Baldissoni: "Siamo aperti a nuovi investitori. Pallotta più presente, sa come incidere"
Ai microfoni di Sky Sport ha parlato il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni:
La Roma ha la difesa migliore d'Europa.
"I numeri hanno un valore perché raccontano la realtà e sono sempre indiscutibili, questo è un segno che si sta lavorando. Ovviamente dopo sette partite si può fare un bilancio che è estremamente provvisorio. Per ora siamo contenti, ma sappiamo che in realtà non abbiamo fatto nulla".
Si parla di scudetto…
"È ancora troppo presto, lo scudetto non si assegna a ottobre. Dobbiamo occuparci dei presupposti e delle cause, non degli effetti. Vincere lo scudetto sarebbe un effetto dei punti che si raccolgono e delle partite che si vincono, noi dobbiamo curare il presupposto che è quello di lavorare per far sì che la Roma si presenti in campo in condizioni di vincere tutte le partite e fino ad oggi è riuscita a farlo".
C'è stato molto scetticismo, è arrivato il momento di levarsi qualche sassolino dalle scarpe?
"I sassolini ce li teniamo ancora dentro le scarpe, perché ancora abbiamo ancora fatto tutto quello che noi vorremmo fare in futuro, non abbiamo vinto nulla. Lo scetticismo è comprensibile in un momento di passaggio, forse qualche opinione espressa nei confronti di questa società non è stata generosa, spero però che chi l’ha espressa si possa ricredere in fretta. Diciamo che l’ambiente mediatico romano è molto intenso, segno della passione che esprime questa città, lo consideriamo solo un effetto della passione e speriamo si possa trasformare in positivo".
Ora piedi per terra?
"Il calcio è sport ed intrattenimento, il suo più grande seguito è determinato dalla passione, quindi abbiamo il privilegio di lavorare per far felice la gente. È altrettanto doveroso però continuare a lavorare con la stessa determinazione e serietà che stiamo mettendo sin dal primo momento, senza farsi trascinare da emozioni e gioie, non giustificate ad oggi, che potrebbero solo farci lavorare male".
Il contratto di Garcia? Va rinnovato?
"Questi discorsi li affronteremo più avanti, ha due anni di contratto ma c’è l’intenzione di andare avanti insieme".
La società Roma sta cercando soci per essere ancora più forte ed appetibile?
"Parlando in generale, credo che il fatto che ci siano investitori stranieri che vogliono investire in questo paese sia un elemento positivo, tra l’altro in una congiuntura economica internazionale che non è delle più favorevoli in un’industria come quella del calcio che è una delle più importanti, la quinta o sesta industria del paese. Recepiamo così anche il nuovo potenziale intervento del signor Thohir nell’azionariato dell’Inter e per questo ritengo che l’investimento fatto dall’attuale proprietà della Roma, da Pallotta e soci sia da accogliere con grande attenzione, forse più attenzione e generosità di quella ricevuta fino ad oggi. Ed è ovvio che se ci fossero investitori che decidono di investire in questa città e questa squadra sarebbe per noi un bel segnale. Vorrebbe dire che noi stiamo lavorando bene, che investire nella Roma è un buon affare, quindi siamo favorevoli ed aperti".
Ci sono state dichiarazioni importanti di Agnelli che ha parlato di immobilismo della Serie A rispetto agli altri campionati. Che ne pensa?
"Non credo fosse un attacco, più che altro un richiamo a una maggiore efficienza ed attività. Immobilismo non mi piace come termine, credo sia anche irrispettoso per chi lavora in Lega e attorno alla Lega. È vero che la Lega ha il compito di massimizzare il campionato italiano e l’interesse che può avere all’estero e siamo d’accordo con Agnelli sul fatto che si dovrebbe fare di più e meglio, ma è assolutamente ovvio che è l’interesse di tutte le squadre che compongono la Lega. Quindi ci possono essere differenze di opinione nel come raggiungere questo obiettivo, differenze di opinioni che si valutano poi in sede di Lega nel dibattito che è in corso".
Garcia o Totti, chi l'uomo della svolta?
"Non credo al concetto di uomo della provvidenza e credo sia anche ingiusto per organizzazioni complesse e in uno sport di squadra. Sarebbe ingeneroso per tutti gli altri a partire da giocatori e staff tecnico che lavorano a questo progetto. Credo che questa Roma non nasca sotto un cavolo a luglio a Riscone di Brunico o dalla bacchetta magica di un uomo, che sia l’allenatore o il nostro Capitano. È un lavoro che va avanti da due anni e nasce da quello fatto negli anni passati, inclusi gli errori. Nasce dalla capacità di individuare e correggere gli errori fatti, nasce dalla sofferenza che c’è stata, dalla voglia di riscatto che hanno tutt’ora i giocatori, nasce dalla scelta di un ottimo allenatore e c’è molto del presidente Pallotta dietro a questa stagione, che ha voluto essere molto più presente in tutte le scelte sia della sociali che quelle tecniche. Essendo lui un uomo di sport e che vive nello sport da tanti anni sa anche come incidere in questo campionato".
Su Roma-Napoli.
"Più semplicemente la Roma vuole rispettare il calendario perché riteniamo sia importante per la regolarità del campionato. Crediamo che questo sia un principio che è in tutti i regolamenti non solo nel campionato italiano, ma anche all’estero. Abbiamo un grande rispetto per l’ordine pubblico, un grande rispetto per le istituzioni che sono tenute a prendersi cura di questo delicatissimo tema, abbiamo grande rispetto per il prefetto Pecoraro che sta cercando di trovare una soluzione. Ovviamente la soluzione più vicina al rispetto del calendario è quella che preferiamo, ossia l’eventualità di giocare a Roma, anche un giorno prima di quello quello previsto. Le altre soluzioni le prenderemo in considerazione quando sarà necessario. Giocare venerdì? Se fosse possibile sarebbe la scelta migliore".