Rosella Sensi: "La Roma mi ha invitata a Tirana, è stato un gesto apprezzabile. Che tensione il 16 giugno 2001, quasi non ci parlavamo..."
Rosella Sensi, ex presidente della Roma, è stata intervistata da Centro Suono Sport all’interno della trasmissione “Bar Forza Lupi”. Queste uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Ha ricevuto tante critiche nonostante i risultati?
“Ascoltavo le critiche di chi pensavo potesse farle in maniera attendibile, purtroppo parlando molta gente riteneva vere alcune cose false. Ci sta, il diritto di critica ci deve essere”.
Perché non è rimasta nel mondo del calcio dopo l’addio con la Roma?
“Ho fatto una bellissima esperienza nel calcio femminile, sono stata sia in Federazione che in Lega Dilettante. Ho fatto la scelta di fare altro, per cui va bene così. Sono felice di quello che ho fatto”.
C’è un riavvicinamento con la Roma?
“Non c’è mai stato un allontanamento con l’attuale proprietà, mi hanno invitato a partecipare a Tirana ed è stata un’emozione talmente grande… Non avevo più visto la Roma da quando avevo lasciato, l’avevo vissuta 11 anni da casa e contro il Feyenoord è stato molto emozionante. Non c’è mai stato un allontanamento, è stato un gesto molto apprezzabile. Sanno che la storia è parte della storia, stanno costruendo bene la Roma”.
Ha parlato con qualche dirigente?
“Non ho avuto modo l’opportunità di conoscere il presidente, spero di poterlo fare. Non mi permetto di dare consigli a nessuno, bisogna calarsi nella realtà e viverla, non darò mai un consiglio perché è giusto che siano liberi di fare quello che stanno facendo. I Friedkin ci hanno risvegliato da un torpore di dieci anni”.
Il 16 giugno 2001 era la vigilia del terzo scudetto…
“La tensione si tagliava con il coltello, poi c’era una partita da giocare. È stato un crescendo quel sabato, però c’era anche un’emozione, una consapevolezza di essere una squadra forte. C’era una partita da giocare, è stata una cosa incredibile. Quasi non ci parlavamo tra di noi, papà aveva regalato una squadra immensa fatta di professionisti e grandi calciatori, che ci hanno regalato un sogno come mio padre”.
Non si aspettava più festeggiamenti per la Conference League?
“Devo dire però che c’è stato un spettacolo incredibile, è stato un esplodere dopo tanto tempo, forse eravamo impreparati (ride, ndr). È stata una grande dimostrazione d’affetto”.