Capello: "Ripartire sarebbe bello. De Rossi? L'ho blindato dopo la sua prima partita"
Fabio Capello, ex giocatore e allenatore della Roma, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport affrontando temi quali la ripresa del campionato e qualche ricordo del passato.
Si discute sulla ripresa dell’attività.
«Ripartire sarebbe molto bello. Qualche settimana fa non riuscivo a parlare di calcio: di fronte ad immagini come quelle delle bare trasportate dai camion militari nelle strade di Bergamo, sarebbe stato offensivo. Ora mi sento di affermare che lo sport manca a tutti e rimettersi in moto può aiutare il paese, anche sul piano psicologico. Credo che concerti, cinema e teatri saranno vietati a lungo. Le partite, ovviamente a porte chiuse, offriranno la miglior forma di svago. Poi c’è il discorso economico. Il calcio è un’industria importante. Nella sua filiera non ci sono solo allenatori e calciatori, ma anche migliaia di lavoratori del cosiddetto indotto. Queste persone, con l’attività sospesa, sono in difficoltà economica».
De Rossi ha citato Capello come modello di gestione. Anche lui vuole allenare.
«De Rossi è un ragazzo estremamente intelligente e ha giocato a centrocampo, il reparto che ha fornito i migliori tecnici. Ricordo il giorno in cui lo feci esordire nella Roma, in Coppa Italia contro la Triestina, insieme ad Aquilani, nel 2002. Aquilani sembrava più pronto e giocò dall’inizio. Poi entrò De Rossi che, oltre ad entrare in campo con incredibile personalità, segnò su rigore nella lotteria finale. Dopo la partita dissi ai dirigenti: “questo ragazzo resta con noi, non va da nessuna parte».
La telefonata di Cassano?
«Poco tempo fa ha dichiarato di essere profondamente cambiato dopo il matrimonio. Quando mi ha cercato per salutarmi, gli ho detto: “Non potevi sposarti a 21 anni?”. Antonio è il mio grande rammarico. Lo avevo voluto alla Roma per il suo talento straordinario».