Scacco Matto - Sampdoria-Roma 3-2, una scelta improvvida e poca intensità

30.01.2017 07:30 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Sampdoria-Roma 3-2, una scelta improvvida e poca intensità
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Primo KO del 2017 per la Roma, che cade a Marassi contro la Sampdoria per 3-2, in una gara dai mille risvolti decisa da un calcio di punizione di Muriel.

LE SCELTE - Il sistema è lo stesso, ma cambia un interprete: in difesa, insieme a Federico Fazio, Spalletti sceglie un destro a destra - Antonio Rüdiger -  e un mancino a sinistra - Thomas Vermaelen - lasciando Konstantinos Manōlas in panchina. Tutto confermato dalla cintola in su: Bruno Peres, Daniele De Rossi, Kevin Strooman ed Emerson Palmieri formano la linea mediana, con Radja Nainggolan e Diego Perotti alle spalle di Edin Džeko. 4-3-1-2 per la Sampdoria, con Bruno Fernandes alle spalle di Fabio Quagliarella e Luis Muriel.

OCCHIO ALLE SPALLE - Il gol di Bruno Peres indirizza subito la gara: sul piano del punteggio ovviamente verso la Roma, sul piano del controllo del gioco invece verso i padroni di casa, già abituati per caratteristiche a giocare il pallone. L’assenza di Manōlas, tuttavia, fornisce un vantaggio agli attaccanti della Sampdoria, bravi ad attaccare la profondità: Fazio e Vermaelen non hanno il passo per contenere la verticalità, Rüdiger sì e per questo i blucerchiati cercano di attirarlo fuori dalla sua zona di competenza. Ed è da un uno contro uno tra Muriel e Vermaelen sul lato destro offensivo della Sampdoria che arriva il pareggio firmato da Denis Praet, dopo che la Roma si era fatta schiacciare decisamente troppo nella sua metà campo.

MANCA FOSFORO - Anche perché in avanti la qualità non emerge: la Sampdoria mette in campo tanta energia e il palleggio della Roma non fluisce. Diego Perotti dovrebbe essere il game changer, ma fatica a isolarsi perché nella sua zona finisce per gravitare Radja Nainggolan, creando densità e impedendo al Monito di generare superiorità numerica con gli uno contro uno.

KS10 - A inizio ripresa cala l’intensità della Sampdoria e la Roma ha più tempo per ragionare. Spalletti sistema De Rossi più vicino alla linea difensiva per favorire l’uscita del pallone e piazza Strootman praticamente in posizione di trequartista, in cui i centrocampisti avversari faticano a prendergli le misure e da cui sforna anche un paio di assist interessanti. Anche dopo l’ingresso di Karol Linetty per Praet, è la Roma a continuare a fare gioco e a trovare combinazioni migliori rispetto al primo tempo: Emerson Palmieri viene liberato a sinistra e mette basso per Džeko, che di sinistro batte Christian Puggioni e riporta avanti i suoi.

CORTOCIRCUITO - Giampaolo mette dentro Patrick Schick per Bruno Fernandes, passa alle tre punte vere e il cambio manda in tilt la Roma, che si riabbassa troppo e sbaglia in occasione del 2-2, in cui ci sono cinque difensori contro Schick su una palla a campanile, con De Rossi che inspiegabilmente resta addirittura dietro ai suoi difensori; poi i giallorossi gestiscono male una transizione difensiva, con Rüdiger che commette fallo sempre sul ceco e Muriel che, con un po’ di fortuna, trasforma la punizione.

DENTRO TUTTI - Controreazione rabbiosa di Spalletti, che manda dentro Francesco Totti e Stephan El Shaarawy per Daniele De Rossi e Bruno Peres: la squadra si schiera con un 3-3-3-1 con Emerson Palmieri intermedio di sinistra, Perotti, Totti ed El Shaarawy alle spalle di Džeko, poi il brasiliano scala addirittura nei tre di difesa con l’ingresso di Leandro Paredes per Vermaelen. L’arma diventa l’innesco di prima di Totti per le punte, ma al contrario di quanto accaduto un girone fa non è sufficiente per riprendere il punteggio: una Samp fisiologicamente in apprensione ma che non perde la testa riesce a tenere e vince 3-2, concretizzando al massimo i momenti di pressione contro una Roma incapace di trovare contromisure alla difficoltà portategli da Giampaolo, prima soffrendo l’uomo tra le linee e la velocità dell’attacco e poi non tenendo mentalmente contro l’artiglieria pesante dei padroni di casa. Ulteriore, se non la principale, chiave, è stata la scelta di Vermaelen al posto di Manōlas: è stato  ritenuto più importante avere due difensori che giocassero il pallone presentandosi con un sistema difensivo in trasferta, su un campo non all’altezza, contro una squadra a cui è difficile contendere il possesso, anziché averne due che tenessero la profondità contro un attacco veloce come quello composto da Muriel e Quagliarella. Scelta a posteriori rivelatasi probabilmente non corretta.