Vulpis: "La Roma ha bisogno di investimenti e gli americani non ne vogliono fare"

08.08.2011 20:41 di  Gabriele Chiocchio   vedi letture
Fonte: Paese Sera
Vulpis: "La Roma ha bisogno di investimenti e gli americani non ne vogliono fare"
Vocegiallorossa.it
© foto di Francesco Schininà

Marcel Vulpis, direttore di sporteconomy.it, intervistato da Paese Sera, ha detto la sua sulla situazione della nuova Roma di Thomas DiBenedetto: "La nuova Roma deve far divertire la gente, deve farla tornare allo stadio. Non si deve puntare per forza al risultato, anche perchè con grande probabilità vinceranno le solite. Non bisogna ammazzarsi per avere risultati sportivi. Bisogna ammazzarsi per far innamorare la gente. Quando si entra in un mercato nuovo, come quello italiano, è sempre molto complicato fare previsioni. Chi si avvicina al mondo del calcio rischia poi di ammalarsi di “calcite”, di diventare un personaggio (vedi De Laurentiis) e si ha automaticamente la pretesa che tutto ciò che si decide è giusto. La Roma avrà bisogno, in questo primo anno, di una grande iniezione di denaro. La crescita sarà graduale ma non si può prescindere dagli investimenti. Se non centri l'obiettivo Champions, ti ritrovi con i bilanci in perdita. E' ancora essenziale entrare nel lotto delle prime tre, ma questo vale per tutte le squadre italiane di vertice.

Non qualificarsi, significa bilancio in perdita. Non c'è più spazio per gli errori. Nella conferenza di presentazione non si è parlato di business plan, né di soldi. Significa che non c'è volontà di fare investimenti massicci da subito, e a questo punto ho l'idea che la Roma si debba affidare alle capacità di Sabatini. Fossi stato DiBenedetto avrei detto: partiamo dal presupposto che abbiamo molte spese, però spenderemo per il primo anno. Solo con i soldi fai il salto i qualità. Lo deve capire DiBenedetto, la Roma non è solo l'opportunità di fare lo stadio, deve essere di più. Vediamo tra sei mesi, perchè i tifosi vogliono qualcosa di grande. La sua fortuna è la stanchezza dei tifosi nei confronti della vecchia dirigenza, ma a stancarsi dei nuovi ci si mette poco. Allo stesso tempo però, per la situazione economica italiana, è questo il momento peggiore per entrare nel nostro movimento calcistico".