Juventus, Kean: "Molti di coloro con cui giocavo da ragazzo oggi sono in carcere"

28.12.2023 12:33 di  Luca d'Alessandro  Twitter:    vedi letture
Juventus, Kean: "Molti di coloro con cui giocavo da ragazzo oggi sono in carcere"
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L'attaccante della Juventus Moise Kean ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di DAZN per parlare della sua carriera, della stagione in corso e non solo. Il centravanti bianconero ha iniziato il botta e risposta parlando della sua adolescenza: "Sono uscito di casa a 13 anni per andare a vivere nel convitto della Juventus perché nessuno mi poteva portare agli allenamenti. Ho lasciato Asti e una vita da palazzoni: tutti i giorni andavo a giocare, stavo per strada con gli amici, a scuola ci andavo perché mia mamma mi obbligava. Non sono stato facile da gestire, anche parlando con gli altri, un'infanzia molto diversa dalla mia. Altri ragazzi magari a Natale andavano in vacanza con le famiglie, noi con niente ci adattavamo. Giocavo a calcio in oratorio, una volta avevamo fatto la partita alle 10 di sera, poi il Don ci ha beccati, ha chiamato la polizia e siamo scappati. La maggior parte di loro o sono in carcere o non si sa dove sono, mi sento molto fortunato, molta gente che viene dalla mia situazione non riesce a uscirne. Quando ho fatto l’esordio in prima squadra, a 16 anni, mi sono detto: “Ok, sono fuori dalla merda”.

Kean ha poi parlato dei suoi primi mesi da papà: 
"Mi sono svegliato quattro volte stanotte, dormo pochissimo. Si chiama Marley, ha quattro mesi, ho un tatuaggio per lui. Mi sono cambiate tante cose, prima di agire ci pensi 20 volte, pensi sempre a lui, ma tutto è successo in poco tempo, da quando l'ho preso in braccio. Perché non lo sapeva nessuno? Non lo so, non mi piace andare a dire le mie cose in giro, sono molto privato. Non lo sapeva nessuno fino a quando ero andato in ospedale perché ero assente. Erano scioccati."

Sull'avventura al PSG: 
"In Francia mi sono sentito a casa, i miei parenti abitano lì e mi facevano sentire a casa. Sono arrivato il primo giorno, c'erano Neymar, Mbappé, mi hanno aiutato tantissimo, mi spiegavano com'è giocare con loro, sono andato anche a cene con loro. Mi facevano sentire grande".

Su Massimiliano Allegri: 
"Abbiamo un ottimo rapporto, mi ha fatto capire quando facevo cavolate e quando facevo bene. È stato un papà sportivo, a volte litighiamo ancora ma alla fine ci vogliamo bene anche se non ce lo diciamo."

Infine, Kean ha parlato del suo riferimento nello spogliatoio juventino: 
"Nicolussi-Caviglia è un po' un mio gemello, mi conosce più di tutti qua dentro. Prima che sto per dire una cavolata mi dice di non dirla, mi conosce troppo bene, è la mia guida. Quando non capisco qualcosa chiedo ancora ad Hans. Anche gli esercizi che magari non ho capito, chiedo a lui. È una persona speciale per me, è molto aperto anche se ascolta la musica peggiore".