Scacco Matto - Roma-Milan 1-0, vecchie e nuove armi nell'arsenale giallorosso

13.12.2016 18:42 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Milan 1-0, vecchie e nuove armi nell'arsenale giallorosso
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© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

È un gol di Radja Nainggolan a decidere il match tra Roma e Milan, che termina 1-0 lanciando i giallorossi al secondo posto solitario in classifica.

LE SCELTE - Pur con Bruno Peres in dubbio, Spalletti conferma l’assetto del derby: il brasiliano va a destra davanti a Wojciech Szczęsny, insieme ad Antonio Rüdige con Federico Fazio e Kostantinos Manōlas centrali ed Emerson Palmieri che completano la linea difensiva a quattro. A centrocampo agiscono Daniele De Rossi e Kevin Strootman, con Radja Nainggolan e Diego Perotti oltre all’ex torinista ed Edin Džeko davanti. Tridente per Montella, con M’Bayé Niang, Gianluca Lapadula Lapadula e Suso.

NON C’È TEMPO DA PERDERE - L’inizio della Roma è fulminante: i giallorossi, che alternano la linea a tre con quella a quattro, partono con l’unico obiettivo di arrivare il più velocemente possibile nei pressi della porta di Donnarumma, sia giocando il pallone in avanti, sia con percussioni personali affidate a Peres e Palmieri, che cercando di recuperare il pallone in alto. In un frangente Donnarumma è addirittura costretto a buttare il pallone fuori a causa di un pressing ben attuato in quella situazione da Nainggolan e Perotti, una novità per una squadra che raramente ha dimostrato di saper ben eseguire una pressione collettiva.

ARMA SPUNTATA - Si fa però sentire, con l’assenza di Mohamed Salah e con Stephan El Shaarawy in panchina, la mancanza di un calciatore in grado di allungare ulteriormente la difesa del Milan e di buttarsi negli spazi. Al contrario, il Milan in una delle prime occasioni riesce a sfondare: palla dentro di Suso di prima, buco dei due centrali e Lapadula conquista il calcio di rigore che però Niang sbaglia. La partita cambia comunque per qualche minuto: la squadra di Montella accentua il proprio possesso palla, prima però di riconsegnarlo più stabilmente alla Roma. L’arma delle ripartenze sembra essere quella preferita da entrambe le squadre.

LA PIAZZOLA - Si fa male Bruno Peres e la Roma è costretta a cambiare: dentro Stephan El Shaarawy e Diego Perotti si sposta a sinistra. La prima parte del secondo tempo non si gioca a ritmi alti ma ritorna a uno scenario più definito: la Roma fa la partita, il Milan prova a ripartire. E al primo errore di posizionamento, i rossoneri vengono puniti: su una palla recuperata alta di testa da Manōlas, Radja Nainggolan è forse per la prima volta nella partita libero di ricevere alle spalle di un ordinato, fin lì, Manuel Locatelli. Il belga non ha più opposizione in quella che è la sua piazzola e col sinistro batte Gianluigi Donnarumma, sbloccando il match.

PROPRIETÀ UNICA - La risposta della panchina del Milan è l’ingresso prima di Mati Fernandez per Andrea Bertolacci, poi di Luiz Adriano per Lapadula. In uno scenario in cui tenere la palla sarebbe fondamentale per costruire azioni da gol, i rossoneri però di disuniscono e faticano tantissimo a recuperare il pallone, commettendo anche qualche fallo di troppo. Dopo l’ingresso di Keisuke Honda nel finale al posto di Mario Pašalić ribalta logicamente le gerarchie della  gara, con i rossoneri che si dispongono con un 4-2-3-1 con il giapponese a sinistra e Suso alle spalle di Luiz Adriano. Edin Džeko già da qualche minuto è la cassaforte in cui tener chiuso il pallone con fortune alterne, lo diventa sempre più col progressivo girare delle lancette.

ARSENALE - È evidente che, senza Salah, la Roma paghi un deficit in quanto a profondità: i giallorossi hanno però anche altre armi offensive e in questo match hanno sfruttato la capacità di Nainggolan di creare pericoli alle spalle del centrocampo avversario. Per la seconda gara di fila, la squadra di Spalletti non ha subito gol: segno di un maggiore equilibrio dovuto al sistema di gioco, ma anche di maggiore fiducia dei singoli (basti pensare alla cavalcata palla al piede di Federico Fazio).