Mourinho ha già lasciato la propria impronta sulla Roma

23.07.2021 08:00 di Luca d'Alessandro Twitter:    vedi letture
Fonte: L'editoriale di Luca d'Alessandro
Mourinho ha già lasciato la propria impronta sulla Roma

Il 20 luglio è famoso per essere la data dell'allunaggio dell'Apollo 11"One small step for a man, one giant leap for mankind". Questa la celebre frase pronunciata da Neil Armstrong poco prima di lasciare l'impronta del suo moon-boot sulla superficie del nostro satellite. Si può dire, prendendo spunto dall'avvenimento storico, come questa Roma stia imparando a camminare sulle prime impronte lasciate dal nuovo tecnico, José Mourinho. Un piccolo passo verso quello che si vuole costruire, ma che è già indicativo di quello che sarà l'atteggiamento della squadra.

Come si suol dire: il lupo perde il pelo, ma non il vizio, figuriamoci lo Special One. In questi giorni lo vediamo sempre sorridente in allenamento, pronto a scherzare coi propri calciatori, poi però arriva la partita e si torna a voler vincere a tutti i costi, anche se sia un'amichevole contro una squadra di Serie C come la Triestina. È lo stesso Zalewski, autore del gol partita, a raccontare di come il tecnico portoghese avesse chiesto la vittoria negli spogliatoi.

Una Roma che non brilla, non entusiasma, ma soffre zero e porta a casa in qualche modo il match. Così è (se vi pare). Un tipo di calcio che può sembrare difensivista descritto in questa maniera. Tutt'altro, perché la Roma vista a Trieste è una squadra dall'indole ultra offensiva. Reynolds prima, Karsdorp poi, sono delle ali aggiunte, la manovra inizia almeno 10-15 metri più in avanti rispetto a quanto si faceva con Fonseca, in fase offensiva ci sono almeno 6 giallorossi pronti a far gol e nel secondo tempo eccetto il portiere, la squadra era con tutti e 10 i giocatori di movimento nella metà campo della Triestina, terminando il match con un 4-1-4-1 composto da 5 attaccanti. 

Non manca neanche il processo di trasformazioni in bad-boys, i famosi "bastardi che vincono le partite". Ecco che ci sono interventi irruenti o litigi anche in amichevoli. Certo, manca ancora la brillantezza, specie negli uno contro uno e ancora i movimenti sulle verticalizzazioni o nella velocità di manovra richiesta da Mourinho. Mancano ancora i "regali" di Tiago Pinto. Tanto c'è da migliorare e ogni giorno si deve migliorare qualcosa. Un passo alla volta, senza uscire dal percorso tracciato da un tecnico come Mourinho.