Luis Enrique: "Contento per la prima vittoria. Dobbiamo pensare solo a vincere. Totti? Lo seguono tutti, è importantissimo"

27.09.2011 14:53 di  Simone Francioli   vedi letture
Fonte: Roma Channel
Luis Enrique: "Contento per la prima vittoria. Dobbiamo pensare solo a vincere. Totti? Lo seguono tutti, è importantissimo"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Dopo aver espugnato lo stadio "Ennio Tardini" di Parma ed aver conseguito la sua prima vittoria in gare ufficiali, Luis Enrique ha concesso una lunga intervista a Roma Channel, nella quale parla del futuro e delle ambizioni della squadra giallorossa:

Le sue prime sensazioni dopo la vittoria di Parma quali sono state?

"Allegria, sono stato molto contento per i ragazzi, per la società e per i tifosi che hanno visto che possiamo vincere. Il risultato è stato giusto. Se è importante l'aspetto mentale? Senza nessun dubbio, è quasi come quando uno inizia a guidare la macchina che guarda come mettere le marce e poi, dopo un po’, inizia a farlo senza pensarci. Per noi è lo stesso: vogliamo fare la partita sempre, in ogni stadio, e questo non è facile. Soprattutto se il resto della squadra avversaria si copre e difende con tanti uomini sotto la linea del pallone. Stiamo percorrendo la strada giusta, mancano ancora i risultato lo so, ma spero che la vittoria contro il Parma ci serva per guadagnare fiducia e affrontare il match di sabato prossimo all’Olimpico in ottime condizioni". Dopo aver rivisto gli ultimi secondi della gara di Parma, il tecnico asturiano elogia il lavoro della squadra: "E’ bellissimo vincere, perché mandi un segnale positivo alla squadra. Ma questa squarda è diversa: ha fame e voglia di vincere. Sono contento di lavorare con loro: speriamo che arrivino altri risultati e che la fiducia cresca sempre di più. Io sono sicurissimo di cosa dobbiamo fare per crescere, ma in questo sport, che non è una scienza, a volte il lavoro non porta ai risultati e in questo caso è normale che ci sia tensione. Questo è comune a tutto il calcio e in particolar modo a quello italiano, molto legato al bisogno di fare risultato. Noi siamo sulla strada giusta per fare una cosa un po’ diversa: giochiamo a calcio, lavoriamo per avere in mano la partita e vincere in qualsiasi stadio".

Lei tiene a vincere o a non rinunciare alla sua filosofia?

"Il mio italiano è brutto e a volte non mi si capisce. Noi dobbiamo vincere, punto. Pensiamo che se giochiamo controllando la partita faremo più vittorie che sconfitte. Non pensiamo a dare solo lo spettacolo, ma ad essere superiori all’avversario. Noi vogliamo vincere. Possesso palla più verticale dopo il gol? Si questa è stata una situazione buona. Una squadra quando perde palla di solito corre indietro, noi invece vogliamo correre in avanti. Non è facile cambiare, ma ho visto i calciatori che giocavano in fretta, senza pensare troppo a cosa dovevano fare. La partita mi è piaciuta moltissimo. Francesco Totti? Si, tanti auguri, sia a lui che a Roma Channel! Francesco è l’esempio di quel che volevo fare: è un calciatore che seguono tutti i compagni e per noi è importantissimo, è il capitano, come poi lo sono anche Daniele De Rossi e Simone Perrotta. Gli scambi tra Totti e Pjanić? C’è una relazione tra tutti i calciatori, ma è normale che quelli con maggiore fantasia si cerchino di più. Noi cerchiamo di essere squadra, sia quando attacchiamo che quando difendiamo. Credo si inizi a vedere qualcosa e sono ottimista. Vedi? (mentre riguarda una fase della partita) Sono 8-9 avversari dietro la palla, così non sarà mai facile. Noi cerchiamo di risolvere questa situazione col possesso palla, che non sia sterile. A volte non è facile, chiedo un po’ di pazienza, soprattutto all’Olimpico: i calciatori devono capire bene tutto quello che devono fare. Non chiedo pazienza per me, ma per i calciatori, che alla fine arriveranno a fare quello che vogliamo".

Persino Ferguson agli inizi non ottenne risultati. Forse in Italia manca la pazienza…

"Eh anche in Spagna, da noi a volte si esonera prima della terza giornata! D’altronde se tutti fossero fermi gli altri che ci sarebbero a fare? Un po’ di cambio fa bene, ma uno non può andare via dopo due tre settimane, attenzione non parlo di me. Un club deve informarsi sull’allenatore, cosa fa e se gli può piacere. E deve aiutarlo se i risultati non arrivano, così credo sia una situazione un po’ più seria. Comunque conosco il calcio e tutti gli allenatori sanno come vanno le cose".

Sul possesso palla e la sfida all'Atalanta

"Noi facciamo possesso palla per andare in gol, non solo per tenere il pallone. L'Atalanta? Si non è facile partire a meno 6. Ora hanno fatto 3 vittorie e un pareggio. Questo risultato col Parma però ci rinforza e pensiamo a fare la nostra partita all’Olimpico, che è casa nostra. Dobbiamo essere forti, fare una vera partita e meritare una vittoria. Cerchiamo di fare vedere il nostro impegno ai tifosi, che sono sempre con noi". Sulla possibilità di recuperare qualche giocatore: "Speriamo! Juan sta lavorando bene, ha una situazione particolare perché è stato tanto tempo senza allenarsi. Anche Steke e Gago e Greco e Lamela… La squadra è fatta da 26 giocatori + 3 portieri. Ci servono tutti per andare avanti oltre ogni problema".

C’è una squadra che la ha impressionata finora?

"No, ancora no. Non ho visto nessuna squadra e credo ci sia sostanziale parità, la classifica dice così. Tutte le squadre italiane hanno giocatori di grande qualità, fanno molto bene il contropiede e i calci piazzati. Sono tutte squadre pericolose e per questo qualsiasi squadra ti può mettere in difficoltà".

Lei conosce Osvaldo molto bene. In Spagna ha fatto 22 gol in 44 partite e mantiene la media anche in Italia. Anche lui ha cambiato atteggiamento dopo essersi sbloccato?

"La testa è il 100% del calciatore, se non funziona non è possibile giocare. Dobbiamo dimenticare quanto è costato il calciatore e ricordare che siamo una squadra che lavora verso un obiettivo. Sono contento per Osvaldo, ma anche per Bojan, Borini, Borriello, Lamela e Francesco. Per tutti i giocatori che hanno bisogno del gol: hanno bisogno di fiducia e di sentirsi importanti. E quando arrivano i risultati tutto è più facile".