Strootman lavatrice appannata: Pellegrini scalpita contro il suo passato
A una giornata dal termine del girone d’andata del campionato 2017/2018, la Roma di Eusebio Di Francesco è al quarto posto in classifica con 38 punti, a -7 dalla capolista Napoli e dietro anche a Juventus e Inter, avanti rispettivamente di 6 e 2 punti. Tuttavia, considerando che i giallorossi devono sempre recuperare l’ormai famosa gara di Marassi contro la Sampdoria (il 24 gennaio è sempre più vicino), il distacco dalle compagini che la precedono in classifica può essere ridotto.
Nulla è perduto, dunque, nonostante le tre sconfitte in Serie A proprio contro Napoli, Juventus e Inter ma urge trovare delle soluzioni per invertire la rotta negli scontri diretti. Oltre a lavorare sulla cattiveria, sul cinismo e sulla precisione sotto porta (la Roma ha il sesto attacco del campionato insieme all’Atalanta con 28 reti), Di Francesco dovrà lavorare individualmente sulle condizioni psico-fisiche di alcuni suoi giocatori.
Tra essi, c’è da analizzare il caso relativo a Kevin Strootman ma prima facciamo un piccolo passo indietro. L’olandese approda a Roma nell’estate del 2013 dal PSV Eindhoven a fronte di un corrispettivo di 16,5 milioni di euro più 3,5 di bonus. Il suo impatto nella Capitale è stato devastante, tanto da veder almeno raddoppiato il suo valore e acquisendo il soprannome di “Lavatrice”, riferito alla sua capacità di “pulire i palloni sporchi”, citazione di garciana memoria dopo un Roma-Napoli di Coppa Italia terminato 3-2.
Dal 9 marzo 2014 in poi, giorno del primo grave infortunio proprio al San Paolo, inizia un lungo calvario che si è concluso il 21 febbraio 2016 nel match contro il Palermo, quando Spalletti lo getta nella mischia negli ultimi minuti di gioco. Tornato a giocare con continuità a partire dalla stagione successiva, Strootman ha riconquistato un posto tra i titolari del centrocampo giallorosso, contribuendo alla conquista del secondo posto (con record di 87 punti) con 4 reti in 33 presenze.
Con l’avvento di Di Francesco, le gerarchie non cambiano e Strootman è uno dei perni della formazione base. Tuttavia, il centrocampista è apparso meno brillante e sembra aver parzialmente smarrito quello strapotere fisico che aveva caratterizzato la sua prima annata romana. Intendiamoci: non che Strootman stia giocando male ma sembra che durante le partite si stia limitando a svolgere il compitino, senza infamia e senza lode. Ripetiamo: le sue qualità non si discutono ma, proprio per la grandezza del giocatore, Di Francesco e tifosi non si accontentano e si aspettano qualcosa in più.
Il tecnico giallorosso, d’altronde, dall’inizio della stagione, ha effettuato diversi cambiamenti di formazione, attuando spesso il turnover e facendo ruotare i giocatori in rosa, rispolverando e rilanciando gente come Gerson, autentico punto interrogativo l’anno scorso.
In vista di Roma-Sassuolo, nel vortice del sopra citato turnover, potrebbe rientrarci lo stesso Strootman a scapito di Lorenzo Pellegrini, apparso più pimpante quando gli è subentrato all’Allianz Stadium. Il centrocampista italiano, tornato nella Capitale per volere del mister che per due anni lo ha allenato in terra emiliana, nonostante qualche passaggio a vuoto, sta dimostrando di poter tranquillamente coesistere nella rosa giallorossa, essendo stato schierato anche titolare in diverse occasioni. Contro i suoi ex compagni, potrebbe essere la partita giusta per rivederlo dal 1’ e permettere a Strootman di rifiatare in vista dei temibili impegni di inizio 2018. Dopo la pausa invernale dal 7 al 20 gennaio, infatti, la Roma sarà attesa dal trittico Inter-Sampdoria-Sampdoria, con le due trasferte in tre giorni a Milano e Genova: Di Francesco avrà bisogno del miglior Strootman e del miglior Pellegrini per poter arginare più facilmente gli ostacoli che presenterà immediatamente il nuovo anno.