Una difesa in confusione: analisi della retroguardia giallorossa

09.12.2010 19:00 di  Eleonora Ciampichetti   vedi letture
Una difesa in confusione: analisi della retroguardia giallorossa
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Suonerà retorico, forse, ribadire che il reparto difensivo della Roma almeno in questa prima parte di stagione non abbia brillato. Sta di fatto però che la “difesa d’acciaio”, una delle sicurezze maggiori di Claudio Ranieri durante lo scorso anno, sembra non esserci più. Tanti, troppi i gol subiti finora (20 per l’esattezza) che consegnano ai giallorossi il terzo posto nella classifica della peggior difesa del Campionato. Un “primato” - negativo si intende - che in realtà però andrebbe letto come la risultante di più fattori. Se, infatti, è sotto gli occhi di tutti che Nicolas Burdisso non stia ripetendo le prestazioni ineccepibili della passata stagione e Juan sia un po’ sottotono (dopo le “fatiche” del mondiale), è pur vero che la solidità di una squadra si vede anche e soprattutto a centrocampo. Un centrocampo che, misteriosamente, sembra aver perso la lucidità e la compattezza necessarie per gestire la palla e fare da filtro alla difesa.
Non solo. Nel secondo tempo delle partite i giallorossi spesso si “allungano” troppo, l’attacco fa fatica a tenere palla e i difensori non sempre riescono a mettere in pratica la tattica del fuorigioco. Il risultato? Tante reti subite (13) nell’ultima mezz’ora, conseguenza del calo collettivo della squadra. Zero alibi e scusanti per tutti, dunque, nessuno escluso.
A faticare quest’anno, oltre alla coppia di centrali Burdisso-Juan (il primo troppo nervoso e il secondo discontinuo) è anche Riise; lontano anni luce dalle prestazioni alle quali aveva abituato l’ambiente romanista; il terzino, dopo il brutto infortunio alla testa rimediato con la nazionale norvegese, non riesce più ad essere incisivo nella misura giusta.
Nella confusione generale difensiva, comunque, è Philippe Mexès a regalare uno spiraglio di luce.

Il francese, da pedina inamovibile della Roma di Spalletti con l’arrivo di Ranieri e soprattutto di Burdisso aveva perso il suo posto da titolare; lo scorso Campionato per Mexès è stato sinonimo di panchina, un ruolo stretto al transalpino visto il suo attaccamento alla maglia giallorossa, ma che saputo accettare per il bene di questi colori. Del resto il tecnico di San Saba lo ha sempre detto: “Gioca chi sta meglio”. E a stare meglio, fino a qualche mese fa, era l’argentino. Un’annata difficile, dunque, per Rugantino che pian piano è tornato a dimostrare in campo il suo valore, sbagliando davvero pochissimo in questo avvio di stagione. Sempre molto concentrato, più sereno del solito e sicuro negli interventi, Mexès è tornato ad essere il vero Mexès, uno dei centrali più affidabili a livello europeo. Un riscatto meritato quello del biondo difensore, in scadenza contratto il prossimo giugno. Del rinnovo se ne parla da un po’, ma non sembra una questione così facile; il giocatore ultimamente non ha fatto mistero di essere affascinato dalla Premier League. E la “simpatia” sembrerebbe reciproca, anche se il francese ha ribadito più volte che la sua priorità resta la Roma e che non farebbe mai uno sgarbo alla società andando via a parametro zero. Certo, liberarsi di Mexès a gennaio, o giugno che sia, sarebbe una grave perdita per la rosa di Ranieri. Soprattutto adesso che Philippe è tornato ad essere la garanzia di sempre. Privarsene sarebbe un peccato, proprio come un autogol nei minuti finali di una partita fondamentale.