Scacco Matto - Roma-Inter 1-3, i giallorossi esagerano e si sgonfiano troppo presto

27.08.2017 23:50 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Inter 1-3, i giallorossi esagerano e si sgonfiano troppo presto
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Prima sconfitta stagionale per la Roma e per Di Francesco, che per la quarta volta consecutiva esce KO dal duello contro Luciano Spalletti.

LE SCELTE - Gli infortuni concentrati nel settore destro della difesa costringono Di Francesco a schierare un calciatore fuori ruolo: il tecnico sceglie Juan Jesus come terzino, con Kostas Manōlas, Federico Fazio e Aleksandar Kolarov a completare il reparto davanti ad Alisson. Per il resto, tutti confermati rispetto a Bergamo: Daniele De Rossi è il mediano con Kevin Strootman e Radja Nainggolan ai fianchi, mentre in avanti Edin Džeko è attorniato da Grégoire Defrel e Diego Perotti. L’ex Spalletti mette invece in campo un 4-2-3-1 in cui Antonio Candreva, Borja Valero e Ivan Perišić compongono la batteria alle spalle di Mauro Icardi; a centrocampo è Roberto Gagliardini a occupare la casella accanto a Matias Vecino.

IL FARO DIETRO LO SCOGLIO - Gran parte del primo tempo della partita si gioca sull’inizio azione dal basso. L’Inter decide di pressare costantemente la costruzione dalle retrovie della Roma, che probabilmente si aspettava questa soluzione: non solo, infatti, gli errori commessi non sono molti, ma, quando in possesso di palla, i giallorossi non rinunciano al retropassaggio per attrarre i loro avversari nella propria metà campo. Se il primo passaggio ha successo, la Roma può infatti sfruttare la zona centrale facendo retrocedere Džeko, faro di costruzione della manovra e molto attivo anche sul piano fisico nella lotta contro i difensori centrali e contro Gagliardini.

 

 

 

DRITTI ALL’OBIETTIVO - L’idea della Roma è quella di arrivare il più velocemente possibile alla porta: il piano alternativo è quello a sua volta di pressare, ove possibile, il possesso palla dei difensori nerazzurri per attivare transizioni rapide: da esse nascono sia i due pali colpiti che, soprattutto il gol dell’1-0 di Edin Džeko. In realtà i meccanismi non sono ben oliati, a volte l’aggressione è individuale e si paga con contropiedi sanguinosi concessi, ma la forma fisica permette di ottenere i risultati sperati: in particolare Diego Perotti è indiavolato con 4 palloni recuperati e la palma di miglior corridore della prima frazione.

STATISTICA - Anche a inizio ripresa, sull’1-0, la Roma non cambia strategia, cercando di giocare tante e veloci azioni offensive, per arrivare al raddoppio. La sorte non aiuta i giallorossi, che colpiscono il legno per la terza volta con Perotti, ma che cominciano inevitabilmente a calare fisicamente, aumentando gli errori in situazioni di rischio. Spalletti all’intervallo sostituisce Gagliardini con João Mário per aumentare il fosforo a disposizione e, banalmente, aumentare la percentuale che dal singolo possesso possa uscire qualcosa di buono. Al terzo errore in pochi minuti, un errato disimpegno di Juan Jesus, arriva il gol di Icardi che cambia la partita.

I NODI AL PETTINE - E con la situazione ribaltata a favore dell’Inter, riemerge un problema fino a quel momento ben mascherato dalla partita aggressiva giocata dalla Roma. Jesus è infatti ammonito dal minuto 21, non ha più davanti a sé Defrel - stremato e sostituito da Stephan El Shaarawy - e deve cominciare a fronteggiare con più continuità Ivan Perišić, per gran parte della partita più impegnato al centro del campo e finalmente spostato sull’eserno dopo l’ingresso di Dalbert per Yuto Nagatomo. Da quel lato arriva la percussione che porta alla doppietta di Mauro Icardi per il gol del 2-1, con la Roma privata di ogni velleità. Di Francesco non sembra curarsene e la sbilancia ulteriormente con l’ingresso di Cengiz Ünder per De Rossi, al quale segue il terzo gol di Matias Vecino, sempre su un assist di Perišić dopo un uno contro uno con Jesus.

CALCIO, NON BASKET - La condizione al 26 agosto non può che essere ancora approssimativa: per questo, ma non solo, la necessità è quella di riposare anche nell’arco della singola gara. La Roma non lo ha fatto, mantenendo la stessa marcia finché ha potuto giocando tutti i possessi come in una partita di basket, per poi crollare fisicamente e mentalmente nell’ultima parte di gara. I giallorossi, che nel momento positivo hanno lavorato con profitto a livello offensivo, al netto della malasorte sui legni colpiti, hanno il compito di migliorare la gestione delle forze e dei momenti della partita.