Mourinho: "La mia squadra ha empatia, tutto il resto sono bugie. Mkhitaryan è il giocatore più fondamentale della squadra"
Al termine di Sassuolo-Roma, ha parlato José Mourinho.
José Mourinho a DAZN
Non può essere soddisfatto?
“No, però se tu stai perdendo al 90’ e poi pareggi cambia un po’ la dinamica emozionale. Prima della partita non voglio il pareggio, poi al 90’ mi dici del pareggio dico sì. Questa partita la paragono alle sconfitte di Verona, Venezia e Bologna, poi abbiamo avuto possibilità di pareggiare, potevamo avere tre punti in più in quelle sfide con tre pareggi. Non è il risultato che volevamo, se non altro non abbiamo sconfitte nelle ultime quattro di Serie A, abbiamo 8 punti. Potevamo vincere contro la Sampdoria quello sì, però alla fine abbiamo preso questo punto”.
Cosa è mancato?
“Anche con un uomo in più non possiamo cambiare le statistiche. Non è facile fare un possesso palla con il Sassuolo, abbiamo avuto un po’ di stabilità dietro grazie a Kumbulla in uscita. A centrocampo, è mancato ordine e disciplina nella prima parte di gara, ogni volta che la palla era di Karsdorp o Vina c’erano poche opzione e il Sassuolo ci anticipava. Felix ha avuto una sola possibilità di profondità, abbiamo migliorato nell’ultima parte della gara, si sentiva che la squadra stava migliorando e penso che il punto sia meritato. C’è frustrazione perché veniamo per vincere, però prendiamoci il punto”.
Piccolo passo in avanti perché la Roma non ha perso la testa?
“Una notizia non posso negare, per il resto è zero, è giornalismo di quinta classe, giornalismo senza etica, giornalismo senza l’essenza del giornalismo che è la verità. La nostra qualità in cui siamo imbattibili è l’empatia che abbiamo, possiamo essere scarsi, posso esserlo io, ma nessuno può dire che non siamo un gruppo unito, nessuno fa danno alla squadra. Possiamo avere limiti tecnici, il secondo gol subìto mi farà venire gli incubi, come tante altre azioni, però siamo un gruppo molto unito”.
In base a cosa sceglie se schierare la difesa a 3 o la difesa a 4?
“A seconda di come i giocatori stiano meglio in campo. La difesa a 3 non è quella che mi piace di più, non è l’idea principale del mio calcio ma è la conseguenza dei giocatori che abbiamo, si trovano meglio. Per me è importante questo, in funzione alle nostre caratteristiche mettiamo la squadra in campo”.
Oliveira e Pellegrini?
“Hanno giocato insieme per la prima volta, possono fare meglio individualmente e dell’interazione. Oliveira è arrivato da poco, Pellegrini pure è tornato da poco, ho corso il rischio di metterlo per 90’. Per quanto riguarda l’intesa, migliorerà e non posso nascondere che Cristante, Veretout, Pellegrini, Oliveira abbiano qualità però per giocare nella casa dei motori, in quella zona in cui serve far girare palla, questo tipo di caratteristiche non le abbiamo. Ho adattato Mkhitaryan in quella zona ed è stata una scelta felice, è quello che pensa meglio il gioco, che trova meglio gli spazi ed è il giocatore più fondamentale di questa squadra in funzione di questo. Dobbiamo lavorare per migliorare la classifica e una Conference League da giocare, la gente sbaglia dicendo che sia una competizione senza squadre di qualità. Ho visto PSG-Rennes, il Rennes è un grande avversario”.
José Mourinho in conferenza stampa
Come legge i due gol subiti?
"Tattica individuale. Una cosa è tattica collettiva, un'altra quella individuale e abbiamo sbagliato: nel primo gol la profondità di Traore, ma può succedere. E il secondo gol è un principio individuale basico e abbiamo sbagliato anche lì. Noi volevamo vincere, siamo arrivati qui per prenderne 3, ma è un punto che come minimo ti dà la sensazione che sono 4 partite di fila senza sconfitte in Serie A, 8 punti in 4 partite, che non è incredibile ma non è un disastro 4 partite senza sconfitte e la dimostrazione che questa squadra è molto empatica, al contrario di quello che si è detto in settimana. Ci sono partite con tante similitudini: a Venezia, a Verona, a Bologna, quando questa squadra è sotto va avanti fino alla fine e penso che per merito nostro siamo arrivati al pareggio, non è un punto che volevamo ma è un punto".
Cosa c'è stato con Berardi a fine partita? La Roma ha giocato meglio a San Siro rispetto a oggi.
"Durante la partita io e lui abbiamo scambiato qualche parola, parole educate. Io gli dicevo che un giocatore bravo come te non ha bisogno di simulare, lui mi diceva che non simulava. Sempre molto corretto. Alla fine le parole sono state meno educate tra lui e un mio assistente, io volevo finire bene. Lui è un bravo ragazzo, anche il mio assistente ha un cuore enorme, è finito tutto bene. Sul gioco, abbiamo avuto più armonia nel gioco a San Siro, con una squadra di un'altra dimensione. Oggi in determinati momenti abbiamo perso ordine, tattica, posizionamento dei giocatori, abbiamo ritrovato questo equilibrio un po' tardi. Mkhitaryan è il giocatore che ha più stabilità nel suo gioco, nelle sue scelte. Non è un regista perché noi non lo abbiamo ma è un giocatore che quando gioca più dietro ci manca in altre zone ma è un giocatore che dà organizzazione e nel secondo tempo l'ho visto un po' isolato. Pareggiare non è lo stesso che andare a casa senza niente ma sono contento per il messaggio, io non ne avevo bisogno ma magari qualcuno ne aveva bisogno: possono dire tutto quello che vogliono sul gruppo ma è intoccabile, a livello di empatia, amicizia".
El Shaarawy infortunato: aveva detto che erano tutti disponibili...
"Voi mi avete chiesto se qualcuno pagherà il mio sfogo, io ho detto che nessuno lo avrebbe fatto, mi ha lasciato la possibilità".
Aveva provato anche la difesa a 4...
"Abbiamo giocato come ci siamo allenati, non abbiamo provato la difesa a 4. Questa squadra senza Zaniolo, senza El Shaarawy, come giochiamo con 3 attaccanti?".
Il 4-2-3-1 rimane il suo modulo preferito?
"Fino a che finisco la mia carriera, ma una cosa è quello che tu preferisci, un'altra è cosa hai a disposizione. Giocare a 3 è un adattamento, è un modo per cercare di costruire in prima fase".
Il rigorista chi è?
"Vuoi la verità? Hai visto dov'ero io quando stava tirando il rigore? Il primo rigorista è Sergio Oliveira. Ha preso il pallone Tammy, come ha fatto a Torino. Non conosco il dialogo oggi. A Torino Veretout voleva tirare e si è generato qualcosa di non positivo. La mia sensazione è che oggi Sergio gli abbia lasciato il pallone, penso perché non ho parlato di questo, e Sergio credo abbia avuto la maturità giusta, lasciando il tiro a Tammy, ma il rigorista oggi era Sergio. Ci siamo allenati per una settimana sui rigori, anche prima dell'Inter e prima di oggi, la mia decisione per oggi era Sergio. Io mi sono nascosto nel tunnel: ho visto ma mi sono nascosto perché potevo avere una reazione ed era meglio non farmi trovare dalle telecamere".