Luis Enrique: "Non voglio parlare del mio futuro". FOTO! AUDIO!

04.05.2012 11:26 di  Redazione Vocegiallorossa   vedi letture
Alessandro Carducci
Alessandro Carducci
© foto di Voce giallorossa

Alle 11.30 Luis Enrique ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro il Catania. Come di consueto, Vocegiallorossa.it propone la diretta testuale e fotografica dell'evento.

  Luis Enrique 04.05 by Vocegiallorossa.it

L'eventuale ingresso in Europa potrà influire sul suo futuro?
"Cerchiamo da tanto tempo una qualificazione in Europa ed è questa la cosa più importante. Non sarà facile perché, ogni volta che abbimo l'opportunità di avvicinarsi, non siamo stati precisi. Mi interessa solo questo".

Lei ha detto che essendo asturiano non molla mentre Sabatini ha fatto intendere potrebbe andare via.
"Mi spiace, non è questa la conferenza stampa che voglio fare. Oggi si parla del Catania, non del mio futuro. Non interessa nemmeno a me il futuro, ora. Penso solo alle ultime due partite e alla possibilità di andare in Europa League".

Considerando quello che sta accadendo nel nostro calcio, in ultimo la situazione di Firenze, ti trovi bene umanamente nel calcio italiano?
"Le due squadre che si trovano in alto sono quelle che giocano meglio, che fanno miglior possesso palla. Certo è che il calcio italiano è un po' diverso. Umanamente non c'è niente di diverso. Non siete furbi o cattivi, siete come spagnoli, tedeschi, inglesi, tutti. Riguardo all'episodio di Delio Rossi, mi spiace per entrambi, sia per il tecnico che per il giocatore. E' stata una cosa brutta da vedere ma non penso occorra giudicare queste due persone per quello che hanno fatto".

Il fatto che la maggioranza stia con chi ha alzato le mani (Delio Rossi) non è strano?
"Forse un pochino sì. Quando sono arrivato qui la prima cosa che mi hanno detto è Falli correre e Fuori le palle. Poi, non appena toglievo Totti o De Rossi sono arrivate tantissimi critiche. Ma chi è che vede gli allenamenti e che conosce le condizioni dei calciatori? Sbaglio? Forse, ma sono io che devo decidere. Se succede con Curci non accade nulla mentre con Totti accade un caos. Però ho visto anche i tifosi fare un tifo incredibile anche dopo sconfitte grosse. Sono instancabili, un fede incrollabile, capisco che il tifo sia incredibile. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa potrebbe accadere vincendo 4 su 5 gare. Purtroppo non è accaduto quest'anno, ma i tifosi qui sono incredibili".

Il confronto con Montella come lo sente?
"Non sento alcun confronto, lui ha fatto bene qui anche come calciatore, ora sta facendo bene come tecnico. L'ho conosciuto a Coverciano, è molto preparato, gli auguro un grande futuro"

Come si aspettava questa stagione in Italia? Se l'aspettava più complicata?
"No, sicuramente non di più ma non mi aspettavo nulla. Sono venuto quasi ad occhi chiusi. Avevo conosciuto Baldini e Sabatini e poi ho visto che sono persone molto serie. La società mi è stata sempre vicina. Il progetto era una cosa interessante, sarebbe stato un gioco d'attacco e mi intrigava. Se avessimo fatto risultati migliori sarebbe stato bellissimo. Non è stato così".

La qualificazione in Europa influirà sul bilancio della sua stagione o no?
"Influirà, non è certamente la stessa cosa arrivare in Europa o fuori".

E' più importante qualificarsi in Europa o il processo di crescita della squadra?
"Entrambi ma un tecnico e una squadra si giudicano sempre dai risultati. Ovviamente penso sempre che giocare in questo modo sia il modo più facile per fare risultato".

Noi per quanto possiamo sforzarci per parlare del Catania, sulle speranze europee lei è intelligente e sa che in città si parla di altro. Si parla del suo futuro. Lei è stato abbastanza chiaro. Sarà determinate per il futuro l'incontro a fine stagione con la società oppure sarà un incontro inutile, superficiale?
"No, no, non sarà superficiale per niente, sarà importante".

Sarà fondamentale?
"No, no, lo dici tu fondamentale".

E' una domanda, sarà fondamentale le chiedo? Lei deciderà sulla base dell'incontro?
"Sarà importante".



