Di Francesco: "Abbiamo giocato una gara da uomini, voto 10 per l'applicazione. Sorteggio? Voglio continuare a sognare"

14.03.2018 09:10 di Danilo Magnani Twitter:    vedi letture
Di Francesco: "Abbiamo giocato una gara da uomini, voto 10 per l'applicazione. Sorteggio? Voglio continuare a sognare"
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Eusebio Di Francesco a Premium Sport

"Il segnale dopo questa qualificazione? Siamo stati forse poco qualitativi ma non abbiamo concesso nulla allo Shakhtar Donetsk, siamo stati bravi oggi, all'andata abbiamo fatto degli errori di troppo, quello che mi è piaciuto di più è che abbiamo fatto una partita da uomini, da squadra, per vivere questi sogni. La prestazione di Ünder? Non si può pensare che un calciatore possa dare il meglio di sé stesso, il calo è fisiologico, poi ha preso una botta, ci può stare che non sia stato brillante, ma è un grande giocatore. Chi vorrei evitare al sorteggio? Voglio continuare a sognare con questa squadra, oggi c'era tanta gente e vivere queste serate dà grandi emozioni, voglio continuare a viverle. Non voglio evitare nessuno, voglio che la mia squadra affronti chiunque con questo piglio. Possiamo sempre fare meglio, abbiamo giocato contro una squadra di palleggiatori, il loro portiere ha giocato molti palloni e dovevamo essere più bravi a leggere certe situazioni, nell'insieme generale la squadra mi è piaciuta e dal punto di vista organizzativo stiamo crescendo. Voto alla squadra? Per l'applicazione dico 10, poi ci vuole abitudine a fare certe gare, alcuni di noi non erano abituati così come me, tecnicamente do un voto inferiore, tatticamente più alto. Questi meccanismi si migliorano lavorando".

Eusebio Di Francesco a Roma TV

“Per la quarta volta nella storia della Roma ai quarti. Soddisfatto? Io credo che non sia una cosa normale per la Roma. Quando non sei abituato a certi livelli fai fatica a reggere a certe pressioni. La Roma è sempre rimasta unita, ora sta venendo fuori la sua qualità. Oggi è stata la vittoria degli uomini e del gruppo di lavoro. Oggi la squadra ha saputo soffrire accompagnata da un pubblico straordinario. Le partite si vincono con la testa. Oggi non l'abbiamo avuta sempre, negli ultimi minuti sembrava che avessimo paura del risultato. Me lo potevo aspettare, ho preparato la gara anche in quel senso. Non siamo stati sempre freschi nelle giocate e mantenuto la lucidità, la partita però tatticamente è stata di una disciplina totale. Una delle migliori gare? Tecnicamente no però il risultato è molto importante. Oggi serviva la prestazione, c'era il desiderio di vincere con gli atteggiamenti. Sorteggi? Viviamo questo sogno con spensieratezza, senza paura come fatto oggi. Ci serve questo in Champions ma anche in campionato. Sembra normale essere qui, abbiamo fatto qualcosa di straordinario in realtà, ma non basta. Dobbiamo continuare. Si passa anche attraverso gli errori, questa sera siamo stati bravi perché li portavamo a giocare sempre con il portiere e a fargli fare i lanci lunghi. Se li fai palleggiare sono pericolosi, oggi dovevamo rimanere corti. Maturità? Lo Shakhtar ha grandi qualità, nel primo tempo ci fermavano spesso in fuorigioco, dovevamo sfruttare meglio certe azioni. Io ho chiesto pazienza perché queste gare si vincono anche al 90', oggi siamo stati una squadra matura. Non mi interessa l'avversario, è giusto arrivarci. De Rossi? Deve essere il simbolo sempre, adesso a recuperato fisicamente. Ha una determinazione impressionante, da capitano deve trasmetterla a tutti e di questo sono molto contento. Adesso è giusto godersi certi momenti. Rizzitelli? (l'ex giallorosso era travestito in studio per festeggiare la vittoria, ndr) Mi sembra più mago Otelma che Zorro. Secondo me è un grande psicologo”.

