Cagliari-Roma, i top e flop
Una gara - non giocata - che ha dell'incredibile dato il susseguirsi di eventi che l'hanno caratterizzata a poche ore da quello che sarebbe dovuto essere il calcio d'inizio. Una squadra (la Roma) che intraprende un viaggio (quello verso la Sardegna) per disputare una partita contro un'altra squadra (il Cagliari), ma anche il batti e ribatti a suon di comunicati tra la stessa società sarda (sempre il Cagliari) e le istituzioni preposte al corretto svolgimento del campionato e alla sicurezza dei cittadini (la Lega Serie A, FIGC e Prefettura) sono i protagonisti di un weekend surreale, conclusosi con la decisione di non disputare il match in questione. I motivi sono noti a tutti - clicca QUI per una panoramica -, la gara non si è giocata ma Vocegiallorossa.it vi propone i consueti top e flop di una partita che lascerà sicuramente il segno.
TOP
LA PRESA DI POSIZIONE - Non si è fatta attendere la Roma, parte lesa in questa vicenda: attraverso le parole del proprio direttore generale, Franco Baldini, ha deciso di agire in modo chiaro e tempestivo, presentando un reclamo per tutelare i propri tifosi, i dipendenti e anche la stampa al seguito del club. I giallorossi non ci stanno - e ne hanno tutto il diritto -: il viaggio, le spese sostenute, ma soprattutto il corretto svolgimento del campionato che deve essere preservato. Perché il calcio è passione, sentimento che muove questo sport, ed è giusto che i portatori di questa passione siano tutelati con ogni mezzo. Avanti con determinazione.
LA DECISIONE DEL PREFETTO - Indiscutibile l'applicazione della legge. Laddove non esistano le condizioni per un sicuro svolgimento di una manifestazione sportiva la stessa deve essere inibita ai tifosi e - se si oltrepassa il limite - deve essere sospesa o rinviata. Se poi si esplicitano i motivi della decisone la tale diventa impeccabile. Responsabilmente oggettiva.
FLOP
LA PROVOCAZIONE - Il problema c'è ed è evidente. Si sarebbe potuto risolvere diversamente, magari predisponendo un piano alternativo e congiunto, compatibilmente con le tempistiche più adeguate. Ma la chiamata a raccolta di cinquemila tifosi nonostante il divieto imposto rischia di creare un precedente dalla natura contorta. Inspiegabile.
LO STADIO - Da Cagliari a Quartu Sant'Elena passando per Trieste: è questo il percorso che il club sardo ha svolto negli ultimi tempi per poter disputare il campionato di Serie A in seguito all'inagibilità del Sant'Elia. Ciò esplicita un problema tutto italiano, una fotografia di un Paese che desidera competere con i più grandi campionati esteri ma che, di giorno in giorno, si manifesta sempre meno all'altezza. Da risolvere. In fretta.