Scacco Matto - Roma-Hellas Verona 1-1
Per la sua prima gara della sua gestione romanista, Spalletti sceglie il 4-2-3-1, con interpreti schierati in un modo simile a quello della sua precedente esperienza. De Rossi è accompagnato da Miralem Pjanic, Florenzi e Salah sono i due esterni, con Nainggolan alle spalle di Dzeko, con in difesa Castan al fianco di Manolas e Torosidis e Digne ai lati. Delneri risponde con un 3-4-3: Sala ed Emanuelson sono gli esterni di centrocampo, Wszolek e Rebic quelli d’attacco ai lati di Pazzini.
In così pochi giorni è difficile ipotizzare cambiamenti straordinari nella fisionomia di squadra, ma risaltano subito agli occhi un paio di accorgimenti. Quello più evidente è la posizione di De Rossi, che gioca diversi metri avanti rispetto alle sue abitudini, partecipando in prima persona alla fase di recupero palla aggredendo alto. Il secondo è conseguenza: non spingono sulle fasce entrambi i terzini, ma solo uno, vale a dire Lucas Digne, con Torosidis che resta più accorto. Lo schieramento iniziale viene modificato dopo un quarto d’ora e diventa un ibrido tra un 4-4-2 e un 3-5-2: in fase di non possesso Nainggolan è il quarto a sinistra e Florenzi il quarto a destra, con Dzeko e Salah di punta, mentre quando viene riconquistato il pallone il belga si accentra lasciando spazio a Digne, con Torosidis che resta allineato a Manolas e Castan. I giallorossi, con il Verona schiacciato nella sua trequarti, giocano di posizione sfruttando le due corsie in modo fisiologicamente non troppo dissimile da quanto accadeva in precedenza, ma, cercano di gestire maggiormente il pallone, riescono a recuperarne più di uno in pressing e arrivano al gol proprio grazie alla presenza in area - derivante da un precedente corner - di De Rossi, che riesce a servire Nainggolan.
All’intervallo Delneri risistema i suoi con gli ingressi di Fares e Hallfredsson e con un 4-1-4-1, cercando di sfruttare le fasce laterali, specialmente a destra dove agisce Wszolek, ovviamente più libero di muoversi visto che, come detto, è Digne a spingere, e proprio il polacco guadagna il rigore dell’1-1. L’azione arriva al termine di un doppio capovolgimento di fronte che evidenzia errori nella gestione delle distanze e anche del momento della partita da parte della Roma, fattasi trovare lunga e scoperta sulla contro-ripartenza del Verona dopo l’errore di Rebic, arrivato sempre al termine di un’azione nata sul lato destro dei gialloblu. La risposta tattica di Spalletti, dopo l’uscita dal campo di Castan, colpevole del fallo da rigore, per Rüdiger, è l’inserimento di Iago Falque per Torosidis, con Florenzi che torna a fare il terzino e De Rossi che è costretto di conseguenza a tornare basso sul campo per non squilibrare totalmente la squadra. Le battute finali della gara vedono la Roma affidarsi principalmente alle due fasce laterali e alle invenzioni di Miralem Pjanic, più verticali del solito, che cerca più volte Dzeko. Il numero 9 ha sì svolto il solito lavoro di aiuto, ma è stato designato a bersaglio di cross e palle in profondità dei compagni, sciupando un numero consistente di palle gol.
Non va dunque oltre il pareggio una Roma chiamata certamente a fare qualcosa di diverso, ma poco attenta nella gestione della partita e penalizzata dalle prove negative di un paio di singoli. Banale dire che i giallorossi hanno bisogno di lavorare, altrettanto scontato sostenere che hanno bisogno di punti e che hanno il dovere di sfruttare al massimo quanto prodotto, cosa che non è accaduta contro il Verona.