Spalletti: "Dzeko? Stasera non gli si può dire niente, sono tutti risaliti sul carro, poi appena sbaglia un tiro subito a dargli contro". VIDEO!

08.02.2017 09:05 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Spalletti: "Dzeko? Stasera non gli si può dire niente, sono tutti risaliti sul carro, poi appena sbaglia un tiro subito a dargli contro". VIDEO!
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Spalletti a Premium Sport a fine gara

"Dzeko? Stasera non gli si può dire niente, sono tutti risaliti sul carro, poi appena sbaglia un tiro subito a dargli contro. Noi stiamo facendo un grande campionato, la Juventus lo sta facendo e noi abbiamo l'obbligo di provarci fino in fondo, c'è questo periodo che si può entrare in confusione perché ci sono diverse partite, abbiamo visto nel Super Bowl cosa è successo, dobbiamo crederci. Differenze Mandzukic, Mertens e Nainggolan? Il discorso diventa sempre quello di trovare una quadratura. Se a Mandzukic dici che può giocare con altri campioni, è uno stimolo per lui giocare da un'altra parte. Mertens sta segnando e al gol si dà risalto, Nainggolan gli manca un po' di tecnica ma sta migliorando, lui ce l'ha l'ultimo passaggio entro le possibilità, poi qualche volta se la piglia comoda e cerca quell'obiettivo lì, poi diventa l'uomo in più della squadra. Ho esultato perché non si è mai tranquilli e mi sono liberato perché oggi era fondamentale vincere, si sa che poi quando ti ci fanno il buchettino può diventare difficile reggere la pressione. Aver reagito così fa vedeer che la squadra è tosta, abbiamo fatto una partita di carattere, Manolas ed Emerson sono stati aggressivi e dietro non abbiamo concesso niente, abbiamo vinto la partita anche dal punto di vista fisico. La rimonta? Dobbiamo fare le cose in maniera corretta, dobbiamo ci alleneremo la mattina e faremo i complimenti alla squadra, siamo stati determinati e poi andremo a giocare per essere uguali a stasera. Se resto? Si è già parlato di questa cosa qui e si è detto il discorso finale, si rimane così. Contano i calciatori per vincere le partite, conta fare i contratti a De Rossi o a Totti, il suo contratto ve lo puppate voi, lui per me deve fare quello che a lui fa piacere. Gente come Manolas, come Strootman, loro contano".

Spalletti a Sky Sport

Cosa ha reso facile la gara? L'atteggiamento della squadra. Dopo i primi 20' siamo andati a pressare alto rischiando anche qualche cosa perché poi la Fiorentina è una squadra forte, che palleggia bene, però fisicamente gli siamo passati sopra. All'inizio ci hanno liberato dalla tecnica creandoci dei problemi. Nel secondo tempo molto bene perché la squadra ha accettato i duelli vincendone molti e rimanendo lucida per andare a fare male. De Rossi rinnova? Io penso di si, non ho parlato con la società. Secondo me possono parlarne con me ma hanno altri numeri da rispettare. Ci sono dei contratti che vanno discussi ma la società lo farà con i tempi giusti. De Rossi incarna lo spirito romanista, è esperto e maturo, può sempre far comodo alla Roma. Massara mi attende fino a giugno? Del mio contratto se ne riparla alla fine. L'importante sono i calciatori, bisogna mantenere intatto lo spogliatoio, dare equilibrio, far emergere le giuste valutazioni. Quando c'è troppa differenza qualcuno ci rimane male. Se diciamo che la squadra è forte è merito dei calciatori, tipo Strootman, Nainggolan, Dzeko, che sono anche cresciuti. Ora sono tutti sul carro di Dzeko. Il giocatore è forte, questo è uno di quelli veri. L'ansia fa commettere qualche errore ma lui è un grande campione. Stasera dovevamo togliere i dubbi che stavano venendo fuori. Noi non ne avevamo, però è facile andare in confusione quanto qualcuno insinua il dubbio. La Roma è forte, l'ha fatto vedere contro una squadra altrettanto forte. Quando rientra Salah? Ho retto fino a ora sul trovare un'altra punta, ora il problema è che ne abbiamo troppe. Non diventa difficile. Qualcuno deve star fuori, può capitare anche a Salah. Teniamo conto di tutto. Quando non giocava Dzeko volevamo tutti mandarlo via. Poi quando mi ha chiesto se doveva rimanere gli ho detto che mi serviva uno con le sue qualità, l'importante era farle vedere. Noi dobbiamo vincere domenica dopo domenica. Qui è un po' più difficile, quando però poi riesci ad avere una connessione con il pubblico di Roma ti riesce tutto. C'è un momento, come successo anche a Emerson Palmieri, che bisogna lasciarli un po' più tranquilli. La partita del brasiliano l'avete vista? Uomo partita Spalletti. Costruzione Stadio? Ci sono i professionisti che fanno benissimo il loro lavoro. Sono convinto che si troverà la soluzione perché è giusto così. Servono stadi migliori per l'economia delle città. Se si guarda cosa muove il calcio a Londra, si capisce tutto. Ovviamente le regole prima di tutto”. 

