La Roma si specchia nei suoi esterni bassi

29.04.2012 06:00 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
La Roma si specchia nei suoi esterni bassi
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La sfida contro il Napoli può essere vista come lo specchio della stagione romanista, con una squadra completamente a due facce sotto ogni aspetto: atletico, mentale e soprattutto tecnico. A sua volta, lo specchio della partita è stato il duello sulla fascia destra tra Rosi e Zuniga, il cui andamento ha rispecchiato in modo decisamente fedele quello della gara. Nei primi minuti, il colombiano costringe il numero 87 giallorosso a ripiegare più volte, inibendolo in fase offensiva e riducendo conseguentemente la pericolosità giallorossa: non a caso il suo tiro ribattuto da Heinze è la prima occasione - almeno potenziale - degli azzurri.

Poi è Rosi ad andare sugli scudi, ribaltando completamente la sfida personale e permettendo alla sua squadra di girare la partita, in un crescendo di gioco che culmina col gol di Marquinho che - anche in questo caso non per casualità - arriva proprio grazie ad un suo assist. Nella ripresa il Napoli inizia bene e pareggia subito - stavolta con un filino di casualità in più rispetto alle altre due situazioni - proprio con l'esterno colombiano, che da lì in poi si impadronisce del settore del campo esattamente come la sua squadra fa della partita, pareggiata dalla Roma solo nel finale. Se aggiungiamo poi che non più di tre giorni prima la Roma ha cominciato a giocare dopo l'uscita di José Angel e l'ingresso di Marquinho, uomo di maggiore gamba seppur adattato nel ruolo di esterno basso di sinistra, al di là del fatto che si potrebbe comunque trattare di una serie di coincidenze, il dato fa indubbiamente riflettere, e conoscendo il tipo di gioco che Luis Enrique sta cercando di inculcare nella testa dei suoi giocatori, l'interrogativo nasce spontaneo: e se al posto di Rosi (alla sua prima stagione da titolare in una squadra che quantomeno aspira ad essere di un certo livello), José Angel (oggetto misterioso dopo alcune gare convincenti) e Taddei (calciatore in là con gli anni completamente reinventato nel ruolo) ci fossero dei terzini di più alto cabotaggio? E ancora: con più certezze (precisamente due, come il numero degli esterni bassi) in campo, con più uomini su cui fare un più o meno cieco affidamento, il gruppo soffrirebbe meno di una cronica fragilità che è costata due punti ieri sera e tanti altri in passato? La partita col Napoli può suggerire delle risposte: al mercato il compito di renderle definitive.