Paulo Sergio: "Alla Roma farebbero comodo alcuni brasiliani, uno potrebbe essere Richarlison"

08.04.2022 18:04 di  Marco Campanella  Twitter:    vedi letture
Paulo Sergio: "Alla Roma farebbero comodo alcuni brasiliani, uno potrebbe essere Richarlison"
Vocegiallorossa.it

Paulo Sergio, ex calciatore dell’AS Roma, è stato intervistato ai microfoni de “il Diabolico e il Divino” in onda su New Sound Level 90FM. Ecco, di seguito, le sue parole:

Manca un po’ di Brasile a questa Roma? 
"È vero, alcuni calciatori brasiliani potrebbero fare comodo alla Roma; uno che mi viene in mente è Richarlison. Anche a me mancano i giocatori brasiliani che nella Roma facevano la differenza, quando c’ero io c’erano Zago, Aldair, Cafu, eravamo una colonia brasiliana. Per la Roma è necessario prendere un calciatore che però conosca bene il calcio europeo, prendere un calciatore direttamente dal brasile è rischioso perché potrebbe peccare di esperienza e di ritmo". 

Ci sono voci su Guardiola prossimo CT del Brasile, cosa ne pensi?
"Pep Guardiola mi piace tantissimo, sono stato con lui qualche anno al Bayern e lui faceva un calcio incredibile, ha portato in Germania una tattica nuova. Però sono convinto che abbiamo tantissimi allenatori bravi in Brasile e non abbiamo bisogno di un allenatore che venga da fuori, abbiamo vinto cinque mondiali con un allenatore brasiliano".

Hai giocato solo due anni a Roma, come mai?
"Io sono andato dal Leverkusen alla Roma e ho stretto un accordo per due anni, dopo avevo firmato un altro contratto per fare quattro anni ma ho ricevuto un’offerta del Bayern Monaco che voleva vincere la Champions e io avevo pensiero di vincere. Io sono stato benissimo a Roma, ho ballato sotto la curva tante volte e avevo un bel rapporto con tutti, però volevo vincere la Champions come ho fatto nel 2001 col Bayern Monaco". 

Come hai preso la seconda esclusione consecutiva dell’Italia dai mondiali?
"Mi dispiace tantissimo per l’Italia anche perché io nel 94 ho fatto una finale contro l’Italia ed è sempre stata una delle nazionali più forti del mondiale. Sicuramente è un periodo in cui bisogna cambiare la mentalità e la struttura calcistica per rendere l’Italia pronta per i mondiali del 2026".

Com’è stato il tuo percorso calcistico in Europa?
"Io sono arrivato in Germania e ho imparato tantissimo, perché lì si gioca in una maniera molto dinamica e pragmatica, mentre in Brasile si bada molto di più al calcio spettacolo e ai dribbling. Quando sono arrivato in Germania mi hanno detto 'qui non è il circo, devi fare le cose semplici' e ho imparato tanto. A me è piaciuto tantissimo anche lavorare con Zeman perché quella Roma voleva giocare e segnare sempre di più, non siamo riusciti a vincere lo Scudetto ma abbiamo giocato grandi partite, mi ricordo le partite con la Juve e con il Milan all’Olimpica in cui vincemmo con cinque gol".

Chi è il più forte con cui hai giocato?
"Ci sono diverse fasi, Romario e Bebeto erano fortissimi ma uno che mi ha impressionato e mi ha fatto piangere è stato Ronaldo il Fenomeno e anche Totti che già quand’era ragazzo faceva delle cose stupende. Questi sono i più forti in assoluto con cui ho giocato".