Un Chi...occhio al Regolamento - Roma-Genoa 1-0
Monday night tranquillo quello passato dalla quaterna arbitrale guidata da Antonio Giannoccaro, che non è risultata protagonista di alcun episodio rilevante a livello arbitrale. Ciò non toglie che la direzione di gara abbia offerto spunti per analizzare meglio qualche punto del Regolamento: il nostro scopo non è infatti quello di proporre una pura e semplice "moviola", ma di spiegare in base a quali punti del Regolamento l'arbitro prende determinate decisioni.
Al 37’, in seguito ad un errore in disimpegno sulla propria trequarti campo, Daniele De Rossi strattona volontariamente Miguel Veloso, che gli aveva sottratto il pallone e che si avviava verso l’area di rigore avversaria. Si ripropone dunque la classica situazione del “fallo tattico”, che il Regolamento codifica come “fallo che interrompe una promettente azione d’attacco”:
Un calciatore dovrà essere ammonito per comportamento antisportivo se ad esempio:
(…)
• commette un fallo con il fine tattico di interferire o di interrompere una promettente azione d’attacco;
(…)
(da “Il Regolamento del Giuoco del Calcio”, ed. 2011, Interpretazioni delle Regole del Gioco e linee guida per arbitri alla Regola 12 “Falli e Scorrettezze”).
Giannoccaro ha correttamente ammonito il capitano della Roma per questo fallo, così come ha fatto con Kakhaber Kaladze al 73’, per un fallo su Bojan anch’esso commesso col fine di interrompere una promettente azione d’attacco dell’attaccante spagnolo.
Al 51’, Leandro Greco subisce un fallo al limite dell’area. L’azione prosegue perché Borini riesce a ricevere il pallone, ma poi si ferma e l’arbitro ritorna sulla decisione di concedere il vantaggio, fischiando il calcio di punizione per la Roma. Un atteggiamento di questo tipo è descritto nella Regola 5:
L’arbitro:
(…)
lascia proseguire il gioco quando la squadra contro la quale è stata commessa un’infrazione beneficerà da ciò di un vantaggio e punisce l’infrazione iniziale se il vantaggio accordato non si è concretizzato nell’immediatezza;
(…)
(da “Il Regolamento del Giuoco del Calcio”, ed. 2011, Regola 5 “L’arbitro”)
Non essendosi concretizzato nell’immediatezza il vantaggio acquisito da Borini, Giannoccaro è potuto tornare sulla sua decisione assegnando il calcio piazzato alla Roma. E’ comunque importante che il direttore di gara prenda la decisione in pochi istanti, per non dare una “doppia possibilità” alla squadra che subisce il fallo e che continua a giocare per il vantaggio.
L’ultimo episodio riguarda la distanza dei giocatori avversari su una battuta di un calcio di punizione: al 77’ Fernando Gago ha avuto qualcosa da dire all’arbitro perché secondo lui la barriera non era posta a distanza regolamentare. A prescindere dal fatto che la punizione venga battuta con o senza il fischio dell’arbitro, la distanza dev’essere sempre rispettata dalla squadra difendente:
È sempre obbligatorio il rispetto della distanza minima di m. 9,15 dal pallone per i calciatori appartenenti alla squadra che subisce un calcio di punizione?
Sì, con la eccezione del calcio di punizione indiretto eseguito dall’interno dell’area di rigore da una distanza inferiore a m. 9,15 dalla porta contro la squadra difendente: in tale circostanza i difendenti possono disporsi sulla linea di porta, nel tratto compreso fra i pali; altrimenti devono rispettare la distanza prescritta. Il calciatore che esegue il calcio di punizione può rinunciare tacitamente al rispetto della distanza da parte degli avversari, ma in tale circostanza, qualora il pallone venga intercettato, l’arbitro non dovrà intervenire.
(da “Il Regolamento del Giuoco del Calcio”, ed. 2011, Guida Pratica AIA alla Regola 13 “Calci di Punizione”)