The Szczesny Show, Dzeko: "Le mie stagioni di esordio non mi sono mai piaciute. Shevchenko è stato più forte di Henry". VIDEO!

12.05.2017 17:32 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Fonte: Youtube
The Szczesny Show, Dzeko: "Le mie stagioni di esordio non mi sono mai piaciute. Shevchenko è stato più forte di Henry". VIDEO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Youtube AS Roma

Il quarto ospite di Szczesny nel The Szczesny Show è l'attaccante giallorosso Edin Dzeko.

Ciao Dzeko, benvenuto. Devo dirti che le persone saranno un po’ deluse perché c’è la possibilità che venga Totti. Quindi gli spettatori si sintonizeranno con l’aspettativa di vedere Totti, come all’Olimpico, e poi vedono Dzeko.
“Non c’è problema, la gente sarà contenta credimi”.

Prima domanda. Spalletti ha detto che a volte sei troppo buono. Pensi di esserlo? Anzi scordati la domanda. Pensi che Spalletti sia buono?
"Io sono buono. E Spalletti è una brava persona”.

Ah sì?
“Sì, lo è. È una brava persona. Lo conosci?”.

A me piace ma non credo sia buono.
“Quindi cosa pensi di lui?”.

Mi piace ma non direi che è una persona amabile.
“È bravo e a volte è gentile”.

Sì, quando ci ha dato il giorno libero è stato gentile.
“Lo è sempre quando ce ne dà due”.

Ok, ci sono alcune domande che non ti farò. Non ti farò domande sui ragni perché sono la mia fobia.
“A me non danno fastidio”.

Quando te li trovi davanti come ti comporti?
“Li prendo in mano e li getto via”.

Io non lo farei mai! E invece lo faccio sempre. Poi ti mordono e alla fine muori!
“No, a me non mordono”.

A me invece morderebbero. Io ho paura dei ragni. Parlami delle tue prime stagioni con i diversi club… sembra che tu non riesca mai a segnare molto.
“Non lo so. Forse ho bisogno, anzi, avevo bisogno di più tempo del normale perché le mie stagioni di esordio non sono mai state un granché. Non mi sono mai piaciute ma per fortuna c’è sempre la stagione dopo. E senza la stagione d’esordio non c’è la seconda, quindi…”.

È vero, dobbiamo prenderla così. Quindi quando la prima stagione non è delle migliori tu sai che comunque quella dopo sarà buona.
“Sì, perché in passato è andata così”.

Quante volte è successo? Al Manchester City? Al Wolfsburg?
“Al Wolfsburg ero ancora giovane, avevo 21 anni”.

È passato tanto tempo. Quanto? 15 anni?
“Macché 15 anni… non sono così vecchio. Ma come ho detto, la prima stagione a Wolfsburg non è stata male. Probabilmente non è normale perché è stata la prima tappa importante della mia carriera. Poi al City ci sono voluti solamente sei mesi”.

Non giocavi sempre, però, quando eri al City, giusto? Nei primi sei mesi…
“No perché c’erano sempre altri attaccanti molto forti. C’erano Tevez, Balotelli. Poi è arrivato Aguero, sono arrivati Negredo, Jovetic. Al City c’erano sempre attaccanti fortissimi. C’era sempre moltissima concorrenza.

E poi c’eri tu…
“Io venivo prima di tutti”.

Prima di te c’era anche Bony. Non è assolutamente vera questa cosa. Mi hanno chiesto di chiederti del tuo record di gol contro l’Arsenal ma io non vorrei farti questa domanda. Ha segnato solamente un gol contro l’Arsenal.
“Quel gol l’ho fatto a te”.

Si è vero in porta c’ero io. 

Quando c’era Momo come ospite… Momo ha segnato solo un gol in Premier. Indovina a chi l’ha segnato?
“L’ha segnato a te”.

Sì, esatto… abbiamo perso quella partita per 6-0 e lui ha segnato il sesto gol quindi mi ha umiliato. Tu hai segnato in una partita in cui ti ho anche parato un rigore giusto?
“Sì, è vero”.

È stato un rigore fantastico.
“L’ho fatto per darti fiducia”.

Hai detto: “Paralo, tanto ti segno tra 5 minuti!”.
“Tanto dopo ho segnato e abbiamo vinto la partita. È stata un’ottima giornata per me”.

Ne avresti potuto segnare un altro ma ti ho parato un rigore… va bene così.
“Adesso sembri proprio Spalletti”.

Sembra che sia più facile, ora che siamo nella stessa squadra. Come è stato segnare nel derby di Roma? Hai segnato nel derby? Ah, sì, a porta vuota!
“Che domanda è?!”.

Dai quello lo avrebbero segnato tutti.
“Non ne ho segnato uno solo, ne ho fatti due”.

Hai segnato su rigore e hai fatto un gol a porta vuota, col tap-in. Domanda: “Cosa ne hai fatto del pallone dopo che hai segnato la tripletta contro il Viktoria Plzen?
“L’ho dato a mia figlia Una”.

Ma non sa neanche cosa sia!
“Certo che lo sa!”.