Quindi deciderà se restare in base all'incontro?
"In base a ciò che farà la squadra, a ciò che io sento, a come si comporta la squadra, quello sento quando vedo i tifosi. La società so cosa fa e non può fare di più. Ha fatto tutto perché l'allenatore si trovasse nel migliore stato e così è stato. Alla fine parlerò, non posso cambiare il mio discorso. E' così".

Quindi è lei che farà richieste nel corso di questo incontro con la società?
"Le mie idee le conoscono da tanto tempo, dall'inizio. Non chiedo niente. Cosa vado a chiedere? Quando una società dà tutto, cosa che è successa, non c'è nulla da chiedere. Io ho cercato di dare il 100%, a volte è stato sufficiente, altre no. Quando uno dà il 100% non puoi chiedere nessuna cosa".

Non ho capito bene. Quindi questo discorso di fine stagione è importante per capire se rimane o meno o ha già deciso e dovrà solo comunicarlo?
"No, no sarà fondamentale. Anzi avevo detto che sarà importante, fondamentale l'hai detto tu, alla fine mi convincerai. Sarà importante, non fondamentale".

Per capire se rimane o meno?
"Sarà così".

Ma lei ha già deciso?
"Ho detto che sarà importante l’incontro, non fondamentale".

Sabatini ha detto che lei potrebbe temere di penalizzare la squadra a causa dei suoi rapporti con l’ambiente. E’ vero?
"Se Walter dice così sarà il suo pensiero. E’ importante avere buon rapporto con i tifosi, sennò è difficile andare avanti. L’ho sempre detto".

Tutta questa incertezza sul suo futuro ha scatenato notizie sui suoi presunti sostituti. Le danno fastidio queste voci?
"Nessun fastidio, quelli di cui si parla sono tutti grandi allenatori con un’esperienza indiscutibile. La squadra non ne è condizionata, i giocatori devono fare il meglio fino all’ultimo giorno. Poi si vedrà".

Lei ha parlato di un accordo con i calciatori, che se non viene rispettato loro stanno fuori. Non pensa di aver fatto delle scelte a discapito del risultato?
"Ho messo davanti il formare una squadra ai risultati. Sarebbe più facile mettere Daniele e vincere la partita (l'episodio di Bergamo, ndr), ma ho fatto un compromesso con la squadra. Daniele è un giocatore e una persona fantastica, sarebbe stato facile metterlo e vincere. Neanche Messi è più importante della squadra. E’ strano, pensavo di no, ma è così".

Se il percorso di formazione della squadra è riuscito, perché vuole andare via?
"Non ho ancora deciso nulla. Ancora non lo so se andrò via. Non significa se sarà un cammino facile, non significa che non riguardi la mia famiglia, il mio ruolo d'allenatore".

Perché ha dubbi allora?
"Perché tanti aspetti sono importanti".

Domani ultima partita in casa. Che giudizio dà alla stagione? Si aspetta fischI?
"Mi aspetto come sempre un comportamento quasi perfetto del tifo. Abbiamo fatto un inizio complicato, ma non credo di aver fatto male. Tutto può succedere. Giorgio Rossi farà l’ultima partita in casa con la Roma dopo 55 anni, sarà una bella giornata".

Lei ha detto più volte di aver fatto al massimo al pari della società. La squadra doveva fare di più? E’ stata un po’ troppo protetta?
"A me piace proteggere la mia squadra, vedo il suo comportamento. Sicuramente in un clima di tranquillità i giocatori fanno meglio. Sarò sempre vicino alla squadra, purché abbia un buon comportamento. Sicuramente poteva fare di più, ho visto diverse volte due squadre diverse. Il calcio è uno sport incrdibile, appassionante. L’imprevedibilità è una forza in più".

Il Lecce ha preso punti in casa della Juve. Che campionato è questo? Questo può rivalutare le sconfitte pesanti della Roma?
"Questo è un campionato bellissimo, in tutta le zone c’è incertezza. Il cammino della Roma non può essere rivalutato, io non guardo le altre squadre. Ogni volta è più incerto, a me piace".

Domani potrebbe essere la sua ultima all’Olimpico. Il suo futuro può essere valutato dal tifo di domani?
"Difficile valutare. Quello che mi interessa del tifo è che inciti la squadra quando soffre. Contro l’Udinese il pubblico ci ha aiutato moltissimo. Se facciamo bene il nostro lavoro sono felici, altrimenti è normale che siano arrabbiati".