La Roma americana compie 5 anni: tutto (proprio tutto!) quanto fatto da Pallotta e soci
Oggi sono esattamente 5 anni che la AS Roma è diventata americana. La cordata, che sembrava inizialmente condotta da DiBenedetto, ha poi concretizzato le proprie mosse nella figura di James Pallotta. Vocegiallorossa.it ha ripercorso la storia di questo primo lustro a stelle e strisce, analizzando quanto portato a termine dal 15 aprile 2011 a oggi.
MAIN SPONSOR E PARTNERSHIP - Quello del main sponsor è un argomento da sempre spinoso per questa proprietà. Al loro arrivo, Pallotta e soci hanno trovato la scritta Wind cucita sulle maglie giallorosse: non abbastanza il ricavato ottenuto dalla compagnia telefonica e, così, il contratto viene portato alla scadenza senza rinnovo. Da lì in poi nessun main sponsor ha più campeggiato sulla maglia romanista, ma questo non significa che non siano state raggiunte altre partnership di rilievo con altre compagnie: su tutte colossi come la Volkswagen e la Disney, ma anche Trenitalia, con l'obiettivo di fornire agevolazioni ai tifosi romanisti; tra i più recenti quello con la SISAL Matchpoint o la prestigiosa Philipp Plein, ma meritano menzione anche gli accordi con Getty Images e la Mater Dei per l'assistenza all'Olimpico.
SPONSOR TECNICO - Ben altro paio di maniche è la questione sponsor tecnico: alla fine del 2012 l'accordo con Kappa viene bruscamente interrotto a causa - si legge - di "gravi difetti nell'abbigliamento tecnico". Il contenzioso con l'azienda viene portato fino in tribunale ma, intanto, Pallotta piazza il colpaccio a inizio 2013: accordo decennale con la Nike come sponsor tecnico. Un passo avanti non certo da sottovalutare.
TOURNÉE - Nell'estate 2012 la Roma americana inaugura la propria tournée statunitense, strada già stracciata da anni dai top club europei. Il motivo? Principalmente uno, espandere il marchio Roma quanto più possibile. E quale luogo migliore del continente natale di James Pallotta e del partner Disney? Il viaggio si ripete a cavallo tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013, così come nelle due estati successive. Ma le mire di espansione del marketing non si limitano all'America, tant'è che nel luglio 2015 la truppa giallorossa si spinge fino in Indonesia e Australia: Totti e Nainggolan, su tutti, gli uomini simbolo di quella spedizione. Già in programma, poi, il ritorno negli States per la prossima estate.
STADIO - La costruzione di un impianto di proprietà della AS Roma è il motivo principale che ha spinto la cordata capeggiata da Pallotta ad acquistare la società. Lo stesso Pallotta ha ammesso, a margine di un meeting all'Enel, di non aspettarsi un iter così complicato, iniziato nel dicembre 2013 con l'incontro in Campidoglio con l'allora sindaco Marino. Pochi mesi dopo, nel marzo 2014, è stata la volta della presentazione del progetto, sempre in Campidoglio, seguito di lì a breve da un accordo chiuso con la Starwood Capital Group, società di investimento entrata nella Roma come socio di minoranza in funzione della costruzione del nuovo stadio. Nel maggio 2014 il via ufficiale all’iter amministrativo e burocratico per la realizzazione dell’opera: la proprietà della AS Roma e i rappresentanti del Gruppo Parsitalia consegnano il progetto e studio di fattibilità dell’impianto all’Amministrazione Comunale della città di Roma. Progetto affidato alla firma di due importantissimi nomi nel mondo dell'architettura, quali Dan Meis prima e Daniel Libeskind poi. Nel mezzo di altri due incontri con Marino, a Boston e New York, al viaggio verso la realizzazione del progetto si unisce anche CAA Sports, coinvolta nella vendita dei naming rights (9 giugno 2014). A settembre viene finalmente riconosciuto il pubblico interesse del progetto, step suggellato dall'approvazione da parte dell'Assemblea Capitolina alla fine del 2014: con 29 voti favorevoli, 8 contrari e tre astenuti il progetto è ufficialmente approvato. Con i sondaggi geologici nel terreno di Tor di Valle a fare da apripista, il 15 giugno 2015 viene finalmente e ufficialmente presentato il plastico del futuro impianto. Un passo importantissimo, storico, l'ultimo con Mark Pannes come responsabile del progetto: il braccio destro di Pallotta lascia infatti il suo incarico, in favore di David Ginsberg. Proprio per oggi è fissato il termine ultimo per la consegna del progetto definitivo in Comune, in attesa di ciò che sarà.
NUOVO LOGO - 22 maggio 2013: a circa due anni dal suo insediamento, la nuova proprietà compie una manovra tanto storica quanto contestata da una frangia dei romanisti. Il logo della AS Roma viene cambiato, mossa effettuata per esigenze di marketing e al fine di creare una brand identity che abbracci allo stesso tempo storia e modernità. Il tempo sarà galantuomo?
SITO E SOCIAL - La rebrandizzazione della Roma ha coinvolto tutti gli aspetti possibili: nel gennaio 2012 Shergul Arshad lancia il nuovo sito AS Roma, sottolineando la situazione disastrosa del precedente assetto. L'operazione viene ripetuta - in quella che è la forma attuale del sito web - il 7 dicembre 2015, a firma Paul Rogers. Sotto il profilo dell'impegno nell'espansione dei social network, l'obiettivo è principalmente la centralità del tifoso: con Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat , Vine e Pinterest l'interazione con i supporter romanisti è massima. E l'impegno è ripagato appieno dai numeri.
PROGETTO TECNICO - Pare che ci vorrà ancora del tempo per regalare ai tifosi la "Roma regina" promessa ormai 5 anni fa: lo 0 che campeggia nella sezione "trofei vinti" del primo quinquennio americano non rispecchia certo le aspettative. Colpa, forse, di troppe rivoluzioni effettuate sia tra i calciatori che nella scelta degli allenatori: si contano infatti ben 5 tecnici che si sono succeduti sulla panchina romanista in altrettanti anni. Ma anche il computo dei calciatori sbarcati in questi anni a Trigoria spaventa, considerato soprattutto il numero di meteore che hanno lasciato ben poca traccia: gente come José Angel, Kjaer, Heinze, Goicoechea, Bojan, Bastos, Emanuelson, Holebas, Ibarbo, Doumbia, Stekelenburg, Spolli hanno contribuito poco o nulla alla causa. Importante, comunque, la partecipazione in Champions League per due anni consecutivi, con la speranza di raggiungere l'obiettivo anche quest'anno. Ora la base di squadra è solida e il nuovo allenatore, Spalletti, è da annoverare assolutamente tra i top nel suo ruolo. Il momento è quello giusto per consacrare società e squadra, senza guardarsi indietro: la speranza è che il meglio debba ancora venire.