Ulivieri: "L'Inter dovrà essere l'anti-Juventus". AUDIO!

26.08.2020 02:00 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Ulivieri: "L'Inter dovrà essere l'anti-Juventus". AUDIO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, è intervenuto a TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto. La sua riflessione comincia da Andrea Pirlo, debuttante allenatore della Juventus: "L'avevano già presentato una decina di giorni fa per l'U23, e c'era tutta la Juventus, presidente compreso. Quello già significava che sarebbe diventato l'allenatore della prima squadra... Il calcio di oggi impone che i giocatori di qualità siano tutti presenti, a patto che si suddividano la fatica, sacrificandosi un po' tutti".

Quali possono essere le maggiori difficoltà per lui?
"Una trentina d'anni fa gli staff avevano quattro-cinque persone, oggi c'è una struttura di almeno una dozzina di uomini. L'allenatore è un direttore d'orchestra che mette insieme tutto, il mestiere è cambiato. Non è detto sia più facile, anche se da un certo punto di vista può esserlo, perché per la gestione mediatica ad esempio è più difficile...".

Alla Juventus però arrivare secondi non si può.
"Hanno già vinto nove campionati di fila... Se non possono perdere neanche un anno, allora si può chiudere. Hanno cambiato per avere uno che avesse maggiori stimoli rispetto a Sarri, hanno ravvisato la necessità di cambiare investendo su un giovane. Questa è la legge del mercato: essendo libero, la Juventus sceglie chi gli pare. Pirlo è uno che di calcio ne sa tanto, ha visioni moderne e si porta dietro la sua esperienza da calciatore. Le basi ci sono tutte, poi non so come farà l'allenatore, sarà il campo a dirlo".

Tempo fa era emerso anche il nome di De Rossi.
"Come sapere di calcio può diventare un bell'allenatore, ma ci sono delle regole. Una volta successe di derogare con Mancini, ma era perché allora la FIGC era commissariata, e il commissario può fare cosa gli pare".

Sarebbe il caso di far slittare l'inizio della prossima Serie A?
"Non è semplice mettere d'accordo tutti. Io alleno il Pontedera in Serie B femminile e iniziamo le qualificazioni di Coppa Italia il 2 settembre: anche per noi sembra troppo presto, pure per i problemi che comporta il dilettantismo. Accontentare tutti non si può, c'è chi dovrà fare qualche sacrificio più degli altri. Le coppe europee poi ci hanno spiegato che ha tratto vantaggi chi aveva giocato di meno".

Il mercato aperto durante le partite cosa significa per un allenatore?
"Un po' di fastidio lo dà: ti trovi magari ad allenare qualcuno che ha la testa da un'altra parte. Se vuoi stare qui, bene, ma deve esserci passione: quando vedevo cose così io mandavo la gente ad allenarsi da sola... Sono cambiati i tempi ma rimangono cose ovvie".

La Supercoppa Europea a Budapest dovrebbe riaprire in parte al pubblico. Segnale per il nostro campionato?
"Non si sa come andrà tutto da qui ad allora, dovremo essere pronti anche nuovamente a cambiare. Una cosa è certa: quello che è successo a chi è andato all'estero, o in Sardegna durante le vacanze, deve farci riflettere. Tanti, per la voglia di libertà, stanno dimenticandosi che il diritto di godere la propria libertà non deve essere mancanza di rispetto verso gli altri. Ho letto la notizia di una ragazza che, andata in discoteca, ha infettato la famiglia e sta vivendo male il fatto che il padre sia in terapia intensiva".

L'Inter poteva fare di più contro il Siviglia?
"Il Siviglia è stato superiore e ha vinto meritatamente, poi non spetta a me valutare il lavoro di Conte. Pensiamo semmai al tipo di calcio che propone, se così schematizzato è funzionale alle competizioni europee o se qualcosa lì lasci per strada. Parliamo comunque di una squadra arrivata in finale... Seppure poi l'Europa League non sia al livello della Champions, pur facendolo passare come un grande evento".

Possono essere i nerazzurri la vera anti-Juve?
"Devono esserlo, non possono. Per quanto hanno speso e si preparano a spendere, hanno l'obbligo di contendere lo Scudetto alla Juventus".

Che anno sarà per Pioli il prossimo?
"Bisogna considerare il periodo in cui si è giocato: può darsi che il Milan abbia avuto qualche vantaggio, e non penso viaggeranno a quei ritmi, altrimenti vincono lo scudetto. Sono una squadra giovane e non vorrei gravare Pioli di responsabilità che questa squadra ancora non può sostenere".

La FIGC deve dotarsi di un piano B?
"Certo, devono prepararlo e penso ci sia. Da febbraio in poi, quando c'è stato da riprendere in mano le redini del calcio italiano in modo anche autorevole, è stato fatto. Starà a Governo e autorità sanitarie dire quale percorso sarà possibile fare, speriamo non ce ne sia bisogno. Noi vorremmo, come quest'anno, arrivare ad una definizione del campionato attraverso il merito sportivo. La Federazione ha dimostrato di esserci, sia nei confronti delle critiche che del CONI: è un punto di riferimento per ogni componente del calcio, dal dilettantismo ai più alti livelli".

C'è meno sofferenza oggi nel movimento dilettantistico e in Lega Pro rispetto alle attese?
"Ancora è presto per dirlo. Aspettiamo e cerchiamo di capire che cosa sta succedendo e cosa accadrà alla ripresa".

Una bella favola quella dello Spezia.
"Una storia bella realizzata da un grande allenatore come Italiano, siamo tutti contenti quando succedono queste cose".