Florenzi: "Non scorderemo il sostegno dei tifosi al derby. De Rossi? Non abbiamo perso per colpa sua, è il tifoso in campo che tutti vorrebbero"

17.11.2012 17:22 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Roma Channel
 Florenzi: "Non scorderemo il sostegno dei tifosi al derby. De Rossi? Non abbiamo perso per colpa sua, è il tifoso in campo che tutti vorrebbero"
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© foto di Marco Iorio/Image Sport

Alessandro Florenzi ha parlato in una lunga intervista a Roma Channel.

Le prime sensazioni?
“E’ stata un’emozione unica. Tutti i bambini hanno un sogno del cassetto ed è quello di debuttare con la Nazionale. Il debutto è stato facile anche grazie ai compagni che mi hanno messo a mio agio”.

Cosa rappresenta l’inno italiano?
“E’ emozionante. Ti stringe ai tuoi compagni, ad un gruppo, è come se in quell’inno si stringesse tutta Italia. Sento il rapporto con tutta l’Italia e con i miei compagni”.

Dalla Primavera alla Nazionale, in campo hai pensato al tuo percorso di questi ultimi anni?
“In campo no ma ci ho pensato prima e dopo, sì. È successo tutto molto velocemente, non è stato facile ma con l’aiuto dei miei genitori e con molta abnegazione si possono fare tante cose. Sto cercando di mantenere la mia umiltà”.

A Roma ora ti riconoscono. Il tuo momento personale è positivo, cosa devi fare per rimanere te stesso?
“Devi essere semplice e fare tutto ciò che facevi anche prima di diventare famoso. Fa piacere essere fermati per un autografo o una foto ma bisogna rimanere umili”.

I tuoi amici sottolineano tutti la tua umiltà.
“Mi conoscono per come sono. Penso a Gianni, che mi vede da quando giocavo con i Giovanissimi Nazionale mentre con Matteo ho condiviso tutto fin dall’asilo. Era molto bravo a giocare a calcetto”.

Tuo padre non era quasi mai contento quando giocavi.
“Mi diceva che ero un somaro e a volte lo urlava anche quando giocavo. Avevo un pochino di timore verso di lui. Poi, con tutto il rispetto, quando lo urlava all’Olimpico non riuscivo a sentirlo (ride, ndr). Anche quando giocavo bene lui sottolineava le cose che sbagliavo ma quando giocavo male cercava invece di incoraggiarmi. Una volta avevo sbagliato un gol oppure un passaggio facile, non ricordo e mi urlò delle cose che non si possono ripetere. Un signore, sotto di lui, gli disse che non si doveva permettere di parlare così di Florenzi e lui rispose: «Io sono il padre, avrò il diritto di riprendere mio figlio». E si misero a ridere".

Giocare nella Roma ed essere romano e romanista quanto è complesso?
“Innanzitutto è bellissimo. Francesco, Daniele ed io sentiamo la maglia più di tutti. Siamo romani e romanisti e sentiamo più degli altri questa responsabilità. Non è facile, da un certo punto di vista, ma quando giochi senti una spinta in più”.

Il derby come l’hai vissuto?
“In camera solitamente sto con Mattia ma al derby non c’era quindi ho vissuto da solo il pre derby. Stava andando tutto bene, avevo visto un film ma quando ho messo su Sky c’era un servizio sui derby passati. Sono bastati dieci secondi e non ho dormito per almeno due ore. Poi ho riposato sereno ma durante la gara ero teso. Potevo dare di più ma il derby è il derby e si sente, ognuno a modo suo”.

Cosa hai pensato di De Rossi?
“Solo cose buone. Lui, più di me e di tutti, sente il derby. È un tifoso, è come il tifoso in campo che tutti vorrebbero. È uno della Curva, quando la Roma giocava lui stava in Sud a sostenere la Roma. Può succedere a tutti, è accaduto a lui perché la sentiva di più ma non abbiamo certamente perso il derby per colpa sua”.

La classifica non è quella che vorrebbero i tifosi, perché?
“Non è un problema di testa, è un problema di concentrazione. Magari giochiamo mezz’ora bene e poi ci blocchiamo. Dobbiamo lavorare duramente ogni giorno e dare il massimo in campo”.

Un aggettivo per Rocca?
“E’ un grandissimo allenatore, soprattutto sotto il profilo atletico. Erano molto duri gli allenamenti con lui ma poi stavo bene un mese. Lo ringrazio perché è stato il primo a credere in me quando giocavo in Primavera e a convocarmi nella Nazionale Under 20”.

Stramaccioni: ti aspettavi arrivasse così in alto?
“Sì, magari non così presto come non mi aspettavo io di fare questo salto in così poco tempo. Sono molto contento del lavoro che sta facendo all’Inter. Speriamo gli vada male un’altra partita, quella con la Roma al ritorno”.

Alberto De Rossi?
“Ho condiviso 3 anni straordinari con lui. Mi ha sopportato, ero un gran rompiscatole in campo. Mi ha fatto crescere sotto il livello umano. Mi ha fatto capire come entrare nel mondo di calcio, come si sta in campo, il rispetto per i compagni, per l’avversario. È stata una grande emozione la fascia di capitano che ho preso l’ultimo anno. Quando perdevamo grandi partite lui ci diceva sempre che è bello vincere ma che il nostro obiettivo doveva essere quello di fare il salto ed allenarci con la Prima Squadra”.

Volevi rigraziare anche un altro allenatore?
“Una tappa fondamentale è stata Crotone. Sono andato lì perché mi voleva fortemente la società, oltre al mister Menichini. Ho fatto anche alcuni sacrifici ma li ho fatti volentieri. Grazie a lui sono molto migliorato. Sono stato anche bravo a farmi trovare pronto ma devo ringraziare anche Massimo Drago, arrivato dopo l’esonero di Menichini. Devo ringraziare anche i miei compagni”.

Qual è il rapporto con Zeman? Non è un tecnico dai complimenti facili...
“No, parla molto poco ma sa dire le cose giuste al momento giusto, sia per stimolarti che farti fare meglio. Non mi aspettavo di giocare così tanto. Sono venuto qui con la speranza di migliorarmi e lui mi ha dato una fiducia che forse in pochi mi avrebbero dato. Cerco di dare sempre il 100% in allenamento e in partita. Mi aspettavo di essere nel progetto perché me l’avevano detto ma non di giocare così tanto”.

Il 22 maggio 2011 sei entrato al posto di Francesco Totti…
“Forse è stato un segno del destino, entrare al posto del tuo idolo è emozionante, sono cose che difficilmente ti scordi”.

Sei molto bravo alla Playstation con cui giochi con Destro.
“Con lui stiamo sperimentando anche l’Nba, su suggerimento di Daniele, mentre in Nazionale gioco tantissimo con Viviani. In Nazionale è nato tutto dal fatto che se non avessimo giocato alla Play avremmo perso. E’ scaramanzia”.

La tua playlist: tanto Ligabue ma anche Renato Zero “Il coraggio delle idee”
“Se non hai idee non vai da nessuna parte, le idee ti portano in alto. Mi piace molto l’inizio. È quello che ho passato da quando sono bambino, sfidando tutto e tutti ho cercato di salire di livello, per me stesso e per tutta mia famiglia. Con Ligabue mi sfogo molto e mi piace parecchio”.

Roma-Torino.
“E’ molto importante, bisogna trovare continuità per noi ma soprattutto per i tifosi. Anche nel derby ci hanno sempre sostenuto. Queste cose non le scordiamo, ci metteremo tanto impegno per sudare per questa maglia”.