Spalletti in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)

“I primi 20 minuti? La partita era difficile, importante, in un momento delicato. Bisognava pulire questi dubbi che cominciavano a venire a qualcuno. Nei primi 20 minuti siamo arrivati in ritardo e loro ci hanno creato problemi, sono una squadra tecnica, fanno girare palla, si sono liberati dal pressing che abbiamo portato nella loro metà campo. Quei minuti lì ci sono serviti per prendere le distanze corrette, poi siamo arrivati quasi sempre in tempo, abbiamo fatto bene da un punto di vista fisico, è salita la convinzione di poter fare la partita in maniera spavalda, la squadra l’ha fatta bene la partita. Abbiamo poi fatto anche gol per cui è tornato tutto, è tornato il fatto che la Roma è forte e che può giocare partite di questo livello. Da un certo settore in poi c’era questa forza di non dare spazio agli avversari, questo è il verso giusto. Il contratto? Ne abbiamo già parlato. C’è però la possibilità di prendere lo spunto per i giocatori, quello che diventa importante sono i loro contratti. Bisogna creare uno spogliatoio corretto, mettere a posto le situazioni individuali. Senza i rientri di Nainggolan, di Džeko, di El Shaarawy… hanno fatto vedere di essere una squadra forte, come gli dico da quando sono arrivato. Rimorsi per Genova o consapevolezza di un progetto? Ti facevo con più personalità. La formazione di Genova? Dillo! È quello a cui voleva arrivare. Il discorso è che a Genova ci sono state quelle due segnature, ma non c’era nessuna avvisaglia del fatto che potessimo andare in confusione. Ma bisogna cominciare l’azione, noi ci chiamiamo Roma e dobbiamo prenderci le responsabilità. Per prima cosa comandare il gioco, se levi giocatori come Pjanić diventa più difficile, Strootman è un po’ diverso. Bisogna aumentare la qualità a inizio azione. Poi abbiamo fatto tutto bene, siamo stati più aggressivi, si è tenuta più la difesa alta. È una cosa che dobbiamo fare, la Fiorentina ogni tanto ti obbliga. Qualche ansia, qualche momento in cui ti viene il fiato grosso bisogna che succeda. Lo stesso tempo di far giocare Vermaelen che è uno dei migliori che abbiamo per la guida della palla, ti pressano, ti portano questo nuvolo di giocatori, se esci dal pressing hai praterie. Avevo levato anche Emerson se davo retta a voi. Ora? Tutti sopra al carro. Džeko? Carro pieno. Sbaglia un gol? Carro vuoto, tutti di sotto. Andiamo avanti. Come si spiega mentalmente la Roma? Secondo me questo è un po’ vero, nel senso che loro ormai ce l’hanno già consolidata quella spina dorsale di quando arriva un calciatore nuovo c’è un gruppo di giocatori che ti dà il benvenuto e che ti dice che bisogna vincere. Stiamo costruendo questo gruppo, abbiamo una squadra seria, ma in base a quello che si vede, far sentire subito il morso della pressione, del dovere, dell’usare tutti i momenti per essere sempre più forti e antipatici, più determinati, secondo me ora sta venendo fuori, fino a ora c’era qualche dubbio o qualche libertà in più. Questa ossessione bisogna riuscire a fargliela percepire. Non è la stessa cosa arrivare quarti, secondi, quinti, bisogna arrivare davanti, sempre. È un’imposizione. Bisogna fare il massimo, senza lasciare nulla, e azzardare a qualcosa in più. Bisogna essere coraggiosi per pensare di essere più forti di quello che siamo, senza diventare presuntuosi, ma bisogna avere ambizioni forti. Ci chiamiamo Roma, non c’è altra scelta”.