Pensa che sia cibo magari!
“Magari inizia così e poi…”

Diventerà una calciatrice?
“corre assieme al pallone ma non credo diventerà una calciatrice”.

Cosa farà da grande?
“Non lo so”.

Magari diventerà una modella, me la vedo già.
“Vedremo. Ha solo un anno. Tu invece dovresti cominciare a pensare ai figli”.

Sì, lo farò, ma ho solo 26 anni, per ora mi va bene allenarmi. Conservi magliette che ti sambi con gli avversari? Le scambi?
“Sì, spesso, ma di solito non sono io a chiedere di scambiarla. Non vorrei sembrare arrogante ma di solito non mi piace chiedere di scambiare la maglia, mi sento un po’ stupido. Qualche volta l’ho fatto, non mi ricordo di preciso con chi”.

Qual è la maglietta migliore che hai a casa?
“Mi aspettavo questa domanda”.

Non dirmi che hai quella di Messi.
“No, no. Quando ero al Wolfsburg e abbiamo giocato contro il Milan a San Siro”.

L’hai scambiata con Ronaldinho?
“No, c’era Shevchenko all’epoca. All’intervallo gli ho chiesto se mi potesse dare la maglia e lui me l’ha data. È la migliore che ho”.

Quindi era verso la fine della carriera di Shevchenko…
“Quella è la mia maglietta preferita”.

Io ne ho una di Van der Sar! Quando ho iniziato a giocare all’Arsenal, era l’ultimo anno di Van der Sar. Abbiamo giocato contro in una delle ultime gare della stagione e pensavo che non avrei mai più giocato contro di lui.
“E adesso dov’è la maglietta?”.

Ce le ho tutte nel mio appartamento a Londra. Sono tutte lì. Faccio la collezione.
“Io ne ho troppe”.

Davvero? Dove le tieni?
“Ce le ho nella mia casa di Sarajevo. In una piccola stanza. Ora sembra piccola perché è piena”.

Perché non mi hai mai chiesto la maglia? Abbiamo giocato contro qualche volta e non ti ho mai sentito chiedermi la maglia…
“Come ti ho detto, non sono il tipo che chiede la maglia…”

E la chiedi solo ai grandi giocatori vero?
“Ma no! Tu sei un ottimo giocatore, lo sei sempre stato. Mi hai anche parato un rigore, quindi… come avrei potuto, dopo quella partita, in cui mi hai parato un rigore, venirti a chiedere la maglia… tutti ne avrebbero parlato poi. Avrebbero detto, guardalo, gli ha parato il rigore e va a chiedergli la maglia”.

Saresti potuto venire nello spogliatoio dopo la partita, non avrebbe visto nessuno e dirmi: “Hai fatto una grande parata sull’1-1, poi ti ho segnato”.
“A fine partita stavo festeggiando”.

Mi sarebbe piaciuto moltissimo scambiare la maglia con te. Ok, qual è la domanda che ti fanno più spesso durante le interviste? E qual è quella a cui ti sei stancato di rispondere? In un’intervista recente hai detto che le strade di Roma assomigliano a quelle di Sarajevo durante la guerra.
“Sì, è vero. Sei d’accordo o no?”.

Sì, sono d’accordo. Hai presente quando sei sugli ottanta all’ora e improvvisamente cominci a saltare?
“Esatto, proprio così. Credo che debbano decisamente investire sulla manutenzione”.

E gli automobilisti non aiutano.
“Non me ne parlare altrimenti potrei dire cose poco piacevoli”.

Se potessi scegliere tra gli automobilisti di Roma e le strade di Roma…
“Questa è difficile”.

Le strade le posso gestire, gli automobilisti no! Siamo arrivati a Roma più o meno nello stesso momento…
“Ma sei sempre sulla stessa pagina?”.

Non ti preoccupare, arriviamo anche alla seconda pagina. Chi parla meglio l’italiano? Io e Ruediger? Ma che domanda è? Lo parlo meglio io di Ruediger!
“Questa è una domanda difficile”.

No, non lo è!
“Sì, lo è!”.

No che non lo è!
“Senti non ti ho mai sentito parlare italiano. Prima dell’ultima partita mi pare che tu abbia parlato in italiano con il mister”.

Sì, con Alessandro.
“Mi pare di sì. Mi hai sorpreso! Fate parlare lui dopo le partite. Non voglio parlare sempre io. Cosa dite?”.

Senti io lo faccio, basta che ci sia Claudio vicino a me.
“Lo fai in inglese”.

Senti, tempo fa ti ho visto durante un’intervista…
“No, non è vero…”

Sì, dopo il Cagliari…
“Ah sì, è vero”.

Eri in diretta, giusto? Dopo la partita eri con Sky mi pare… c’eri tu che facevi l’intervista e a un certo punto ti sei bloccato! Lo sai anche tu! Non parlavi più, non riuscivi a dire niente!
“Poi l’intervistatore è venuto in mio soccorso”.

Sì, ha risposto alla domanda al posto tuo!
“Sì, mi ha aiutato come Claudio aiuta te. Devi liberarti di Claudio. Quando lo farai, imparerai molto più velocemente perché poi dovrai parlare per forza, altrimenti aspetti sempre che Claudio ti aiuti”.

