Kluivert: "Voglio fare più di quanto abbia fatto mio padre. Ascoltare musica prima di un match mi carica". VIDEO!

29.05.2020 07:00 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Kluivert: "Voglio fare più di quanto abbia fatto mio padre. Ascoltare musica prima di un match mi carica". VIDEO!
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Ieri Justin Kluivert ha pubblicato un nuovo video sul proprio canale Youtube, parlando di argomenti che esulano dal rettangolo di gioco.

Sulle playlist.
"Mi piacciono tutti i generi, dal raggae alla musica classica. Di mattina, se la ascolti, non essere di cattivo umore. Vai agli allenamenti col sorriso sulla bocca. È un modo per iniziare bene la giornata. Mi fa impazzire prima di un match, prima di correre veloce".

Sulle macchine.
"Le amo. Le cose che hai non sono importanti ma ti danno motivo di credere che stai facendo bene".

Sullo stile.
"Come ti vesti indica come sei. Presentarsi bene per me è importante, mi fa sentire bene. Mi piace molto tenermi aggiornato sulle novità".

Sulle serie tv.
Mi piace molto guardare film e serie tv. Me ne dovrebbero dare molte di più perché le ho viste tutte. Mi piace Bad Blood, la Casa di Carta, è il top, Peaky Blinders. Ho visto anche Game of Thrones un po’ di tempo fa. Per me rimane la migliore. Non so chi sia il creatore ma è incredibile. In Olanda andavo sempre al cinema, lì sono fantastici. Qui in Italia non ci sono mai andato. Ho anche sentito che i film qui vengono tradotti, perché in questo paese qualunque cosa viene tradotta".

Sull’amore perfetto.
I miei amici mi dicono spesso che una ragazza proveniente da un paese diverso dal mio possa andare bene per me. Rispondo sempre che non è vero. Solo una andrebbe bene per me. Ma loro continuano sulla loro strada, pensando che alla fine ne scelga una da un paese diverso dal mio. Non ho una palla di vetro, non posso vedere il futuro. Il futuro è davanti a noi e vedremo come andrà. Vorrei avere una famiglia felice, grande, quattro o cinque figli e godermi la vita con loro. È anche il motivo per cui io sto lavorando duro ora. Ora ho vent’anni, una lunga carriera davanti. Se lavoro duramente adesso dopo non ho bisogno di lavorare e posso godermi la famiglia, i miei figli possibilmente. Tutto questo in modo tale che quando sarò vecchio ce ne sarà sempre uno  che verrà a trovarmi".

Sui social media.
"Il cellulare fa il tempo di questa generazione. A volte mi stufo di me stesso, quando sto sempre al telefono. Se vedi ora però e chiedi ale persone di dieci anni fa come si sono conosciute, loro risponderanno al cinema o qualcosa del genere. Da qualche parte nella vita vera insomma. Oggi invece ci sono le conoscenze online, in cui chatti e chiedi ad una persona di uscire e andare a bere qualcosa. Questo è il modo in cui oggi si approcciano le persone. E’ una generazione diversa. I ragazzi, già da quando hanno tre, quattro anni sono tutti sul loro iPad. Quando avevo la loro età c’era la PSP o il Nintendo. Era carino".

Sull’amicizia.
"Mi piace andare a cena con i miei amici o in vacanza da qualche parte. Godersi ogni momento e fare quello che vuoi, con le persone che ami e con cui vuoi stare, perché dopo bisogna concentrarsi sul calcio. È un momento in cui ci si può rilassare e una volta che ne hai avuto abbastanza puoi tornare al calcio. C’è una sorta di equilibrio".

Il portafortuna.
"Sulla scarpa sinistra ho Amsterdam, il logo della città, le tre croci e anche la bandiera dell’Olanda. C’è un po’ di mia madre, insomma. Sulla destra, quella con cui segno, c’è la bandiera del Suriname e del Curacao. Per mio padre. Voglio far diventare il nome Kluivert sempre più grande, più importante nel mondo. Mio padre l’ha portato a livelli altissimi e io portarlo ancora più su".

Sui videogiochi.
"A Fifa ho il mio giocatore, a volte lo guardo e lo faccio giocare. È moltodivertente. Mi hanno fatto forte, se guardi il gioco non riesci a spostarmi facilmente. Se c’è una palla nelle vicinanze, stai certo che mi batterò per lei. È la mia forza, come la velocità. Fa ridere vedere le statistiche che ti danno, il fisico, il tiro, il passaggio, il dribbling".

Sui tatuaggi.
"Li amo. Ho il 99 perché è l’anno in cui sono nato. Sul braccio un angelo custode con le ali e le tre croci di Amsterdam. C’è la scritta “Passion” e poi un pallone a forma di cuore. Sul costatoil nome di mia madre, Angela. Sono nato a maggio, perciò ho tatuato un toro sull’avambraccio. Ho il nome di mio padre, Patrick e poi le mie origini, quelle dei miei nonni che venivano da Suriname e Curacao. Ho poi delle carte da poker col seme dei cuori, J e K, li ho scelti perché sono una persona che dà molto affetto. Poi ho Saint Michael, un angelo custode".