Veretout e Diawara: la coppia perfetta

08.12.2019 23:00 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Veretout e Diawara: la coppia perfetta
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Tra le note positive che ha lasciato la sfida contro l'Inter, spicca sicuramente la prestazione di Amadou Diawara. Dal ritorno dall'infortunio il guineano si è preso il centrocampo giallorosso, andando a formare insieme a Jordan Veretout una coppia complementare e tremendamente efficace. Il match di San Siro è stato un manifesto delle potenzialità del duo giallorosso, una summa dell'importanza che questa coppia ha nello scacchiere di Paulo Fonseca. Innanzitutto salta subito all'occhio come i due centrocampisti siano tra loro complementari. Dinamico e scattante Veretout, ordinato e attento Diawara. Il francese è il motore della coppia, un moto perpetuo in grado di fare con eguale efficacia entrambe le fasi. Il guineano invece è l'orologio, detta tempi e organizza gli spazi per il possesso palla giallorosso. Sia come caratteristiche che come compiti in campo i due si completano, garantendo al centrocampo della Roma il giusto di mix di esplosività, regia, corsa e intelligenza. Il segreto è che entrambi sanno fare tutto, Veretout sa anche ordinare il gioco, Diawara sa anche battagliare, in modo che uno riesce a coprire pure un'eventuale sbavatura dell'altro. Infatti la regia passa sia per i piedi dell'ex Napoli che per quelli dell'ex Fiorentina, così come entrambi sono preziosissimi in fase difensiva. Questa doppia valenza rende molto difficile agli avversari coprire le fonti di gioco della Roma, visto che in campo ci sono due registi, così come è complicato bucare centralmente la squadra di Fonseca, sempre per la presenza di due calciatori capaci di leggere bene le linee di passaggio e di lottare in mezzo al campo. Una coppia costruita in modo sapiente e studiato che sta confermando le aspettative di Petrachi e Fonseca.

Andando ad analizzare due movimenti assai frequenti del duo di centrocampo giallorosso si evince ancora meglio la loro forza. In fase di costruzione, quasi sempre dal basso grazie all'abilità di Pau Lopez e dei difensori, uno dei due centrocampisti si abbassa, va vicino ai difensori a giocare il pallone o ad aprire un varco per uno scarico verso l'esterno. Quando uno dei due scende, l'altro si allarga, in modo da favorire la discesa del terzino e da offrire un'alternativa al gioco per vie centrali. Questo movimento ad allargarsi di uno dei due mediani è fondamentale, perché porta fuori dalle linee centrali di copertura un centrocampista avversario e libera spazio per il movimento incontro di Pellegrini, che il più delle volte si abbassa a ricevere il pallone e muove in profondità per gli esterni o la punta. Senza questo movimento, l'efficacia del numero 7 giallorosso, vero fulcro del gioco romanista, sarebbe limitata di parecchio, col calciatore che dovrebbe cercarsi spazi esternamente invece che arretrando centralmente la propria posizione. Questo movimento è essenziale anche in fase di ripartenza, perché con lo spostamento del mediano su una delle due fasce, il terzino ha libertà di muoversi, avendo le spalle sempre coperte, e l'ala di competenza può tagliare centralmente, dal momento che a inizio azione uno dei due centrocampisti si è portato dietro uno dei centrocampisti avversari.

Anche in fase difensiva il lavoro dei due mediani è fondamentale. Giocando con la linea alta di difesa, il rischio maggiore è quello di lasciare i due centrali soli contro l'attacco avversario o di prendere delle imbucate in profondità. Nel primo caso il pericolo viene scongiurato dal lavoro, soprattutto di Veretout, di schermo davanti a centrali. I due mediani sono bravissimi a lasciare poco spazio tra loro e i centrali e quando uno dei due si trova in posizione più avanzata, l'altro si piazza più dietro, pronto a tagliare alle spalle del compagno in caso di pericolo. Molte volte abbiamo visto le corse all'indietro di Veretout a sradicare il pallone a un attaccante pronto all'uno contro uno con Smalling, Mancini o chi per lui. Essendo meno esplosivo del francese, in fase difensiva Diawara ha il grande pregio di saper leggere le azioni avversarie, lavorando efficacemente sul piazzamento. Contro l'Inter il guinenao ha intercettato 6 palloni e ne ha recuperati 5, numeri importanti per un giocatore che non nasce come mediano difensivo. La grande solidità difensiva messa in mostra dalla squadra di Fonseca passa anche da questa coppia, dal ritorno di Diawara la Roma ha subito appena un gol, quello a Verona, portando a casa invece tre clean sheet. Il piazzamento sapiente dei due centrocampisti rende molto difficile bucare in profondità la difesa della Roma, permettendo a Fonseca di mantenere la linea difensiva alta.

Un altro dato assai significativo è quello anagrafico. Jordan Veretout è un classe '93, Amadou Diawara addirittura un '97. Rispettivamente ventisei e ventidue anni, tutta la carriera davanti e ancora ampi margini di crescita. È una coppia giovane, ancora in fase embrionale, basti pensare all'età e al fatto che insieme hanno giocato appena quattro partite, tre vittore e un pareggio a San Siro con l'Inter. In pochissimo tempo i due hanno rodato i meccanismi e la loro intesa non può che migliorare con l'aggiungere delle partite. Equilibrio, forza e organizzazione, la coppia Veretout-Diawara si è posizionata nel cuore della Roma e da lì pompa il sangue che anima una squadra che di partita in partita gioca sempre meglio e in maniera più efficace. Una coppia perfetta per Paulo Fonseca.