De Rossi: "Scudetto entro tre anni. La prima cosa detta a Garcia fu che volevo andarmene"
Daniele De Rossi, centrocampista della Roma, ha rilasciato un'esclusiva a FOX Sports Australia. Queste le due dichiarazioni:
Perché non hai mai lasciato la Roma?
«Bella domanda. Ogni tanto me la son fatta anche io (ride). Sono veramente felice di essere rimasto così tanto alla Roma. -spiega- Chi può sapere come poteva essere una carriera lontana dalla Roma? Magari sarebbe stata peggiore, magari sarebbe andata in una maniera diversa rispetto a quello che tutti mi dicono: se fossi andato in Spagna, in Inghilterra o in Germania, avrei vinto di più. Ma sarebbe potuto essere un fallimento e l'amore che i tifosi della Roma mi hanno riservato non lo avrei trovato in un'altra piazza. Sono felice di esser rimasto, di rappresentare la Roma e i tifosi della Roma e non devo pensare a come sarebbe potuto essere se...?».
I suoi obiettivi:
«Sono fiero di ciò che ho fatto e sono concentrato su vincere un trofeo in questi altre due stagioni che avrò in giallorosso. Non mi rassegno mai alla sconfitta, sono sicuro che vinceremo lo scudetto nei prossimi 2-3 anni».
Cosa significa esser tifoso della Roma?
«Tifosi della Roma ci si nasce. Dipende molto dalla famiglia: i tuoi nonni, tutti a casa sono tifosi giallorossi: è una dinastia. Poi ho avuto la fortuna e le qualità per far diventare il mio sogno un lavoro. Giocare per la Roma per me è un sogno. Questo ha facilitato molto la scelta di rimanere in questa città. Tutte le domeniche andavamo a vedere i match della Roma coi miei amici, ogni tanto, provavamo ad andare in Curva Sud, ma i ragazzi delle giovanili hanno una tessera per la tribuna e andavamo lì. -ricorda- Dopo tre o quattro anni sono diventato raccattapalle allo stadio: il più grande regalo che la Roma mi ha fatto in vita mia. Vedere i miei idoli non più dalla tribuna, ma dal campo è stato fantastico».
Il rapporto con Totti:
«Quando siamo diventati compagni di squadra lui era un giovane talento che stava diventando un campione, io stavo inziando la mia carriera da professionista. Ricordo che il primo mese mi faceva strano vedere sul campo, qualcuno che hai sempre visto sul tuo poster in camera».
Batistuta:
«Venne a Roma per farci vincere lo scudetto. Allenarmi con lui è stato strano, ma fantastico».
L'interesse del Manchester United nell'estate del 2013?
"Ne ho già parlato. Ci son stati momenti negativi che mi hanno fatto pensare al mio futuro. Ci sono stati periodi in cui ho pensato che Roma non era la il posto migliore per me, come io per la Roma e ho pensato di cambiare».
Il colloquio con Garcia:
«Avevo fatto la scelta di andare via, ma feci una promessa a Garcia. La prima cosa che gli dissi, a giugno quando arrivò all Roma fu: "Voglio andarmene"'. Lui mi rispose: "Ok, ma tu sei un calciatore importante per me, dammi una deadline per chi sarà la mia squadra, i miei giocatori". Fissammo la deadline alla prima giornata di Serie A, a fine agosto con il mercato che terminava il primo settembre. L'offerta arrivò subito dopo, ma avevo dato la mia parola e l'ho mantenuta».
Sulla prossima stagione:
«Dopo due stagioni difficili, sempre come sia rinato qualcosa, questo è il terzo anno di questa resurrezione e speriamo sia la stagione giusta».
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