Cagliari-Roma - Caso Hermoso-Folorunsho, la Procura Federale non intende aprire il fascicolo

Cagliari-Roma - Caso Hermoso-Folorunsho, la Procura Federale non intende aprire il fascicoloVocegiallorossa.it
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di Simone Fabbretti

La recente sfida tra Cagliari e Roma ha generato un acceso dibattito dopo i pesanti insulti rivolti da Michael Folorunsho a Mario Hermoso al 78’. La frase, definita da molti come sessista e violenta, ha spostato il confronto dal semplice agonismo al tema della discriminazione. L’episodio ha aperto interrogativi sul confine tra insulti “tollerati” nel calcio e frasi che meriterebbero un provvedimento disciplinare più severo.

IL CASO E LE REAZIONI - Durante un contrasto di gioco, Folorunsho ha proferito una serie di offese a sfondo familiare e sessista nei confronti di Hermoso, frasi rese ancora più gravi dalla volontà di colpire l’avversario sul piano personale. L’arbitro Zufferli ha deciso di ammonire entrambi i calciatori, scelta che ha subito generato polemiche: per alcuni, le offese rivolte dallo stesso Folorunsho avrebbero meritato un intervento più incisivo.

Secondo quanto riferito dalla Gazzetta dello Sport, oggi il Giudice sportivo riceverà il referto ufficiale, ma non è detto che venga aggiunta una sanzione specifica. Nel regolamento emerge un punto chiave: l’articolo 61 punisce comportamenti discriminatori, ma stabilisce un limite chiaro tra insulto generico, per quanto grave, e discriminazione. Al momento, la Procura Federale non appare intenzionata ad aprire un procedimento, ritenendo che non ricorrano elementi sufficienti per configurare discriminazione.

La vicenda solleva così un tema più ampio: quando l’insulto oltrepassa la soglia della semplice provocazione? E, soprattutto, quanto il regolamento tuteli realmente i calciatori da offese che puntano a degradare, umiliare e colpire sul piano personale? La risposta, almeno per ora, resta aperta con il caso che solleva ancora polemiche.