Ljajic multitasking, Garcia gli affida la regia dell’attacco
Quella che sta disputando Adem Ljajic è la sua stagione più importante in carriera sotto tanti aspetti. Gol a parte (8 stagionali), per sua stessa ammissione preferisce più un assist e la crescita vera del giocatore è tutta tattica, caratteriale-comportamentale. Una stagione in crescendo nata dalla sua abnegazione durante il ritiro estivo. L’obiettivo era convincere, prima della piazza, il mister. Da esterno offensivo utile nel turnover di una Roma impegnata in Champions League, le sue prestazioni gli hanno fatto scalare le gerarchie molto in fretta. Nel frattempo arrivavano i gol che gli davano maggior sicurezza nei suoi mezzi, l’esordio in una fase a gironi nella massima competizione calcistica europea per fargli acquisire l’esperienza che una Serie A di basso livello fatica a darti. Il tutto fino ad arrivare a essere il giocatore che Garcia ha preso come esempio in più di un’occasione e il capocannoniere della squadra.
Non è un caso che nel momento di difficoltà il tecnico francese, nel tentare di ridisegnare tatticamente la sua Roma, abbia dato un ruolo chiave proprio a Ljajic. Pjanic fatica a essere il regista offensivo, Totti sta attraversando un momento di appannamento, ecco che questo ruolo lo ricopre il calciatore serbo. Da esterno, ha accentrato il suo raggio d’azione. A Firenze torna alle origini giocando seconda punta, trovando il gol. Poi già da quella partita, ma soprattutto nelle successive come contro il Cagliari (altro gol segnato) si trasforma in trequartista col compito di creare il gioco e fare da raccordo tra il reparto d’attacco e di centrocampo, ormai troppo distanti tra loro. Anche contro il Parma, col ritorno al 4-3-3 e il rientro dell’uomo chiave offensivo, Gervinho, è rimasto il regista offensivo. Il gol non è arrivato per un salvataggio in extremis di Cassani e per la sua imprecisione, e quella di De Rossi, su una sua palla molto invitante, ma ad oggi Ljajic è una delle poche costanti della Roma.