Spalletti a Roma TV

“Se è stata una delle migliori partite della stagione? Secondo me sì. Siamo stati belli tosti, determinati, aggressivi e fisici al punto di voler vincere più duelli individuali. Sul gioco dobbiamo migliorare: abbiamo perso palle in maniera banale. La fisicità della squadra? Era come se a un certo punto del campo ci fosse un cancello. Questo ha permesso alla squadra di salire di convinzione e condizione. Se giocare per ultimi sarebbe potuto essere difficile? È un gioco importante quello del calcio, c’è dietro la passione e il lavoro di tante persone. Se ci comincia a venire il braccino sul risultato di un altro, non è sintomo di grande calciatori. Se si vuole fare un altro gioco andiamocelo a scegliere. Qui abbiamo delle imposizioni: vincere quasi sempre. Non siamo al di sotto degli altri. Dobbiamo inventare qualcosa di più del nostro massimo. I gol dei centrali? Era il nostro problema perché se io allenassi un’altra squadra e vedessi in area Dzeko, Fazio, Manolas, Rüdiger e de Rossi non saprei come marcarli. Meno male che hanno segnato. Qual è il dettaglio che manca per il salto di qualità? Questa convinzione. La squadra è forte mentalmente. Negli allenamenti si vede che sono ragazzi che si trasferiscono la ricerca per la vittoria. La soddisfazione della nostra vita è la vittoria della squadra. Questa unità e compattezza fa la differenza. La mia esultanza sul gol di Nainggolan? Hanno sfruttato il centimetro e sono stati veramente forti. Partita da registrare? Io ce le ho tutte. Quello che diventa importante è l’inizio dell’azione: il pressing avversario deve essere un nostro vantaggio perché dobbiamo avere la qualità di uscire e giocare nello spazio. Senza autorità e tecnica per prendersi le responsabilità, come ha fatto Manolas a fine partita, non va bene. Se si guarda il primo tempo la difesa è stata troppo statica e la palla girava piano”.  

Spalletti a Rai Sport

"Secondo tempo più bello dell'anno? La squadra dal 25esimo si è comportata molto bene, a parte qualche rischio che la Fiorentina ti può sempre creare abbiamo sempre corso in avanti. Non li abbiamo mai fatti rifiatare e abbiamo avuto uno strapotere fisico. Dzeko? Ora salite tutti sul carro, quando sbaglierà una partita tutti giù poi... L'essenziale è riuscire a scavallare quel momento in cui tutti ti creano problemi per le tue prestazioni, ma quando lo scavalli ti sollevano e ti rendono un eroe Il rinnovo? Sei un giornalista distratto, ne ho parlato ieri... La Roma oggi dice che mi aspetta fino a maggio? Oggi dice così ma poi si vedrà, l'importante è che metta a posto il futuro dei calciatori, quelli sono importanti per far bene, che determinano le partite. Lo stadio? Mi sembra ci sia un dialogo aperto e corretto, è segno di professionalità. All'estero si vede cosa il movimento calcio crea, qui c'è una passione viva e bisogna fare degli stadi corretti per far partecipare tutti e portare la gente allo stadio. Se no c'è un'alternativa: fare fabbriche di ombrelli e impermeabili perchè allo stadio piove. Migliorare in trasferta? Possiamo fare meglio, prendere più iniziativa, affrontare l'uno contro uno. Siamo forti, e se gli altri accettano lo scontro possiamo fare male".