Abete vuole una decisione senza pregiudizi per Euro 2016
«Vogliamo che il percorso sia trasparente fino in fondo. Non ci sono pregiudizi, non ci devono essere. Auspico che non ci saranno». Giancarlo Abete confida nel responso del 28 maggio, quando la Uefa sceglierà la sede degli Europei 2016, la prima edizione aperta a 24 squadre. L'Italia punta ad ospitare la manifestazione come Francia e Turchia. «Il 29 aprile la Uefa ha trasferito alla Figc le considerazioni su dossier e la federazione ha consegnato le proprie controvalutazioni. Il 6 maggio c'è stato l'ultimo workshop di confronto. Il 14 maggio era prevista la prima valutazione, quella definitiva è in programma per il 26 maggio», dice Abete ripercorrendo rapidamente le tappe principali dell'iter. «La Uefa -aggiunge- sta valutando in modo comparato i dossier, si tratta di 20 capitoli che hanno un peso differenziato: stadi, sicurezza, recettività, trasporti.
Ad esempio, gli stadi valgono il 16%. È emerso che la Uefa non è soddisfatta delle motivazioni alla base della candidatura italiana: questa voce pesa l'1%. Noi -afferma ancora- dobbiamo avere una nostra politica sportiva a livello Uefa. A certi livelli, grandi paesi devono essere autoconsistenti: paesi come la Germania, la Francia, l'Inghilterra e l'Italia devono avere una politica autonoma. L'Italia deve avere la capacità di esprimere le proprie posizioni mantenendo un'identità. Non si può essere dipendenti, non è produttivo seguire l'onda. Poi, si può vincere o perdere. Ma è importante esprimere posizioni proprie»