Il fragile pilastro della Roma

15.04.2019 21:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Il fragile pilastro della Roma
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

La partita contro l’Udinese, oltre a tre preziosissimi punti, ha però lasciato anche uno strascico negativo, da non sottovalutare. Per recuperare il pallone che ha portato al gol di Edin Džeko, Daniele De Rossi ha infatti riportato un problema al flessore, la cui entità è ancora da capire con certezza, ma che lascia quantomeno in dubbio - ad essere ottimisti - la sua presenza per la sfida di sabato contro l’Inter, tappa importantissima nella corsa alla Champions League. Il Capitano era riuscito a tornare a giocare due partite consecutive dopo oltre un mese (la coppia precedente era stata Lazio-Roma e Porto-Roma, tra il 2 e il 6 marzo) e l’assenza di impegni infrasettimanali da qui alla fine della stagione lasciava presagire un suo possibile impiego (quasi) continuativo da qui al 26 maggio, con tutti i vantaggi del caso a livello di carisma e non solo. Così, invece, non sarà, con il terzo contrattempo stagionale (dopo il problema al ginocchio riportato in Napoli-Roma del 28 ottobre e quello al polpaccio riportato nella sfida del Dragao) che, al di là delle riflessioni che la Roma e il giocatore dovranno fare sul futuro, impone di trovare delle soluzioni anche per il presente.

Claudio Ranieri ha dimostrato di contare tantissimo sul numero 16 e, a questo punto, dovrà riversare almeno parte di quella fiducia su altri elementi, come, ad esempio, Steven Nzonzi, le cui condizioni - dopo la botta al ginocchio che gli ha impedito di essere incluso nella lista dei convocati di sabato scorso - sono anch’esse da verificare, ma che, comunque, era stato lasciato fuori per scelta tecnica a Genova, nonostante una partita giocata in crescendo contro la Fiorentina: da lì, eventualmente, il francese dovrà ripartire per dire la sua in una stagione piuttosto problematica, anche oltre i suoi demeriti specifici. Poi c'è Bryan Cristante, che contro l'Udinese è tornato a dare segnali confortanti (in quello che, ricordiamo, non è il suo ruolo, o, per lo meno, non è il ruolo per cui era stato acquistato in estate) e anche Lorenzo Pellegrini, ormai pienamente recuperato, può giocare accanto a lui, seppur con caratteristiche diverse da quelle che il tecnico vorrebbe nei suoi centrocampisti centrali: le soluzioni, dunque, ci sono, per cercare di sentire il meno possibile la mancanza di un elemento tornato a essere fondamentale, nonostante età e acciacchi fisici. Un pilastro - fisiologicamente - un po' troppo fragile, che si sperava potesse tenere almeno fino a fine anno: speranza vana.