Campionato anomalo, è bagarre scudetto. Roma e Napoli nel segno di Borriello e Cavani
Campionato senza padroni. E’ quanto riportavamo anche in tempi non sospetti, quando molti si riempivano la bocca di Milan e parlavano di una fuga oramai insanabile.
Non è così: c’è una favorita per il titolo finale, rappresentata con ogni probabilità proprio dai rossoneri, ma ogni discorso da ammazza-campionato è rimandato a data da destinarsi. Milan-Roma, per tanti solo un’eccezione, è l’ulteriore conferma a quanto asserito, una partita che rende giustizia ai valori di un campionato finora un po’ distorto a favore dei rossoneri. La Roma si è presentata al San Siro conscia del fatto che si trattasse dell’ultima occasione per rimettersi in gioco; ha sofferto nei primi minuti, poi ha preso campo ed ha iniziato a giocare, l’attacco pesante ha dato i suoi frutti poiché non faticava affatto a tenere palla, consentendo alla squadra di salire e guadagnare metri importanti.
Marco Borriello ha consumato la vendetta dell’ex. Il suo gol dà i tre punti alla Roma, il suo comportamento in campo è stato esemplare: soltanto dopo i fischi dei suoi ex tifosi, in occasione della sostituzione, si è rivolto ai suoi attuali sostenitori regalando loro un applauso. La Roma ora è chiamata a superare i suoi limiti: più volte si è parlato di partita della svolta (Lazio, Bayern) senza che l’auspicata inversione di tendenza arrivasse concretamente.
Milan compassato: se non c’è gioco (con troppi incontristi in campo è difficile realizzarlo), basta una giornata storta dei singoli ed il risultato non arriva. Ed infatti: Ibra sbaglia due gol, non gira, immediata sconfitta. Un'altra negli scontri diretti. Si portano a sole tre lunghezze dalla capolista Napoli e Lazio.
Iniziamo dai partenopei: De Laurentiis ha acquistato un centravanti superbo, Edinson Cavani. Minuto 93, prende palla in corsa dopo il centrocampo, dribbla in velocità tre avversari e scaglia un siluro all’incrocio da circa trenta metri. Ancora Cavani, ancora overtime per gli uomini di Mazzarri; la squadra ha trovato compattezza, non subisce gol da trecentosessanta minuti in gare ufficiali. In un campionato anomalo, e magari con un paio di investimenti, può restare in alto. Così come la Lazio di Reja, che impressiona per la capacità di reagire alle cocenti sconfitte: dopo la disfatta nel derby, tanti avevano immaginato la fine della favola laziale, così come dopo la bruciante sconfitta di Torino, nei minuti di recupero dello scorso posticipo. Ed invece Reja ha dato carattere alla squadra, che grazie anche alla qualità di alcuni singoli può sognare un campionato da assoluta protagonista.
Battuta d’arresto per la Juventus, anche qui, sembra essere oramai una costante del campionato italiano, allo scadere del match. Gli uomini di Delneri fanno la partita, un eurogol in rovesciata di un sorprendente Fabio Quagliarella li porta in vantaggio; l’espulsione di Giandonato complica il tutto, la bestia nera Pellissier li raggiunge al novantatreesimo. Poco male comunque per una squadra che ha già raggiunto una precisa identità di gioco, nonostante qualche piccola lacuna di un organico comunque competitivo.
Lotta a cinque, se inseriamo anche l’Inter di Benitez (?). Archiviato il Mondiale per Club, recuperati diversi infortunati e considerato il divario potenziale di sette punti dai cugini, sulla carta potrebbe ancora dire la sua. La relazione società-allenatore è ad oggi imbarazzante, ma non è da escludere che l’orgoglio dei campioni nerazzurri possa riemergere con forza nell’arco della prossima annata.