Sulle spalle dell'erede

05.09.2016 07:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Sulle spalle dell'erede
Vocegiallorossa.it

Il calciomercato si è concluso e la sensazione che ha lasciato è quella di incompiutezza: il tentativo andato a vuoto di prelevare Jack Wilshere dall’Arsenal non ha permesso al centrocampo di arricchirsi di una pedina considerata fondamentale, quella dell’uomo di qualità in grado di cambiare la marcia della manovra. E così il pacchetto mediano appare incompleto, specie viste le condizioni non tranquillizzanti di Daniele De Rossi, la giovane età di Gerson e i continui cambi di ruolo di Alessandro Florenzi che, stando a quanto dichiarato da Spalletti, giocherà sia come intermedio che nel tridente offensivo, meno da terzino quando rientrerà Antonio Rüdiger, che fungerà da alternativa più conservativa dell’esplosivo Bruno Peres. Restano dunque Kevin Strootman, in costante crescita dall’inizio della stagione, Radja Nainggolan, forse l’unica garanzia del centrocampo e Leandro Paredes, che sembra essere un po’ l’ago della bilancia di gran parte delle ambizioni della Roma. Dopo il positivo prestito a Empoli, la Roma ha infatti deciso di puntare sull’heredero, rifiutando proposte interessanti che avrebbero potuto portare risorse utili a movimentare il mercato, come da stile americano degli ultimi anni. Una scelta moderna, coraggiosa e lungimirante, ma che ha anche un’altra faccia della medaglia: i giallorossi sono ora di fatto costretti a trovare il modo di far crescere l’argentino il più velocemente possibile, per restare in linea con le proprie ambizioni di alta classifica. Paredes è, di fatto, l’unico elemento del centrocampo che dispone di una qualità superiore alla media, ma le partite giocate fino adesso mostrano ancora delle evidenti difficoltà di esplicitarle con continuità.

Lasciando un attimo da parte  i match con Porto e Cagliari, specialmente quello in Sardegna dove Paredes aveva il compito di restituire fosforo alla squadra entrando dalla panchina, il confronto che più ha reso evidenti le difficoltà dell’ex Empoli è quello contro l’Udinese. Finché in campo c’è stata una partita, con i bianconeri pronti a lottare su ogni pallone e ad azzannare caviglie per portare a casa il risultato, Paredes non è riuscito a dire la propria, salvo poi sfornare due grandi giocate una volta che gli ospiti avevano di fatto mollato la barra. È come se il numero 5 giallorosso avesse ancora problemi ad adattarsi alla statura della squadra in cui gioca, in cui servono evidentemente più concentrazione e ritmo, oltre alla qualità, per emergere. Normalmente si direbbe che bisogna avere calma, che il ragazzo ha tempo e che il talento c’è, ma la situazione in cui la Roma si è messa da sola fa scorrere le lancette molto più velocemente del normale. Una rapida maturazione di Paredes, infatti, significherà riportare il centrocampo a un livello ottimo o comunque paragonabile a quello delle rivali, nonostante una ovvia differenza di caratteristiche rispetto ai reparti passati; dover attendere ancora creerebbe invece ulteriori problemi a Spalletti, ancora alla ricerca di certezze che possano far trovare alla squadra fiducia e soprattutto risultati. Una responsabilità molto, forse troppo grande sulle spalle di un classe 1994, una scommessa ad altissimo rischio (e neanche l’unica) che la Roma deve vincere in qualsiasi modo.