Pellegrini: "Essere romano e giocare per la Roma si sente. Devo tanto a Di Francesco"

18.10.2018 07:00 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Pellegrini: "Essere romano e giocare per la Roma si sente. Devo tanto a Di Francesco"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

A pochi minuti dalla presentazione delle nuove Nike Phantom all'interno del Nike Store di Via del Corso, Lorenzo Pellegrini ha parlato ai microfoni di Roma TV.

Se mi sarei aspettato una presenza così numerosa oggi? No ma vuol dire che c’è entusiasmo attorno alla squadra. All’inizio di stagione non era così scontato. Sono contento. Se quello di oggi un buon motivo per avere un contatto con i tifosi? Sì, dà la possibilità alle persone e a noi di vivere giornate emozionanti. Come ho trovato il gruppo dopo la Nazionale? Ho trovato un grande gruppo come al solito. Abbiamo un bel rapporto e ci sentiamo anche quando siamo fuori. Adesso stiamo riuscendo a mettere anche in campo il nostro affiatamento. Lo abbiamo dimostrato in queste ultime due partite. Quanto si gioca la Roma in questo periodo? È fondamentale mettere in chiaro le cose sia in campionato sia in Champions. In campionato proveremo a recuperare qualche punto già da sabato contro la SPAL. Quanto è importante il gruppo? Come abbiamo visto il mister ama cambiare, anche chi non va in Nazionale deve dare il 100% perché si può avere sempre un’occasione. Si ha sempre la possibilità di fare bene”.

Il calciatore ha poi parlato anche a Sky Sport.

"Come ha cambiato la mia vita quel tacco al derby? Se sono felice di essere qui con questi tifosi? Fa sempre piacere vivere giornate così, noi viviamo per i tifosi. Ovviamente è stato bello per tutta la squadra vincere il derby di Roma, non solo per me. Era troppo importante per noi. Questo il momento migliore per la Roma? Abbiamo vissuto la sosta serenamente, grazie a quelle vittorie consecutive arrivate prima della pausa. Ora ci saranno partite fondamentali anche in Champions, dove dobbiamo passare il turno. Champions più complicata per la vittoria del CSKA contro il Real Madrid? Non ci aspettavamo naturalmente, come tutti credo, la vittoria del CSKA. Ora pensiamo solamente che facendo due risultati positivi con loro saremmo a un ottimo punto. Noi dobbiamo cercare di passare il turno. La vittoria contro la Polonia in Nazionale? Non posso dire che me l'aspettassi. Ma per il periodo non semplice che stiamo vivendo, questa vittoria è importante. Nasce dal gruppo che siamo, sia fuori sia dentro il campo. Anche con l'Ucraina avevamo fatto bene. Se Mancini sia sensibile con i giovani? Sì, e questo ci dà fiducia. Penso che il mister sia molto bravo nella gestione di tutti noi. Ti fa sempre sentire importante e abbiamo la consapevolezza che fa giocare quelli che vede meglio in allenamento. Cosa devo a Di Francesco? Devo tanto. Mi ha dato molto in questi anni. Mi ha fatto crescere come giocatore e come uomo. Fortunatamente il nostro percorso continua insieme e speriamo di fare del nostro meglio in questa stagione. Se mi vedo un giorno capitano della Roma? Non penso a questo, so quanto è importante essere Capitano della Roma. L’essere romano e giocare per la Roma si sente. È una cosa che si sente anche al di fuori: le persone ti vogliono bene. Questa maglietta riesce a rispecchiare le caratteristiche più belle del club ossia calciatori proveniente dal proprio vivaio. Se mi piace il mio nuovo ruolo? Ho spazio per svariare e divertirmi, ho meno pensieri tattici rispetto alla mezzala. Sono entusiasta in questo nuovo ruolo. In questo momento mi piace giocare lì anche perché vedo la squadra girare bene. Tutti ci troviamo bene e vengono date più soluzioni di passaggio. In cosa sono diverso da Pastore? Nell’interpretazione non credo, anche lui ha dimostrato di fare benissimo da trequartista. Io mi metto a disposizione come lui. Abbiamo un bel rapporto, come tutto il gruppo. Sicuramente lui ha tanta tecnica. Chi mi ha aiutato di più a crescere a Roma? Devo dire che conoscevo diverse persone già dalla Primavera. Conoscevo De Rossi e Florenzi. È stato semplice farmi accogliere. Il ragazzo con cui ho legato di più è El Shaarawy: con lui il rapporto va oltre il calcio. Il gol al derby? C’è stata un po’ di incoscienza: se la palla fosse finita fuori in molti non me l’avrebbero perdonato. In quel momento non devi pensare. Mi sono girato, ho visto la palla entrare ed è stato fantastico. Se ci sono giovani che possono risolvere il derby di Milano? È sempre bello vedere un giovane fare bene in partite importanti, spero di vedere una bella partita. Cosa consiglio ai giovani calciatori? Continuare sempre a divertirsi: questa è la base e il pane quotidiano anche per noi che lo facciamo come lavoro. Così si rende sempre di più. Come valuto mio fratello Francesco (presente di fianco a Lorenzo ndr)? Fa il centrocampista ma è più difensivo rispetto a me. Non è destro ma mancino. Quando ho esordito? A Cesena, sul sintetico, avevo 18 anni. Mi sembra che fosse il 22 marzo. Abbiamo vinto 1-0 proprio con un gol di De Rossi".

Prende la parola Francesco Pellegrini: "Che consigli mi danno mio fratello e mio padre? Di divertirmi. Un futuro con tre Pellegrini in campo? Magari, sarebbe un record".