Baldissoni: "Progetto stadio, siamo alla fase finale del processo autorizzativo: è l'ultima salita"
Queste le dichiarazioni del Direttore Generale della Roma Mauro Baldissoni, a margine dell'incontro con il mondo istituzionale sul tema degli impianti sportivi italiani dal titolo "La rigenerazione degli stadi di calcio e degli impianti sportivi: la possibile via italiana", svoltosi all'Auditorium del Palazzo delle Federazioni Sportive Nazionali: "Siamo qui a parlare dello stadio della Roma il giorno dopo il piccolo traguardo della consegna della documentazione definitiva del progetto dello Stadio nell'area di Tor di Valle, che è stato consegnato al Comune così che possa trasferirlo alla Regione per quello che è l'ultima fase del processo autorizzativo, diciamo che siamo arrivati all'ultima salita. Sarà organizzata a livello regionale una conferenza tecnica che verrà convocata all'esito del trasferimento ufficiale da parte del comune della documentazione. La verifica vertirà sull'accertarsi che all'interno dei documenti progettuali siano contenute tutte le tematiche evidenziate riguardo il pubblico interesse dell'opera.
Potremmo parlare per ore del perché vogliamo costruire uno stadio e vogliamo costruire degli stadi in Italia. Possiamo dire ad esempio che l'anno scorso, quando la Primavera giocava la Youth League dovendo consentire una ripresa televisiva di una partita importante come quella del Manchester City siamo andati a giocare a Latina, l'alternativa era giocare a Rieti. Non era possibile giocare a Roma perché lo stadio era occupato. Anche in questa stagione, alla Prima Squadra, è capitato che la Roma dovesse giocare di lunedì non per questioni televisive legate al monday night. ma perché si erano giocati match di rugby. Di fatto a Roma per giocare a calcio si può utilizzare una sola struttura che non è pensata per il calcio e dove, infatti, si svolgono altri eventi sportivi e non sportivi di cui non possiamo controllare la gestione non essendo nostra la proprietà dell'impianto. Giocare una partita di lunedì, decidendolo 10 giorni prima, ha un impatto in termini economici, di atmosfera e di diritti lesi a chi ha comprato un biglietto, lavora e non può venire. Oppure chi è un bambino e il giorno dopo deve andare a scuola.
Noi non vogliamo fare solo uno stadio, noi vogliamo fare un progetto più ampio in maniera ambiziosa, un progetto per la città: è la riqualificazione e rigenerazione di un quadrante della città, ingresso e prima porta della città per chi entra a Roma. Attualmente è un'area abbandonata al degrado più assoluto. Qualcuno può pensare che abbiamo scelto a caso Tor di Valle indicando un punto sulla cartina ma non è così. Di aree disponibili ce n'erano più di 100/110, e ne sono state investigate 82, mentre 4 sono state ritenute idonee dal Comune. I requisiti erano: le caratteristiche tecniche, dove si intende l'ubicazione dell'area, il contesto, la forma del lotto e la morfologia del terreno, oltre ai vincoli paesaggistici, archeologici e di rischio idraulico, la vicinanza ai mezzi di trasporto. Abbiamo scelto le prime 10 classificate per questi requisiti e le abbiamo portate al Comune durante la giunta Alemanno che ci hanno indicato 3-4 aree che ritenevano idonee. Dopo essere caduta quella giunta, siamo tornati dall nuova giunta di centrosinistra che ci ha detto nuovamente le stesse cose grossomodo. Avevamo 3 aree, al termine di questo lungo procedimento, ritenute perfettamente idonee. Forse ingenuamente abbiamo scelto la più grande così da poterci fare più cose. Questo è un progetto per la città perché occupa un intero quadrante e quello che intendiamo fare è un investimento privato per oltre 1,6 miliardi di euro suddivisi in circa 500 milioni per lo Stadio della Roma; 90 milioni per il Convivium, 625 milioni per il Business Park e oltre 400 milioni per i costi di urbanizzazione. Questi ultimi sarebbe il valore in infrastrutture che questo progetto regala alla città".