De Rossi: "Sentire incitare il Milan sesto in classifica fa pensare all'atmosfera che viviamo a Roma. Manichini? Non è una bella immagine da associare al Colosseo"

08.05.2017 09:10 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
De Rossi: "Sentire incitare il Milan sesto in classifica fa pensare all'atmosfera che viviamo a Roma. Manichini? Non è una bella immagine da associare al Colosseo"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

De Rossi a Roma TV

"Comunicare alla squadra? Lo facciamo sempre, non mi prendo più di tanti meriti. Sapevamo quanto fosse importante, eravamo anche un po’ tesi. È pesante per noi, sappiamo di meritare il secondo posto e di non aver fatto abbastanza per il primo. Dobbiamo finire il campionato in modo giusto, non è mai facile fare una prestazione del genere. Siamo 7 punti dietro alla squadra che mostra la più grande mentalità forse d’Europa, viene sminuito il nostro atteggiamento in campo. Per fare così tanti punti, per stare a tiro ci vuole una squadra che sappia vincere in trasferta, difendersi, preparare bene tante partite. A volte siamo inciampati, però oggi il Milan è entrato in campo, c’è stato trasporto dello stadio, sentirli incitare i giocatori da sesti in classifica fa pensare all’atmosfera che viviamo a Roma. Non è pienamente giusto rispetto a quello che stiamo facendo. Manichini? L’immagine non è piacevolissima, uno cerca di capire, mi hanno spiegato com’è nata la coreografia, la risposta, i manichini. Devo dire che sono tantissimi anni che gioco con la Roma e mai mezza volta mi sono sentito in pericolo. Vivo in centro e non ho mai vissuto un attimo di dubbio, sono stato sempre accolto bene, se avessi sentito un rischio me ne sarei andato. Non è così, non è stata l’immagine più bella da associare al Colosseo, non è stata la coreografia più riuscita, ma non si può neanche fare gesti e pretendere che non rispondano. Vivo tranquillo, occasioni di incontrare quelli della Curva Nord ne avremo, ne ho tutte le mattine. Starà a loro fare qualcosa di più divertente. Totti? Quando l’altr’anno si parlava di una stagione alla Kobe Bryant dicevo che avrebbe preso solo fischi, la mentalità è diversa. La grandezza del calciatore è questo, solo lui può essere capace di ricevere questi omaggi e non ha bisogno di entrare in campo. Lo fanno a prescindere e fa capire la grandezza del giocatore".