Legrottaglie: "Le parole di Kolarov? Ci sono anche tifosi che capiscono di calcio"

27.11.2018 18:00 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Legrottaglie: "Le parole di Kolarov? Ci sono anche tifosi che capiscono di calcio"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nicola Legrottaglie, ex difensore di Catania e Juventus tra le altre, ha parlato a soccermagazine.it. Ecco uno stralcio delle sue parole:

"Le parole di Kolarov sui tifosi? Trovi anche i tifosi che sanno di calcio. Non tutti i tifosi non sanno di calcio, anzi, a volte qualche tifoso ti dà anche qualche dritta. Come dico sempre, devi essere tu a prendere il meglio da tutte le situazioni che hai intorno: non sempre intorno a te le cose saranno sempre come tu desideri, ma se hai l’atteggiamento giusto puoi prendere il meglio da quello che c’è e non farti condizionare troppo da quello che accade. Se il giocatore si fa condizionare da quello che dice il tifoso sta dando in quel momento autorevolezza a quel tifoso più che al suo allenatore, quindi è una questione di credo. Il tifoso sbaglia la domenica, ma lui può fare quello che vuole: non condivido a volte il fatto di fischiare la propria squadra e di trattare male i propri giocatori, perché non porta beneficio alla squadra che tifi e che ami. Lì ci vedo un amore finto. Chi mette in difficoltà la propria squadra durante la partita non sta andando allo stadio per incitare, ma per sfogarsi per problemi che ha lui. Gli addii delle bandiere nel calcio? Dipende dai rapporti. Nessuno può obbligare una società a tenere un giocatore solo perché è stato una bandiera. Le bandiere finiscono, poi rimane l’uomo, rimangono altre cose, rimangono le relazioni, rimangono gli obiettivi. Non è detto che se una società non dà a un grande nome la possibilità di fare non lo stia valorizzando, anzi, magari non vuole screditarlo. Non si trovano accordi su obiettivi comuni e quindi è inutile lavorare insieme. Io credo che se una società furba e intelligente riesce a portarsi il giocatore nella sua visione ne abbia tanto di beneficio, perché hai a che fare con un giocatore che conosce l’ambiente e sa già come comportarsi in quell’ambiente. Bisogna vedere gli obiettivi. Se c’è un obiettivo comune allora sì, ma se non c’è non credo che debbano per forza farlo".