Una sola Roma

21.09.2021 19:00 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Gabriele Chiocchio
Una sola Roma

La Roma è una sola. Lo è stata, in queste prime gare tra campionato e Conference League, sicuramente in senso positivo: unità, coesione e determinazione fino adesso non sono mai mancate (neanche oggi) e sono senz’altro il tratto distintivo più evidente da quando José Mourinho siede sulla panchina giallorossa. Ma lo è stata anche in senso negativo, perché la sensazione che lascia Hellas Verona-Roma è quella di una gara sostanzialmente identica, almeno concettualmente a Roma-Sassuolo, o a Roma-Fiorentina, pur terminate con un diverso punteggio.

I giallorossi continuano a porsi per come sono e quasi mai scendono a contrapporsi all’avversario di turno. Anche oggi, già dal primo tempo, si è visto come potessero andare in difficoltà sul lato di Karsdorp: le avvisaglie dovevano far cambiare qualcosa a livello organizzativo, invece nulla è accaduto e due delle tre reti del Verona, quelle che hanno cambiato l’inerzia del match, sono arrivate proprio dal sovrannumero disegnato da Tudor da quella parte. 

Qualità tecniche - quella di Pellegrini è una prodezza assoluta, che meritava di essere ricordata con un umore diverso - e forza fisica hanno permesso alla Roma di restare a galla, ma a volte capita anche che i colpi riescano agli altri e il 3-2 di Faraoni, nonostante mancassero ancora diversi minuti, ha spento ogni velleità. Anche perché pure stavolta dalla panchina sono arrivati solo cambi che potessero sbilanciare ulteriormente la squadra e poco altro. Nel finale gli ospiti hanno giocato, di fatto, senza modulo, non migliorando la già scarna produzione offensiva della prima parte.

Un déjà vu, specie se si guardano i quattro gol delle ultime due gare di campionato e ci si accorge che due sono meraviglie dei singoli, uno è il risultato di un calcio piazzato e il quarto è un autogol. Chiudere gli occhi davanti a tutto questo è complicato, perché sebbene sia più che presto per trarre conclusioni, il trend sembra già altrettanto più che evidente e va invertito il prima possibile. Non in Italia, non in Inghilterra, non in Spagna: ovunque il calcio non è uno solo e, per questo, la Roma non può essere una sola, come è stata in queste prime uscite stagionali.