Cosa deve aver imparato la Roma dalla sconfitta contro il Napoli
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La sconfitta contro il Napoli ha riportato coi piedi per terra una squadra, la Roma, a cui ancora manca quel qualcosa per spiccare il volo. Dalle sconfitte, analizzandole, c'è sempre qualcosa da imparare. Cosa abbiamo imparato dalla nuova sconfitta contro una big di Serie A? Al di là delle analisi lapalissiane come il fatto che ci sia un problema negli scontri diretti o come alla squadra manchi l'attaccante che risolva questo tipo di gare, ci sono altri aspetti da sottolineare.
L'ENERGIA MANCANTE - Partiamo da ciò che si è visto, meglio non si è visto in campo e dalle parole del mister. Alla Roma sono mancate le energie. Il gioco di Gasperini si era cominciato a vedere contro la Cremonese, soprattutto nella ripresa, coi calciatori che avevano un altro passo rispetto a quelli di Nicola. La Cremonese ha dimostrato di essere una squadra non da sottovalutare, capace di battere Milan e Bologna o pareggiare col Como in trasferta. Un tipo di calcio che rende se le gambe girano. Ecco che, in una settimana dal doppio impegno, il tecnico si è fatto ingolosire un po' troppo e non c'è stata una gestione adeguata delle forze. Basti pensare al fatto che ben 8 giocatori sono stati titolari sia giovedì che domenica.
FIDARSI DEL GRUPPO SQUADRA E NON DEL MOMENTO - Il tecnico ha più volte dichiarato come per lui ci sia un gruppo di titolari e gli altri che devono dimostrare di guadagnarsi la propria fiducia, anche se tutti avranno la loro occasione nel corso della stagione, tuttavia il numero è ristretto. Andare sul sicuro è la soluzione più comoda, ma il campo stava dicendo altro. Tenere in panchina El Aynaoui per mandare in campo uno tra Koné (non al meglio) e un Cristante stanco è stata una mossa sbagliata, così come insistere nuovamente su Ferguson, quando la soluzione falso nueve con Dybala o Baldanzi si era dimostrata più consona al gioco della squadra. Non è un caso, che i due abbiano creato l'occasione più pericolosa del match per la Roma.
Piccole accortezze, così come quelle che avrebbero evitato il gol di Neres in contropiede, al di là del contatto Rrahmani-Koné, come un fallo tattico di Cristante o una lettura difensiva migliore di Ndicka dell'azione, di cui si deve fare tesoro nel processo continuo di crescita.
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