Sto imparando velocemente. Semplicemente non parla italiano con te.
“Sei semplicemente troppo timido”.

Sì, lo sono. L’altro giorno ho provato a parlare con Totti ma quando mi ha risposto non ho capito nulla.
“Non è facile capire cosa dice, è vero”.

Ero sicuro di me stesso, volevo parlare italiano. Parla in dialetto romano, gli ho detto qualcosa, lui ha risposto e io ero tipo: “Ok, fa niente”.
“Anche io faccio fatica a capire Checco quando parla”.

Per me è difficile capire anche quando parla De Rossi.
“Questo non lo so”.

Hai detto che il tuo idolo da bambino era Shevchenko ma sappiamo tutti e due che Henry era più forte, quindi perché Shevchenko?
“Per me non era più forte, forse per te perché hai giocato con lui”.

Mi stai davvero dicendo, davanti a quattro telecamere, che Shevchenko era più forte di Henry?
“Per me sì. Per me era il migliore di tutti”.

Smettiamo di fare questa intervista.
“Perché dovresti fermarla?”.

Stai davvero dicendo che…
“Possiamo semplicemente parlare”.

Cosa ti fa pensare che fosse più forte di Henry? La sua capacità realizzativa era inferiore a quella di Henry. Ha vinto molti trofei, questo sì.
“Ripetilo!”

Ok, Henry ha vinto meno trofei.
“Senti, non parliamo di trofei, è meglio”.

Hanno vinto tutti e due molti trofei, ma Henry ha vinto lgi Europei e un Mondiale! Nel 1998 era in panchina, nel 2000 invece ha giocato!
“Ti piace davvero Henry eh?”.

Parliamo di trofei allora, Henry o Shevchenko? Non ho mai visto l’Ucraina ai quarti di finale o qualcosa di simile.
“Certo quello sì…”. 

Se fosse stato veramente forte l’avrebbe portata lì.
“La Nazionale francese è sempre stata forte”.

Perché c’era Henry!
“Anche per quello, ma non solo”.

Cosa ti fa pensare che tecnicamente fosse più forte? Stiamo parlando di attaccanti, tu sei un attaccante, quindi dimmi perché era più forte.
“Come ti ho detto, ho sentito parlare di Shevchenko molto prima di Henry, se proprio vuoi saperlo”.

Perché Shevchenko era un attaccante del tuo livello. Henry era un’altra cosa. Davvero, Shevchenko non sarebbe nella mia top 10 degli attaccanti più forti di sempre.
“Sai perché? Perché te lo ricordi solo quando giocava nel Chelsea. Dovresti guardare un po’ indietro e vedere cosa ha fatto nel campionato italiano un po’ di anni fa”.

Lo so ma non è la stessa cosa. C’erano molti giocatori che erano forti in Italia ma per il resto…
“Tu secondo me non conosci molti giocatori forti che hanno giocato in Italia. Il campionato italiano era il migliore un po’ di tempo fa”.

Lo è ancora visto che ci giochiamo io e te.
“Certo, noi lo rendiamo migliore. O almeno ci proviamo. Continuiamo con le domande, parli troppo del tuo amico Henry”.

Questo è perché non riesco a capacitarmi di come tu possa pensarla così.
“Lo dici solo perché è tuo amico. Vorrei che Shevchenko fosse mio amico”.

Non è propriamente mio amico, prima di conoscerlo pensavo comunque che fosse l’attaccantep ià forte del mondo. Poi siamo diventati amici e quindi devo difenderlo. È come dire…
“Non serve che tu lo difenda”.

È come dire che Neuer è più forte di Szczesny, tutti sanno che non è vero.
“Non parlare degli altri portieri, non va bene”.

Sono veramente disgustato dalle tue parole su Henry. Ma è stato un piacere, la prossima volta ci sarà Totti qui e gli chiederemo se è più forte Shevchenko o Henry. Cosa direbbe Totti secondo te?
“Sono curioso di sapere cosa risponderà. In che lingua gliela farai?”.

In italiano. Ho già detto che se verrà Totti parlerò in italiano.
“Ma il problema è che tu puoi fargli le domande in italiano, ma quando risponde cosa farai? Oppure ci sarà Claudio vicino a te?”.

No, dirò semplicemente: “Sì, Checco, infatti…”.
“E poi passerai alla domanda successiva”.

Sarà domanda-risposta.
“Quando sarà? Se ti serve un traduttore conta su di me”.

Ma ti offenderesti perché dirà sicuramente che Henry è più forte di Shevchenko.
“Non ne sarei così sicuro. Francesco lo conosco bene, sicuramente meglio di te”.

Prima di concludere, ci sono 7 persone nello studio in questo momento. Alzi la mano chi pensa che Henry sia stato più forte di Shevchenko.
“Wow, possiamo chiudere qui. Szczesny, Szczesny…”

Non hanno mai guardato la Premier. Sono disgustato! Grazie per aver guardato lo Show, grazie.
“Esempio perfetto, tu non hai mai guardato il campionato italiano. Grazie mi sono molto divertito”.

Io no.