L'inutilità delle fazioni pro e anti De Rossi
La buona notizia è che la Roma continua a subire poco. Molto poco, pochissimo. Talmente poco che, nelle ultime due gare di campionato, ha deciso di farsi gol da sola. Contro la Lazio, Manolas si è improvvisato il Lanna greco e ha regalato il rigore ai biancocelesti mentre a Genova De Rossi ha rovinato tutto prima trattenendo e poi schiaffeggiando Lapadula. È un peccato perché la Roma, dopo aver sofferto tantissimo per trovare il gol, era riuscita a sbloccare la gara con El Shaarawy e si sarebbe avviata a un comodo 1-0. Non ne siamo sicuri, per carità, ma poiché il Genoa non aveva creato praticamente nulla era ragionevole pensare che i giallorossi potessero difendere serenamente l'uno a zero. La follia di De Rossi non solo ha concesso ai liguri di pareggiare ma ha rischiato addirittura di far vincere gli avversari, lasciando la Roma in 10. Se Lapadula abbia accentuato o meno non lo sapremo mai, né interessa particolarmente. Il colpo c'è stato e anche piuttosto evidente.
De Rossi avrebbe fatto meglio a limitarsi a chiedere scusa perché se l'attaccante genoano si sia o no buttato conta relativamente. Ciò che rimarrà agli atti è un fallo inutile che è costato due punti.. Leggere poi gli insulti sui vari social network è un'altra follia, non prettamente romana ma tipica dei social. Il guaio, però, è combinato e non è piccolo. Le divisioni, i partiti servono a poco: i pro De Rossi, i difensori a prescindere e chi invece lo tratta come se fosse il peggior traditore della patria hanno la stessa utilità: zero. Dividono un ambiente che, solitamente, riesce a dividersi molto bene senza aver bisogno di aiuti particolari. Ciò che serve è prendere atto di un momento di follia, prendere atto delle scuse (anche se dire “oggi ho trovato quello che si è buttato” stona), poi a tempo debito si faranno le necessarie considerazioni, prendendo in esame tutta la stagione e valutando per il bene della Roma. Serenamente e senza rancori.