Di Francesco in conferenza stampa (a cura dell’inviato all’Olimpico Gabriele Chiocchio)
Vittoria mia o della squadra? Credo che sia una bella soddisfazione per me, ma sono contento perché si è vista una squadra fatta di uomini, che hanno fatto quasi la partita della vita con un atteggiamento unico. Ho sentito parole importanti ed è stata una vittoria. All’inizio questo risultato sembrava normale, ma per me è straordinario arrivare a questi livelli. Roma ha avuto la soddisfazione di arrivare ai quarti di Champions League, deve essere motivo di grande orgoglio. Il pubblico è stato straordinario, mi ha fatto venire i brividi che avevo quando giocavo a calcio. Cerchio chiuso? In passato sono passato per quello che aveva spinto in allenamento per mettere qualcosa nelle gambe e questa è la dimostrazione. Vi assicuro che a livello fisico abbiamo lavorato in modo tale di arrivare bene a questo punto della stagione. Vedo una squadra in crescita dal punto di vista sia fisico che mentale. La squadra sta crescendo in convinzione e determinazione. Inizialmente abbiamo pressato poco bene, la mezzala opposta alla palla non si alzava con i tempi giusti, poi dovevamo uscire con gli esterni, scoprivamo troppo la zona centrale. Quando pressi, devi mandare gli avversari più esternamente che internamente, nel primo tempo hanno dato spesso palla al portiere. Nel finale abbiamo avuto paura di non portare a casa il risultato, abbiamo rischiato qualcosa, ma oggi non possiamo neanche nominare Alisson, significa che la squadra ha avuto un’applicazione unica. Deve essere un percorso iniziale che ci deve accompagnare per il futuro. Chi preferirei tra Juventus e Siviglia? Ho sentito Vincenzo pochi giorni fa, ci siamo dati appuntamento in finale (ride, ndr). Al di là della battuta, di ottimo auspicio perché bisogna sognare, non mi interessa l’avversario. Dobbiamo mantenere l’equilibrio all’interno di questo contesto e pensare alla prossima, che è il Crotone. Poi penseremo alla Champions. Cambiata la Roma o cambiato io? Siamo cresciuti in tutto, prima ci rimproveravamo di essere poco efficaci in zona gol, adesso siamo diventati più determinati e cinici. Credo che questa squadra abbia capito che individualmente non si va da nessuna parte. La Roma non deve avere giocatori forti, ma una squadra forte, se lo capiremo faremo tanta strada. La Juventus ha insegnato, noi dobbiamo essere bravi a guardare quelli bravi. Passaggi lunghi scelta apposita per lo Shakhtar? L’hanno fatto anche loro all’andata. Era una cosa voluta, perché loro spesso si fermano e non accompagnano. Nel primo tempo siamo partiti troppo in anticipo, ma forzare le verticalizzazioni era una cosa voluta, è un mio credo in determinati momenti della gara. Che merito mi attribuisco? Non mi piace parlare di me, quando mi devo riprendere le mazzate me le son prese, abbiamo unito la capacità di giocare le partite nel modo giusto e di essere aggressivi, nell’organizzazione c’è stata questa differenza. Penso di aver ritrovato la squadra che si è un po’ smarrita, ora è tornata squadra. La giocata di Bruno Peres all’andata esempio? Ho parlato di squadra, nella squadra ci sono tutti gli altri, anche quelli che lavorano al di fuori, magazzinieri, staff sanitario. È fondamentale essere squadra anche nel momento in cui non si gioca, ma tutti sanno che con me l’opportunità c’è. Chi non si allena va in tribuna, nelle scelte che faccio c’è normalità, il turnover è fondamentale per la crescita di alcuni giocatori. Vedo una condizione tale che ci permette di affrontare più partite ravvicinate”.