Dodicesima giornata, le prime sei l'una contro l'altra. Un weekend da sballo
Dodicesima giornata di Serie A da brividi, da sensazioni forti. La classifica recita: Milan 23, Lazio 22, Napoli 21, Inter 20, Juve 19, Roma 18. Tutte attaccate di un punto ma la sorte vuole che le prime sei si affrontino l’una con l’altra in un turno di campionato che può fornire indicazioni davvero utili per il prosieguo del torneo.
Vediamo come si presentano all’appuntamento le sei principesse della Serie A, valutando quanto mostrato nella prima fase della stagione e considerando gli attuali stati di forma.
Si parte sabato sera, ore 20:45, con Juventus-Roma: un antipasto di fuoco, allo stato dei fatti quinta contro sesta, ma le mire di entrambe sono del tutto differenti.
JUVENTUS: La squadra di Gigi Delneri ha già fissato un concetto: impossibile “steccare” le grandi partite. Le due trasferte di San Siro e quella di Manchester attestano quanto asserito: prova intensa nel pari contro l’Inter dove ai punti la Juve avrebbe meritato di più, bottino pieno contro la capolista Milan, mettendo in luce una prestazione da grande squadra, accorta in fase difensiva e spietata nelle poche occasioni avute a disposizione. Il morale è alto, così come fiducia e convinzione di poter vivere un ruolo da protagonista della stagione: merito di Delneri, abile ad imporre il proprio credo tattico all’organico e risoluto nelle scelte. I giocatori lo seguono, occhio a questa Juve, il cui limite oggi, non trascurabile, pare essere qualche calo di concentrazione nelle sfide alle cosiddette “piccole”.
ROMA: Che dire… nella capitale si sa, gli umori cambiano rapidamente, troppo. Qualche giorno fa era disastro, oggi lo scudetto è la parola più pronunciata. Cerchiamo di fare il punto: l’organico è da primissimi posti, anche le alternative agli undici “titolari” sono assolutamente competitive. Il morale della squadra è al massimo livello immaginabile, perché il fondo è già stato toccato e di conseguenza adesso s’intravede solo la luce. A Ranieri ora l’onere di gestire questa rosa e di non fermarsi più, risolvendo alcune incertezze tattiche ancora vive. La svolta “offensiva” ha dato i suoi frutti, la gara di Torino può rappresentare la vera rivoluzione della stagione giallorossa. I discorsi societari li lasciamo a chi di merito.
Domenica, lunch match come dicono quelli bravi, alle ore 12:30 c’è Lazio-Napoli, seconda contro terza, ad oggi le due vere sorprese della classifica, a parere di tanti entrambe al di sopra delle reali possibilità.
LAZIO: Stati d’animo mutevoli anche in casa Lazio. I biancocelesti dominatori delle prime giornate di campionato sembrano aver smarrito qualche certezza nel post derby: in quell’occasione a destare perplessità fu l’approccio alla gara, abbastanza remissivo. Nel turno infrasettimanale è arrivata la seconda sconfitta consecutiva, in una trasferta abbordabile quale Cesena. Tecnicamente si tratta di un organico rispettabile, ma la condizione psicologica della squadra di Reja è in calo, nonostante la seconda piazza in classifica. Al tecnico goriziano l’arduo compito di convincere i giocatori che quanto mostrato finora non è il frutto del caso ma un’ottima base per condurre una stagione da protagonisti.
NAPOLI: Il rendimento in trasferta è la chiave del successo degli uomini di Mazzarri: lontano dalle mura amiche finora nessuna ha fatto meglio del Napoli, quattro vittorie e due pareggi nelle sei gare disputate. La rosa a disposizione è abbastanza corta per poter gestire due competizioni, ma il tecnico livornese sembra aver trovato nel turnover alcune risorse importanti. Il punto forte è l’attacco: Cavani ha mostrato una vena realizzativa fuori dal comune, Lavezzi ha finalmente aggiunto il gol al suo repertorio di tecnica e velocità. Le debolezze sono altrove, da cercare nella tenuta difensiva, sia individualmente che come squadra. Il morale è alle stelle, restare in queste posizioni di classifica è un miracolo che vale la pena inseguire.
Chiusura di giornata con il botto: derby milanese, Inter-Milan, domenica ore 20:45. Prima contro quarta, la quarta è l’Inter. E questa è già una notizia.
INTER: Crisi, perché no! Basta vincere il derby per uscirne, ok, ma crisi. Facilmente spiegabile la ragione: l’Inter ha nove punti in meno rispetto allo scorso campionato, alcuni interpreti del Triplete targato Mourinho sono lontani parenti, controfigure, dei giocatori ammirati qualche mese fa. Svogliati, verrebbe da dire. Ecco, Josè Mourinho. Dopo di lui, ovunque ha messo piede, solo disastri. Le attenuanti: tanti infortuni, rilassamento agonistico, società assente ingiustificata dal calciomercato. Ma occhio a darli per bolliti: il gruppo è solido, Benitez ancora deve mettere piede in Italia. L’intensità di gioco e la fisicità della rosa Inter non ha pari, la voglia di riscatto, già da domenica sera, anche.
MILAN: Potrà sembrare strano, in controtendenza, ma i dubbi sono diversi. Il talismano Ibra, talismano perché aumenta magicamente le occasioni da gol di qualunque squadra in cui gioca, pone i rossoneri come favoriti, sulla carta. Ma il Milan balla, vedi Madrid, andata e ritorno, vedi Juve, vedi Cesena! Le risorse offensive non fanno numero pari con il resto dell’organico, peraltro Allegri, alla prima in una squadra d’elite, dovrà dimostrare nel tempo di saper mantenere le redini di un gruppo difficile da gestire, essenzialmente per i malumori degli esclusi. Squadra costruita negli ultimi giorni di mercato, senza un reale progetto. I favoriti comunque, ok, lo impone Ibra. Lui, ovunque va, vince.
Tanti ingredienti per restare incollati alla dodicesima giornata di campionato, domenica sera il quadro sarà notevolmente più chiaro, la classifica diversa, le ambizioni delle “sei grandi” pure.