fare una scelta di cuore. Non vorrei stare nei suoi panni, perché se resta passerà per mercenario e se va via sarà lo stesso. La sensazione è che andrà via e per la Roma sarà una perdita pesante".
Cosa ne pensa, invece, della situazione di Marco Borriello?
"O resta, oppure la Roma deve cederlo pagando parte dell’ingaggio. I quattro o cinque club che potrebbero permetterselo pur con uno stipendio alto non lo vogliono perché non gli serve come giocatore. Le squadre che lo vorrebbero all’estero non hanno i soldi per pagarlo. Nella Lazio, ad esempio, Lotito non ha mai capito che è meglio togliersi un giocatore provvedendo economicamente a coprire parte dell’ingaggio. Vedere Borriello non giocare è un peccato perché è un gran bel calciatore. Tante gestioni sono state sbagliate; il mercato della Roma ha coperto troppo certi ruoli e lasciato scoperti altri. I giallorossi hanno difficoltà sui terzini esterni e davanti, invece, c’è un’ammucchiata che non finisce più".
Chi arriverà a gennaio?
"Credo che punteranno sui difensori; al momento si parla di Corluka che gioca anche centrale, anche se per me è lento. Certo, non è facile trovare un esterno bravo".
Bastos potrebbe arrivare?
"È impossibile, si parla di dieci milioni di euro".
L’inizio del Campionato è stato difficile per la Roma, è stata solo colpa di Luis Enrique?
"A me il tecnico asturiano è simpatico, infonde serenità e al posto suo non so quale altro allenatore avrebbe resistito. Si è trovato di fronte a dei cambiamenti radicali; se il mercato è stato caotico è stata colpa di Sabatini, che fece così anche alla Lazio. Lui è vulcanico e impulsivo, ma nel calcio con i soldi bisogna stare attenti. Luis Enrique è arrivato e non ha guardato in faccia a nessuno, è andato subito contro Totti e ha avuto un bombardamento mediatico. Comunque vada, sta resistendo al suo posto".
Nell’ultimo periodo si è parlato di qualche malumore da parte di Totti…
"Bisognerebbe viverla da dentro. Il capitano giallorosso è un personaggio che alla Roma ha dato tanto, ma in una fase di cambiamento può rappresentare un ostacolo. Il nuovo corso lo vorrebbe togliere dal monte ingaggi; lui vorrebbe avere anche un ruolo dirigenziale in futuro e lì si vedrà il dualismo con Baldini. Però bisogna dire che quando è in campo la squadra cambia in personalità, acquista tanto. Totti fa battute per capire anche le risposte; Luis Enrique non può dirgli di andare via, poi è ovvio che se gioca lui non possono giocare altri giocatori, come Borini".
Cosa ne pensa di Bojan?
"Meno male che non l’hanno pagato!"
La società americana manca di passionalità?
"Le gestioni fredde fanno vincere gli scudetti a Milan, Inter e Juventus. A Milano hanno aspettato Cassano per sei o sette mesi, Platini per un anno, a Roma hanno creato casino a Cisse dopo un mese".
Quanto di vero c’è nella storia Soros?
"Si è parlato di lui, ma anche dei russi della Nafta, di Berlusconi che avrebbe telefonato a Putin per bloccare il passaggio di proprietà. Prima era difficile investire nel prodotto italiano per questioni politiche, oggi che sarebbe più facile non ci sono richieste e non è una questione di soldi. Quelli ci sono, basti pensare a arabi, cinesi indiani. Purtroppo l’Italia non rientra negli obiettivi perché manca la chiarezza. Non solo per il calcio, ma in generale. Dovremmo fare un cambio al livello di società. Poi c’è il problema degli stadi. Andiamo avanti da troppo tempo con i “lo faremo”. L’unica squadra che ha fatto uno stadio di proprietà è la Juventus e tra qualche anno prenderà il volo".
Cosa ne pensa di Kjaer?
"Mi chiedo come si fa a prendere uno come lui. Sabatini all’interno della società potrebbe far benissimo nel settore giovanile perché conosce il calcio, ma se gli dai molta libertà è indisciplinato e acquista troppo".
In passato il suo nome è stato legato a quello di Fioranelli…
"Eravamo lì per prendere la Lazio, ma lui si è fidato di gente che non aveva scrupoli. Aveva avuto rassicurazioni dei soldi, ma all’improvviso tutti si sono dileguati, lui che si era esposto mediaticamente si è preso tutte le accuse".