Totti: "Mi leverei volentieri 5 anni. Con i tifosi un amore reciproco, festeggerò con loro qualcos'altro"

27.09.2014 10:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Radio
Totti: "Mi leverei volentieri 5 anni. Con i tifosi un amore reciproco, festeggerò con loro qualcos'altro"
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© foto di Image Sport

Il Capitano della Roma Francesco Totti, che oggi compue 38 anni, ha parlato in un’intervista esclusiva ai microfoni di Roma Radio.

Auguri, innanzitutto. 38 anni come li senti?
“Come persona, giusti. Come calciatore, un po’ troppi. Non li sento, ma quando hai una certa età bisogna smettere. Cinque anni me li leverei volentieri”.

Ti attira il mondo dello spettacolo?
“Penso che rimarrò nel mondo del calcio, ma non ho pensato neanche a quello”.

L’allenatore?
“Non mi ci vedo, poi può darsi che in due anni si può cambiare. Conosco il carattere dei giocatori, soprattutto quando non giocano”.

Il più bel regalo di compleanno?
“Mi metti in difficoltà… è difficile farmi un regalo, ho quasi tutto. Le cose semplici sono sempre le più belle”.

I regali di Ilary?
“Sono più che regali”.

Cosa hai imparato?
“Sul campo, a gestirmi. Con l’esperienza riesci a fare tante cose”.

Come persona?
“Il modo di comportarsi. Mi sento più maturo, non faccio le cose che facevo a 20 anni”.

Cosa diresti a Totti a 20 anni?
“Non gli dovrei dire nulla, si è divertito, ha fatto tutto quello che c’era da fare. Li ho sfruttati nel migliore dei modi”.

Con chi avresti voluto giocare?
“Con Ronaldo. Ai tempi dell’Inter era il numero uno”.

Da chi avresti voluto essere allenato?
“Ancelotti. Ci siamo incrociati parecchie volte, c’è mancato poco e non ci siamo riusciti”.

C’è un giocatore simile a te?
“Boh… sinceramente non lo so. È complicato, non riesco a trovarne uno, per caratteristiche. Giocando in quel ruolo ogni giocatore ha caratteristiche diverse”.

Chelsea-Roma negli Stati Uniti, sei rimasto colpito dall’affetto dei giocatori blues.
“E’ quella la mia forza. Non mi rendo conto dell’importanza che ho fuori dall’Italia. Mi vogliono tutti bene, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto”.

Sei più sincero ora?
“Sono stato sempre sincero. A volte però qualche cavolatella la devi dire”.

Un errore che non rifaresti?
“Come uomo non ho fatto grandissimi errori, anzi. Come calciatore penso all’Europeo in Portogallo e a qualche reazione. Purtroppo fa parte del calcio, anche se è brutto da vedere”.

Fastidio a sentire qualche coro?
“Sinceramente, quando fanno cori contro di me mi fa piacere, vuol dire che mi temono. Gli insulti danno sempre fastidio, ma sappiamo che sono durante i 90 minuti. Per strada i complimenti si sprecano”.

L’ultimo calciatore che ti ha sorpreso?
“Il 10 del Chelsea, non è male (Hazard, ndr)”.

Dì qualcosa a Pallotta…
“Grazie della cena di Boston!”

A Garcia?
“Grande comunicatore. Anche se è straniero ha capito l’ambiente”.

A Sabatini?
“Smettere di fumare sarebbe una bella cosa”.

A Balzaretti?
“Non mollare”.

A qualcuno che per caso parcheggia al posto di Maicon?
“So c...i” (ride, ndr)

A De Rossi e Florenzi?
“Prima o poi diventeranno i capitani, più poi che prima”.

A Pjanic?
“E’ il nostro principino, ho un debole per lui e per i giocatori forti”.

Gervinho?
“Una forza della natura, cose istintive che neanche lui capisce, è più veloce della palla, mi gratifica”.

Ai tifosi?
“Mi fa piacere che mi vogliano bene, che mi seguono sempre con amore. È un amore reciproco, che abbiamo sempre vissuto insieme, da quando ho esordito. Penso che è un amore che rimarrà per sempre, anche quando smetterò. Mi sono stati vicini anche nei momenti più brutti, per questo è difficile dimenticarli. Fa solo che piacere, mi dà energia e stimoli per giocare. Prima di smettere riuscirò a festeggiare con loro qualcos’altro”.

Il 7 giugno mattina sarai contento se…
“...se potesse andare come vorrei. Quel posto è bello, sarà il destino. Dio esiste, crediamo nella fede”.