I soprannomi di un certo peso, la "benedizione" di Pep e l'obiettivo che lo lega a Mou: alla scoperta di Aouar

13.06.2023 08:00 di  Emiliano Tomasini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Emiliano Tomasini
I soprannomi di un certo peso, la "benedizione" di Pep e l'obiettivo che lo lega a Mou: alla scoperta di Aouar
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Nella prima calda domenica d’estate, la Roma ha annunciato il primo colpo del proprio mercato: Aouar è ufficialmente un nuovo giocatore giallorosso. Il centrocampista classe ’98 arriva a parametro zero dal Lione e sarà un prezioso jolly di centrocampo per José Mourinho. Nella sua prima intervista ha stupito tutti parlando già un ottimo italiano, “è una questione di rispetto per il Paese e i tifosi” ha spiegato lui stesso. Tra i vari argomenti, Aouar si è anche presentato ai tifosi romanisti, senza però sbilanciarsi: “Posso dire che sono un giocatore tecnico, posso giocare in diversi ruoli, sono un giocatore di squadra". Poche parole, che dimostrano come il centrocampista voglia farsi conoscere più sul campo che con le dichiarazioni. Proviamo però a conoscere meglio il nuovo giocatore della Roma.

I SOPRANNOMI DI AOUAR – Cresciuto nelle giovanili del Lione, nel 2017 ha esordito in prima squadra in Europa League contro l’AZ. Fin da piccolissimo, era da tutti considerato un grandissimo talento e non a caso aveva due soprannomi di un certo peso: “la Pepita” e “il piccolo Zidane”. La sua qualità e la sua classe non sono mai stati messi in dubbio, anche in questi ultimi anni in cui ha giocato con meno continuità a causa dei tanti infortuni. Non serve certo raccontare chi sia Zidane e quanto sia importante per la Francia, essere paragonato a Zizou significa quindi ricevere un onore e un onere molto importante.

AOUAR E LA DUTTILITÀ – Come Zidane, con le dovute proporzioni chiaramente, Aouar è un giocatore completo, dotato di grande talento, dribbling e visione di gioco, qualità che gli consentono di essere un giocatore molto duttile. Nella Roma il classe ’98 potrà giocare tra i due mediani in mezzo al campo o tra i due trequartisti alle spalle della punta. In entrambi i casi, Aouar sarà importante per dare fluidità alla manovra, in particolare nelle gare più chiuse.

LA “BENEDIZIONE” DI GUARDIOLA – “Aouar è ​​un grande giocatore, è incredibile”. Parole mie? No, di Pep Guardiola, fresco vincitore della sua terza Champions League in carriera. Insomma, uno che di calcio qualcosa ne capisce. L’allenatore spagnolo parlò di Aouar – elogiandolo – nel 2020, prima dei quarti di finale di Champions tra City e Lione. Prima di quella sfida, Aouar aveva già affrontato il City di Guardiola nel 2018 nel girone di Champions. In quell’occasione, l’allenatore non disse nulla pubblicamente sul centrocampista del Lione, ma parlò direttamente a lui. Dopo la partita di andata giocata a Manchester, Pep – colpito dal suo talento – aspettò Aouar nel tunnel degli spogliatoi per parlargli per qualche minuto.

OBIETTIVO VINCERE – Nonostante il suo grande talento, Aouar non è ancora riuscito a vincere il suo primo trofeo da giocatore professionista. Al momento, il centrocampista ha ricevuto solo un premio individuale: nel 2020 è infatti stato inserito dall’UEFA nella squadra della stagione della Champions League. Un riconoscimento importante, che dimostra ancora una volta le qualità del giocatore, ma che non placa la sete di vittorie di Aouar. “Voglio vincere” ha raccontato nella sua prima intervista in giallorosso e per riuscire a farlo non poteva avere maestro migliore di Mourinho: “Il mister ha una grande storia, vince sempre. Ha una mentalità vincente, questo mi piace e può aiutarmi molto. Con la Roma abbiamo lo stesso obiettivo: vincere trofei e partite per i tifosi”. Aouar, Mourinho e la Roma, l’obiettivo comune è chiaro: vincere insieme.